venerdì 15 marzo 2013

Cosa vuole il professore anti Euro?


FAZ dedica un altro articolo alla nuova formazione politica anti-Euro „Alternative für Deutschland“. Chi è il suo leader Bernd Lucke e cosa vuole veramente? L'attenzione intorno al movimento è grande. Da FAZ.net
Bernd Lucke è il volto di „Alternative für Deutschland“. E' sempre gentile ed educato, ma per la politica gli manca aggressività. Il suo partito entrerà al Bundestag, lui ci crede.

Per il momento alla matricola politica Bernd Lucke le cose vanno piuttosto bene. Il suo partito, che si batte per la dissoluzione dell'Eurozona, ha appena una settimana di vita, ma lui non riesce a difendersi dai tanti interessati che lo cercano in continuazione. Il telefono del professore di economia e 5 volte padre suona senza pausa. Media nazionali ed esteri lo assalgono. La Bild Zeitung ha titolato: "Dobbiamo aver paura di questo professore anti-Euro?".

Anche i partiti tradizionali sembrano un po' nervosi. All'inizio volevano ignorare il nuovo concorrente. "No comment" si diceva qualche giorno fa dalla Adenauer-Haus. Adesso sembrano pero' inquieti, dopo che al primo incontro pubblico di „Alternative für Deutschland“  nella sala comunale di Oberursel sono accorsi oltre 1200 cittadini. La CDU teme che i suoi elettori possano uscire dal recinto. Il capogruppo dell'Unione Volker Kauder, uno degli uomini politici piu' influenti nella CDU, ha ritenuto necessaria una reazione. "Questo gruppo è la paura del futuro istituzionalizzata", ha criticato su Spiegel Online. "Dobbiamo essere coraggiosi e avere la volonta di progettare l'Europa, nonostante tutti i difetti delle regole che ci siamo dati sull'Euro fino ad ora". La Germania ha bisogno dell'Europa.

Tematizziamo le preoccupazioni della gente

Lucke non vuole sentirsi accusato di spargere paura. Il cinquantenne di Amburgo parla con calma e precisione, è esattamente il contrario di un chiassoso populista o di un agitatore. "Kauder ha ragione quando dice che tematizziamo la paura della gente. A causa dei cosiddetti Eurosalvataggi e delle garanzie miliardarie sottoscritte siamo finiti in una situazione molto pericolosa, ma il governo sembra minimizzare i rischi". Non si ritiene un anti-europeo, ma critica "l'eccessiva burocrazia" e il "deficit di democrazia" dell'Unione Europea.

Già due anni fa Lucke aveva organizzato una votazione fra circa 200 professori di economia, dei quali il 90% criticava le politiche di salvataggio Euro. Con gli Eurosalvataggi non si stanno salvando i paesi in crisi, perché questi sono scivolati in una profonda recessione; piuttosto si garantisce il denaro delle banche, dei fondi hedge, e dei creditori che hanno comprato i titoli di stato. A Cipro, teme Lucke, con il denaro dei contribuenti europei si stanno salvando i patrimoni degli evasori fiscali e della  mafia russa: "Per certi versi è perverso", secondo Lucke.

"Ora è il momento del salvataggio permanente dell'Europa del sud"

La strada che porta a fondi di salvataggio sempre piu' grandi è sbagliata. "Tre anni fa, nella primavera del 2010, il Ministro delle finanze Schäuble disse che i salvataggi non sarebbero costati nulla al contribuente e che i programmi di aiuto finanziario sarebbero durati al massimo altri 3 anni - ora è arrivato il momento del salvataggio permanente del Sud Europa". Il governo, offrendo garanzie sul debito, si è spinto sempre piu' avanti - "i salvataggi Euro sono un fiasco", aveva detto Lucke in un'intervista alla FAZ un anno fa. "Critico il governo perché non ha una exit strategy", ammonisce Lucke. Il macroeconomista che ha studiato a Bonn e Berkeley, ha fatto ricerca sulle teorie congiunturali ed è stato consigliere della Banca Mondiale, fa la sua proposta per la soluzione della crisi Euro. "Non sto parlando di un'uscita improvvisa dall'Euro, sono per un'uscita indolore dei paesi deboli come la Grecia attraverso l'introduzione di una valuta parallela". Con questa valuta nazionale parallela, ad esempio, il governo di Atene potrebbe pagare i suoi dipendenti.

Il denaro sui conti resterebbe denominato in Euro. "In questo modo non ci sarebbe alcun incentivo verso un bank-run e non ci sarebbero fughe di capitali spinte dal panico", dice Lucke. Cosi' i paesi che nell'Unione monetaria non ce la fanno, perchè non sono competitivi, a poco a poco potrebbero uscire. Molti economisti ritengono la dissoluzione dell'Euro come un'impresa impossbile. Il Consiglio dei saggi economici (Sachverständigenrat zur Begutachtung der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung) lo scorso anno aveva messo in guardia: le conseguenze di una rottura incontrollata dell'Euro sarebbero una violenta recessione, gli investitori si troverebbero in stato di shock.

