domenica 27 gennaio 2013

I migliori come esempio


Merkel a Davos illustra la sua Agenda per l'Europa. Il punto centrale resta lo stesso: non siamo noi a dover alzare i salari, siete voi a dover deflazionare. Solo in questo modo l'Unione monetaria tornerà ad essere competitiva. Qualcuno avrà il coraggio di sfidarla su questo terreno? Da NachDenkSeiten, sito di analisi politica ed economica critico verso il rigorismo Merkeliano.
Al Forum di Davos la Cancelliera è stata finalmente chiara e ha illustrato i concetti di base della sua agenda per l'Europa. Merkel non sembra aver capito granché e vuole approfittare della situazione per attuare un cambiamento radicale in Europa. In maniera molto garbata ha ammesso che la crisi offre la possibilità di applicare all'intera Europa la sua agenda economica. Un'analisi

Quando Angela Merkel tiene discorsi importanti si serve sempre della stessa struttura testuale. A Davos tuttavia ha fatto un ulteriore passo in avanti. Anche se il suo discorso - come sempre - resta manipolatorio e caratterizzato dal solito politichese, ieri nella descrizione della sua Agenda Europea è stata un po' piu' concreta. La sua richiesta principale è stata riassunta nel modo seguente:

"In Europa vogliamo - e su questo nell'Unione Europea c'è accordo - trasformare l'Unione monetaria e quella economica in una unione di stabilità. E' il contrario di una piccola operazione d'emergenza. Piuttosto è un percorso permanente - una strada, le cui idee guida sono da un lato le riforme strutturali per una maggiore competitività  e dall'altro il consolidamento delle finanze statali. Voglio qui sottolineare ancora una volta: per me le due cose sono strettamente connesse. Consolidamento e crescita sono due facce della stessa medaglia, quando si tratta di ripristinare la fiducia".

La domanda è spontanea: di quale fiducia sta parlando Merkel? Si tratta della fiducia del popolo? Oppure della fiducia dei mercati? Naturalmente la seconda, è stata la Cancelliera stessa ad aver indicato come guida dell'azione politica la "democrazia basata sui mercati". Da un punto di vista economico Merkel racconta una bugia intenzionale: crescita e consolidamento delle finanze pubbliche vanno mano nella mano. Fatto recentemente smentito anche dal FMI nella discussione sul moltiplicatore fiscale - e il FMI non puo' essere certo sospettato di fare del romanticismo sociale. Frau Merkel questo la sa bene. Ma non si tratta solo del consolidamento delle finanze statali, per lei questo è solo la leva con cui puo' costringere gli altri stati sovrani ad adottare la sua Agenda:

"Si pone anche la domanda, quanto è forte la volontà politica di tenere insieme la zona Euro,  quanto è vera la disponibilità alle riforme e quanto è grande la solidarietà nella zona Euro. Io credo che negli ultimi 12 mesi su questi punti abbiamo fatto passi in avanti significativi (...)

La situazione in cui ci troviamo in questo momento, in realtà, è caratterizzata dal fatto che il fattore tempo gioca un ruolo decisivo. Abbiamo preso misure di consolidamento (...) e realizzato un'ampia varietà di riforme strutturali (...)

Ora è necessario utilizzare il tempo, affinché la situazione politica non abbia una escalation, e affinché non si crei nuova instabilità".

La crisi Euro per la Cancelliera rappresenta una possibilità, limitata nel tempo, durante la quale i nostri vicini di casa saranno disponibili a fare le riforme. C'è da meravigliarsi se Merkel si è opposta ai tentativi di disinnescare l'Eurocrisi attraverso una politica attiva della BCE? No, la strategia di Merkel è quella che Naomi Klein chiamerebbe Schock Strategy - l'uso di una crisi per far passare riforme che non sono volute né dai parlamenti né dal popolo. A Davos su questo punto si è espressa in maniera ancora piu' chiara:

"L'esperienza politica ci dice che spesso per ottenere riforme strutturali è necessario esercitare pressione. Ad esempio anche in Germania i disoccupati sono dovuti arrivare fino a 5 milioni, prima di ottenere la disponibilità all'attuazione delle riforme strutturali. La mia conclusione è questa: se l'Europa oggi è in una situazione difficile, è necessario introdurre riforme strutturali, affinché domani si possa vivere meglio".

