martedì 21 febbraio 2012

Fermate il bonifico da 130 miliardi!


Un altro commento da Der Spiegel  contro il piano di salvataggio appena approvato. Invece del folle piano di rimborso, si dovrebbe finanziare un nuovo piano Marshall.

La Grecia è fallita. Il paese non ha bisogno di un taglio del debito del 50 o 70%, ma del 100%, se vuole tornare a vivere senza bisogno di aiuti dall'esterno. Il pacchetto di aiuti che i ministri delle finanze della zona Euro hanno appena firmato non aiuterà i greci, ma i loro creditori. 

Lo dico in anticipo: questo commento non è contro la Grecia. Non riguarda tutte le cose di cui si parla oggi nei media o nelle conversazioni tedesche: i cittadini greci che non pagano le tasse, i dipendenti pubblici fannulloni, i politici  di Atene che non rispettano le loro promesse.

Non si tratta di tutto questo, nonostante ciò il commento ha un messaggio chiaro: il pacchetto di aiuti da 130 miliardi di Euro che i ministri delle finanze oggi probabilmente firmeranno, non deve in alcun modo essere pagato. Sicuramente per anni o forse per decenni la Grecia avrà bisogno della solidarietà degli altri membri dell'UE – e la Germania non potrà negare questa solidarietà. Probabilmente il resto d'Europa nel corso dei prossimi anni invierà ad Atene ancora piu' denaro dei 130 miliardi di Euro a basso tasso di interesse, di cui si discute oggi a Brussel.

L'errore non è nelle dimensioni del pacchetto di salvataggio, ma nella sua costruzione. Non è indirizzato ai bisogni del popolo greco, ma alle regole dei mercati finanziari internazionali. Questo in pratica significa: i suggerimenti delle lobby bancarie. 

Come si potrebbe spiegare altrimenti, il fatto che circa un quarto del pacchetto non arriverà ad Atene, ma andrà direttamente ai creditori internazionali del paese? Con circa 30 miliardi di Euro, i titolari del debito pubblico greco dovrebbero essere incentivati a cambiare i vecchi titoli di Atene con dei nuovi titoli del debito. In questo modo si mantiene in vita l'illusione che la Grecia non sia ancora fallita – alla fine i creditori rinunciano volontariamente ad una parte dei loro crediti. Il mondo finanziario ha sapientemente alimentato la convinzione che un fallimento della Grecia avrebbe scatenato una catastrofica reazione a catena.

Rimangono ancora 100 miliardi di Euro. Anche questa somma non sarà orientata a ciò di cui la Grecia ha veramente bisogno, per poter tornare a vivere con le proprie forze. Ma alla sua capacità di ripagare il debito. Un concetto alquanto spaventoso: con un rapporto debito/PIL al 120%, secondo l'opinione delle tecnocrazie, il paese sarebbe in grado di sostenere il costo del debito e di rimborsarlo ai creditori. La mucca continuerebbe a dare latte, senza cadere morta a terra per la stanchezza. Il 120% sarebbe così il marchio dell'obiettivo.

Ma la mucca malata non darà piu' latte per anni.

Sembra ancora piu' surreale il dibattito degli ultimi giorni, dove si discuteva seriamente se la Grecia sarebbe riuscita a raggiungere il 120% di debito/PIL oppure sarebbe arrivata solamente al 129% del PIL – nel 2020, si intende. Prevedere con precisione e con 8 anni di anticipo il livello di debito raggiunto da un'economia:  non succede nemmeno per la Germania. In Grecia con la sua economia al collasso e la sua innaffidabilità statistica, con certe previsioni si abbandona l'economia e si entra nel campo della magia nera. 

Suona molto simile la richiesta europea: aumentare i risparmi nel bilancio greco da 3 miliardi di Euro a 3,3 miliardi. Solo allora si potrebbe giustificare il piano di salvataggio europeo. Come sarebbe bello se la soluzione del problema greco riguardasse solamente 300 milioni di Euro in piu' o in meno. Di fronte alle speranze di cui si compone il pacchetto di risparmio, i 300 milioni di Euro non sono che “peanuts”, ma di noccioline qui non vogliamo parlare. Comunque non molto di piu' di un arrotondamento.

In verità la Grecia è da molto tempo già fallita. Il paese non ha bisogno di un taglio del debito del 70% ma del 100 %, se vuole tornare a vivere economicamente con le proprie forze. La mucca malata nei prossimi anni non darà nessun latte.

 Piano Marshall invece dei deliri sul rimborso del debito.

Molti degli innumerevoli alti burocrati che si sono confrontati con la questione della Grecia, conoscono questa semplice verità. Alcuni lo ammettono a porte chiuse: i 130 miliardi non possono risolvere il problema. Si tratta solo di comprare tempo. Tempo necessario a far stabilizzare i mercati finanziari, in modo da permettere loro di sopportare il fallimento senza reazioni a catena. Senza fallimenti bancari, senza effetti domino generati dalle perdite sulle assicurazioni del credito  e senza esplosione del tasso di interesse per gli altri stati europei con problemi di debito e di bilancio.

Ma quando dovrebbe essere questo momento se non adessso? Dallo scorso autunno la BCE inonda con la liquidità le banche europee. Spagna e Italia, i 2 giganti vacillanti d'Europa, hanno nuovi capi di governo, che si sono impegnati credibilmente in un programma di risparmio. Allo stesso modo come i principali stati dell'EU con il pacchetto fiscale. E il problema con le assicurazioni sul credito non è così grave come ci racconta la lobby finanziaria. 

Se i politici europei avessero un po' di fiducia nel lavoro che hanno fatto nei 2 anni dal debutto della crisi, adesso dovrebbero chiarire quello che ognuno sa già: la Grecia è fallita. Tutti i debiti del paese saranno cancellati. 

Il paese dovrebbe ricevere nonostante questo i 130 miliardi di Euro. Ma in un'altra forma. Invece di rimborsare gli speculatori finanziari ripagandoli dei rischi che hanno assunto, il denaro dovrebbe fluire completamente nell'economia greca e finanziare la sua ricostruzione. Piano Marshall invece del folle piano per il rimborso!





Nessun commento:

Posta un commento