"Uscita dall'Euro ordinata"

Lucke vuole evitare proprio questo. Parla di un'uscita ordinata dall'Euro. Con il suo partito ha già causato le reazioni rabbiose di altri economisti. Sebbene Lucke resti lontano da posizioni nazionaliste e parli addirittura "di solidarietà con i paesi in crisi", il direttore di IMK (Instituts für Makroökonomie und Konjunkturforschung ) Gustav Horn lo ha attaccato duramente. "Il tono nazionalista del fondatore del partito suona alquanto disgustoso", ha detto Horn ad „Handelsblatt Online“. "La professione in questo modo viene ulteriormente screditata, piu' di quanto non lo sia già".

In politica Lucke resta una matricola, sebbene sia stato per 33 anni membro della CDU. "Il partito incarnava i miei valori di fondo, quando si trattava di bilanciare solidarietà e libertà, inoltre sono cristiano e anti-comunista". Dopo la fine della DDR il giovane dottore in economia è stato per un breve periodo collaboratore del Comitato dei saggi per l'introduzione dell'economia di mercato nella DDR. In seguito è stato consigliere e redattore per il senatore berlinese Elmar Pieroth (CDU). Da 15 anni è direttore dell'Instituts für Wachstum und Konjunktur.

Nella CDU e nella FDP c'è preoccupazione

Chi farà le spese della nuova concorrenza? Nelle file della CDU e della FDP c'è preoccupazione. "Per noi non è un bene. Perché i voti potrebbero arrivare dal nostro elettorato", ha detto ieri il vice capogruppo dell'Unione Michael Fuchs. "Mi hanno già chiamato dei deputati della CDU per chiedermi di non scendere in campo", dice Lucke. E' in contatto anche con alcuni deputati della FDP. Altri stanno addirittura pensando di passare ad „Alternative für Deutschland“. Lucke ritiene che anche molti elettori della SPD e in generale molti contribuenti restano critici verso gli euro-salvataggi.

Tuttavia Lucke non è ancora un grande oratore. Ha qualcosa di professorale, sempre gentile e premuroso. Ma con le sue cravatte colorate fuori moda puo' sembrare anche un po' noioso. Per la politica gli manca la necessaria aggressività, e inoltre puo' risultare un po' accademico. „Herr Professor“, lo ha chiamato il capogruppo FDP Rainer Brüderle, per sottolinearne la presuntuosità, quando Lucke nel talk-show di  Maybrit Illner sulla ZDF ha ripetutamente parlato della violazione della clausola di "No bailout" nel trattato di Maastricht.

Lucke pensa di superare la soglia del 5%

Lucke è convinto che la sua „Alternative für Deutschland“ riuscirà a raccogliere le firme necessarie - 2000 in ogni Land - per l'ammissione alle elezioni federali. E' convinto di poter superare la soglia del 5 %. I ricercatori elettorali sono molto piu' scettici. Il primo tentativo di una cooperazione con i "Freie Wähler" è fallito. Secondo un recente sondaggio il 23 % dei tedeschi non esclude di votare per il nuovo partito euroscettico. Ma i risultati del sondaggio sarebbero solo un indicatore del livello generale di insoddisfazione presente fra la popolazione, sottolinea il presidente dell'Istitituo demoscopico Forsa, Manfred Güllner. "Se il partito dovesse realmente competere, raggiungerà a mio avviso un risultato simile a quello dell'iniziativa Pro DM", secondo Güllner.

Quel piccolo partito falli' raccogliendo nelle urne una percentuale inferiore all'1%. In quelle elezioni la CDU aveva preparato un manifesto con la famosa domanda: "Quanto ci costa l'Euro?". Il manifesto conteneva inoltre la promessa di escludere l'assunzione di una garanzia sul debito degli altri paesi. Il trattato di Maastricht lo proibiva. "Un eccesso di debito in uno stato membro è da escludere a priori".

27 commenti:

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  2. i soldi sui conti rimarrebbero in euro mentre i dipendenti verrebbero pagati in moneta "parallela" ? Ecco che escono allo scoperto! Scommetto che oltre ai soldi sui conti rimarrebbero denominati in euro anche i crediti concessi! E beh! Allora non illudiamoci, sono funzionali ai soli interessi tedeschi di liberarsi dei paesi periferici, che oramai non comprano più i loro beni, mantenendoli però in uno stato di soggezione. Già, perchè da un lato le aziende dei paesi periferici acquisite dai tedeschi comincerebbero a pagare gli stipendi nella valuta locale svalutata, mentre invece i crediti contratti dai paesi periferici continuerebbero ad essere pagati in euro proteggendo il valore dalla svalutazione.

    Ma se è così, allora sono peggio dello status quo, che almeno arriverà ad una rottura senza ambiguità.