Se Angela Merkel e il suo pubblico a Davos potranno vivere meglio con le loro "riforme strutturali", resta una questione aperta. Milioni di tedeschi, che vivono di Hartz IV oppure sono occupati con un basso salario (Niedriglohnsektor),  vedono la questione in maniera diversa. Se si considera l'effetto negativo del settore a basso salario sulla struttura salariale complessiva, si puo' dire che le riforme hanno avuto un solo risultato: a pochissimi oggi va molto meglio, e a tantissimi oggi va molto peggio. I rappresentanti di questa grande maggioranza purtroppo non erano presenti a Davos. Quale ironia della storia, il predecessore di Merkel,  Schröder, aveva candidamente presentato 8 anni prima le motivazioni delle sue riforme strutturali esattamente nello stesso luogo:

"Dobbiamo e abbiamo già liberalizzato il nostro mercato del lavoro. Abbiamo dato vita ad uno dei migliori settori a bassa salario in Europa". Gerhard Schröder durante il suo discorso del 28.01.2005 al World Economic Forum di Davos.

Schröder puo' essere orgoglioso del suo successore e della sua sorella nello spirito. Quello che Schröder ha applicato in Germania, sarà applicato da Merkel in tutta Europa:

"Come possiamo essere sicuri di poter raggiungere nei prossimi anni una coerenza in termini di competitività anche all'interno dell'Unione monetaria? E a tale proposito non considero un livello di competitivà medio, piuttosto una competitività misurata dal fatto che avremo accesso ai mercati mondiali (...) Io immagino - e di questo stiamo parlando nell'Unione Europea - che sottoscriveremo un patto analogo al Fiskalpakt, con il quale gli stati membri si impegneranno ad aumentare il proprio livello di competitività su determinati punti che in questi paesi non raggiungono un livello sufficiente. Si tratterà di temi come il cuneo fiscale, il costo del lavoro per unità di prodotto, le spese per la ricerca, le infrastrutture e l'efficienza amministrativa".

L'Europa dovrà quindi seguire il modello tedesco, tagliare lo stato sociale e comprimere il costo del lavoro. L'Europa perde quindi credibilità in quanto mercato e sceglie invece di impegnarsi in una competizione sui salari con i paesi in via di sviluppo. La cancelliera ha inoltre chiarito che cosa intende per armonizzazione a livello europeo dei costi del lavoro per unità di prodotto.  La Germania, secondo il messagio di Merkel, avrebbe fatto tutto bene. Cosi la Cancelleria di Berlino ha pubblicato in rete il discorso di Merkel con il titolo provocatorio: "I migliori come esempio". Quindi siamo i migliori, eh si'.

E' sorprendente quanto sia difficile imparare per la Cancelliera. Fra gli economisti amici di Merkel non vi è alcun dubbio : l'Eurozona potrà avere un futuro solo se i costi del lavoro per unità di prodotto e la produttività all'interno dell'Unione monetaria potranno convergere. Alla convergenza appartengono naturalmente entrambi i lati. La Germania dovrebbe necessariamente muoversi verso i suoi vicini, ad esempio attraverso salari piu' alti, indispensabili  per una convergenza economica. Ma di cio' la Cancelliera non ne vuol sapere. Se fosse per lei, l'Europa avrebbe una sola strada - la via verso il basso, il percorso della moderazione salariale, della riduzione dei diritti dei lavoratori e della scomparsa dello stato sociale. Imparare dalla Germania significa imparare a vincere, i migliori come esempio.

Come i nostri vicini abbiano interpretato il messaggio, è abbastanza chiaro. La domanda centrale dovrebbe essere: quale diritto vorrebbe avere Angela Merkel? Già Brecht sapeva che solo i vitelli piu' stupidi si scelgono da soli il loro macellaio. I vitelli tedeschi devono essere abbastanza stupidi, non sarebbe possibile spiegare altrimenti il successo di Merkel. Ma su questo i nostri vicini di casa non possono fare nulla. L'Europa non è un protettorato tedesco, piuttosto l'unione di diversi stati sovrani e la Cancelliera non ha alcun mandato per dettare la sua politica agli altri stati sovrani. Tuttavia, se pretende di avere "in Europa un ruolo molto proattivo",  come scritto sul sito internet della Cancelliera, Merkel non ha fondamentalmente capito che cosa esattamente significhi la democrazia.

Per raggiungere i suoi obiettivi, procede mano nella mano con la Commissione Europea. Qualcuno si meraviglia che gli europei siano stanchi di questa Europa? Un Europa che serva solo a limitare la democrazia, la sovranità e la partecipazione degli europei non ha futuro e nessuna ragione di esistere. Se gli europei vogliono salvare l'Europa e il pensiero europeo, devono liberarsi da questo abuso.  Devono sfidare Merkel. E' arrivato il momento, nonostante tutto!



26 commenti:

  1. Se non cambia presto qualcosa, seremo annessi alla germania insiemi ai nostri stipendi come ha detto il prof. Bagnai .... aiuto!!! :(

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  2. Aspettiamo la nuova scoppola che prenderà con le prossime votazioni in Germania. Solita cantilena: loro contro il resto del mondo. Sappiamo com'è andata a finire. Sceglieranno loro di uscirne, formando il gruppo coeso del Nord. Loro sono una AVO. Noi del Sud potremmo unificarci e creare la nostra aria ottimale, facendo attenzione a non ripetere gli stessi errori del mercantilismo di ieri e di oggi. Questo per iniziare.

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  3. Hanno fatto i conti senza l'oste Obama...non diura minga la festa mercantilista "free rider" della merkel (appoggiata dalla BCE)...al Treasury le hanno già "preso le misure"
    http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/12/4/FINANZA-Dagli-Usa-un-attacco-alla-Germania-che-fa-esultare-l-Italia/343928/
    E in Giappone, acquistano euro per svalutare gli Yen mentre tolgono il cap al deficit e reflazionano, dando ordini alla banca centrale.
    Ma su, i giornali tedeschi rischiano di dare notizia della sconfitta quando già saranno dentro un bunker a Berlino.
    Certo questo articolo è critico, ma l'opinione pubblica quanto inizia veramente a capire?

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    1. purtroppo non mi sembra che gli usa siano molto propensi a facilitare la disntegrazione dell'eurozona !!! addirittura fanno pressioni affinchè uk non esca da ue...

      purtroppo -ripensandoci- gli conviene troppo una moneta legata ad un finto gold standard mentre loro e giappone fanno un po'come gli pare...inoltre il calo domanda in eurozona e comunque la crisi del club med non li coinvolge piu' di tanto...

      se è vero quello che scrivono (e non è detto lo sia) obama avrebbe chiesto garanzie a napolitano per sostenere l'euro e la stabilita' in europa....
      La critica alla politica economica germania c'è ma è un po' come suggerire
      alla germania le sue responsabilita' nel riequilibrio dell'euroroza...

      ps:devo continuare su orizzonte48 quel discorso sul giappone e moneta endogena
      (avevo motivato istwine a dare il meglio^^ ) che non avevo potuto seguire come avrebbe meritato

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    1. Jorg, è quello che ognuno di noi sta facendo, nei limiti dei propri mezzi... non è facile per nessuno... a Davos la nostra amica Angela recitava il mantra "l'austerità è salvezza", intanto Soros e Stiglitz mostravano la realtà a chi aveva voglia di aprire gli occhi. Ma è dura anche se sei un Premio Nobel o un multimiliardario.
      Ma continuiamo a parlare, a proporre, a spiegare, a confrontarci, a visitare gli uni i blog degli altri... è la via.

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    3. Caro Jorg,
      oltre a tenere un blog - http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/aso-e-abela-politica-fiscale-creativa.html,- tra l'altro "aperto" al contributo di tutti quelli che vogliono impegnarsi a scrivere un post (già una decina di redattori), e a passare il tempo anche a rispondere alle mails private che mi inviano, a scrivere articoli su riviste "tecniche", a incontrare ogni genere di persone coinvolte nella "questione", dovendo pure lavorare per vivere, non saprei più cosa inventarmi :-)
      E comunque rimango convinto che in Italia i "consapevoli" possano passare dallo 0,0001, allo 0,01, cioè centuplicarsi. Al massimo. E già sarebbe un risultato eccezionale.
      Ma la "liberazione" non arriverà per foze "endogene"...

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  5. scusate, c'è qualcuno che può spiegarmi cosa significherà questo maledetto taglio salariale?
    Taglieranno in Italia i salari dei lavoratori delle imprese private?oppure i salari dei lavoratori statali?oppure tutti e due?e di quanto?grazie

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    2. Si, ma a me interesserebbe sapere secondo voi quanto hanno intenzione di tagliare?devono far "riprendere" le imprese giusto?!(per far tornare in Italia i soldi finiti in Germania);di quanta deflazione hanno bisogno?

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    3. deflazioneranno fino a che glielo lasceremo fare. teoricamente fino a ridurci come i lavoratori dell'800...che dormono vanno a lavorare 12 ore tornano a casa e distrutti tornano a letto. almeno questo sarebbe il loro scenario ideale. bisogna vedere dove questo si scontrerà con la volontà popolare...che possono indirizzare ma non imbrigliare all'infinito.

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    5. Ciao a tutti. Credo che, come già scritto dagli altri, non esista limite. Questo perchè è nella natura umana schiacciare il prossimo per il proprio tornaconto. Perciò possiamo solo aspettarci il peggio... del peggio!
      A parte questo, penso, e le prove sono nelle manovre economiche dei governi precedenti, che sarà ancora il settore privato a pagare le conseguenze di tutte le scelte (scellerate) deflazionistiche. Gli statali sono una casta bene definibile ma, soprattutto, GRANDE!! Sono 3 milioni con almeno altri 3 tra parenti stretti e amici degli amici che vogliono partecipare alla "mensa".
      Totale: 6 milioni di voti.
      Fate vobis...

      Per quanto riguarda la Merkel... ormai è chiaro che tra essere la portavoce dei "poteri forti" tedeschi e la solita (imbecille) idea dell'egemonia tedesca, possiamo solo sperare che la culona (mai termine fu più adatto) si prenda altre scarpate nel fondoschiena da parte degli elettori. Forse sono un po' esagerato, ma a me pare che qui si ripeta ancora la storia, quella con la S maiuscola. Non c'è il Kaiser e nemmeno i panzer, ma l'Europa rischia veramente di autodistruggersi per la 3 volta in meno di 100 anni e "grazie" allo stesso paese.

      p.s. ottimo sito, complimenti al "parun" ;-)

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  7. taglieranno tutti i salari gradualmente. un poco alla volta, anno per anno. oppure semplicemente smetteranno di rivalutarli ad un inflazione del 2,5% annuo. il potere d'acquisto dei nostri salari calerà anno per anno senza speranza di inversione. fino a che l'euro sarà in vita.

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  8. l'ha già detto fassina nel suo blog e nell'intervista allo FT, ma si è guardato bene dal tradurlo in italiano per i vitelli che ancora votano il PUDE (parito unico dell'euro): non pensano di tagliarli tout-court, ma di congelarli, ovvero lo lasceranno fare all'inflazione eliminando ogni residua forma di adeguamento (scatti di anzianità, etc.). L'altro strumento che intendono adottare è una riforma della giustizia che consenta di rendere ancora più veloci le residue cause di lavoro, ovvero dopo aver mutilato l'art. 18, adesso vogliono anche rendere più spedito l'iter di licenziamento. La paura di essere licenziati unità alla certezza di non aver riconosciuto nessun diritto farà sì che il lavoratore "autonomamente" decida di sottostare a condizioni di lavoro ancora più sfavorevoli (curva di Phillips, noto economista proctologo).

    Così è più chiaro?

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    1. Ma così non si recupererebbe mai il gap sulla Germania.
      Per assurdo si farebbe più in fretta ad arrivare al 20% di disoccupazione per poi riassumere tutti come interinali a 500 Euro mensili. Ma dove finiremo?

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    3. Il blog lo fanno i vostri commenti, grazie ancora. Sono peraltro pienamente convinto che una delle primissime mosse del futuro governo sarà convocare le parti sociali per mettersi d'accordo su una stagione di moderazione (o forse congelamento) salariale. Ripetere l'esperienza tedesca degli ultimi 15 anni, con lo svantaggio che questa manovra sarà fatta in una fase europea di bassissima crescita. Se poi al governo ci saranno PD e SEL, come sembra abbastanza probabile, la manovra sarà ancora piu' facile. Il Bersy e il suo amico poeta riusciranno a convincere i lavoratori che in fondo tutto questo è nel loro interesse.
      Sui giornali tedeschi poi c'e' stato un lungo dibattito su quale fosse la misura piu' corretta per valutare il recupero di competitività del sud Europa: l'inflazione o il CLUP. La Bundesbank usa il CLUP, i Sinniani il tasso di inflazione. Non so chi fra i due abbia effettivamente ragione. Devo dire che riuscire a tenere l'inflazione italiana per N anni piu' bassa di quella tedesca resta un compito moooolto mooolto difficile...

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  9. grazie g.b. e grazie a tutti gli altri.è bello condividere tematiche così importanti

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  10. l' ha gia' descritta marx 160 anni fa , si chiama "legge ferrea dei salarii" , laddove il capitale lasciato "libero" di massimizzare il proprio rendimento procede sempre inevitabilmente al sequestro del plusvalore fino al limite della sopravvivenza della forza lavoro .( senza la quale ovviamente il " rendimento" cesserebbe :-))

    Ed e' molto divertente vedere che OVUNQUE in europa questo "servizio" al capitale e' stato viene e sara' imposto da ex-socialisti ed ex-comunisti :-)

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  11. Nell'europa del XXI secolo, siamo di nuovo a sperare che l'incrociatore Aurora spari sul palazzo d'inverno.......

    Un secolo di storia sprecato...... :-(

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  12. Tutto gravissimo!!!
    deflazione mercato lavoro per competere con i salari dei mercati asiatici: questo è lo scenario dei migliori - "uber alles"

    Ma che vadano a c.....!

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