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    1. Non è detto. Non sono un economista ma avendo qualche risparmio sudato rimastomi dopo essere stato spremuto dalla ns. beneamata casta e guarda caso investito nei ns. titoli di stato se potessi evitare anche la perdita di valore che anche gli economisti più prudenti giudicano nel 30% ne sarei soddisfatto. Non solo i capitalisti investono nei titoli di stato, se lo ricordi! Cmq. mi fa piacere vedere che esiste anche qualcuno oltre le Alpi che pensa ad un'uscita indolore dall'Euro.
      Certo, da un lato fa sorridere il pensare che i tedeschi non apprezzino per loro i "professorini" ma li vogliano imporre ai "porci" del Sud Europa!!!

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    2. perchè risparmi svalutati?
      Sarebbero svalutati se tu vivi all'estero, ma se invece lavori, abiti e consumi in Italia non vedi significativi perdite di risparmio: se prima la casa la compri con 200.000€ poi la compri con 200.000 new lire (cercavo il simbolo nella tastiera e mi sono accorto che uno dei pochi svantaggi è quello di comprare tastiere nuove con il simbolo della lira).
      L'inflazione aumenterà probabilmente meno di quello che io penso (e già penso che aumenterà al massimo di 1% in più).
      Così ci dice la storia economica del '92 in Italia e del 2009 in Polonia.
      D'altronde: il Giappone ha svalutato di circa il 20% in pochi mesi rispetto al dollaro e mi sembra che nessun giapponese si sia strappato le vesti per aver perso valore dei risparmi, anzi la loro Borsa ha fatto record su record

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    3. @Dante, non sei un economista e si vede, nn te la prendere eh ? Ma i tuoi titoli non vengono svalutati, un' uscita corretta avviene per decreto, con cambio 1:1 con banche chiuse (possibilmente un week end lungo o un ponte festivo) significa che il primo giorno utile tutti i contratti regolati da legislazione italiana vengono convertiti nella nuova valuta, i 2.000 euro sul tuo conto sono diventati 2.000 "fiorini", chiamiamoli così, e i tuoi 20.000 euro in titoli sono diventati 20.000 fiorini in titoli, quando il fiorino accederà al libero scambio sui mercati, comincerà a svalutarsi, cosa che richiederà 1 anno o più, i tuoi soldi rimarranno uguali per te che vivi in Italia e spendi Fiorini, i titoli si deprezzano per chi vive all' estero e nel suo paese utilizza ancora Euro o dollari.
      Questo oltretutto permette di abbattere il debito pubblico estero del valore della svalutazione, ma non credere che sia un pacco rifilato ai creditori esteri, cosa credi che prezzi lo spread ? Perchè noi paghiamo 3 punti in più rispetto alla Germania ? Gli investitori pretendono un 3% in più proprio per il rischio uscita e quindi svalutazione della moneta, cosa che una volta era normale e questo dava anche un freno ai movimenti di capitali internazionali.
      Prima dell' Euro la banca (x) tedesca se voleva investire in titoli del debito spagnolo perchè rendevano di più, doveva fare i conti con la possibilità di svalutazione della peseta spagnola e quindi ci pensava due volte, l' Euro ha tolto questo rischio per cui per un certo periodo i tassi hanno visto una certa convergenza e i capitali si sono mossi, ora questo rischio torna d' attualità e si parla di spread tutti i giorni, cosa che fino ad un anno e mezzo fa era impensabile.

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    4. @dante

      in caso di uscita "ordinaria" dall'euro, in Italia si applicherebbe la lex monetae che significa che sia il tuo reddito, ma anche i tuoi crediti e i tuoi debiti, così come tutti i contratti stipulati, verrebbero convertiti nelle nuove lire, e quindi per te italiano in Italia non cambierebbe nulla. Cambierebbe se tu fossi un straniero che ha comprato titoli italiani (sia pubblici, che privati) il quale avrebbe prestato euro e gli verrebbero restituite delle nuove lire, le quali non è che si svalutano nel microsecondo successivo all'uscita. Ecco cosa vogliono i professori tedeschi: vogliono evitare che i loro crediti nei confronti dei paesi periferici si svalutino, obbligando i paesi periferici a continuare a restituire euro anche dopo che hanno la loro moneta. A questo punto ecco che l'uscita anche per te, caro Dante, diventerebbe molto costosa, perchè è come se il tasso di interesse a cui ti hanno fatto il prestito aumentasse mano a mano che la tua nuova moneta si svaluta.

      Con questa bella soluzione, che si chiama uscita dall'alto, ci darebbero il colpo di grazia e potrebbero così continuare la spoliazione delle economie periferiche, e quindi di quella italiana.

      I professori tedeschi sono innanzitutto tedeschi, poi sono tedeschi, e solo dopo sono economisti. Questo cosiddetto nuovo partito alla fine è la politica della Merkel sotto copertura.

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    5. L'unica soluzione comincia con l'uscita dal basso, cioè l'Italia che saluta tutti e se ne va per la sua strada (
      che è certamente più rigogliosa del declino attuale), applica la lex monetae, rinazionalizza banche e infrastrutture strategiche (autostrade, telefonia) riporta la Banca d'Italia sotto il controllo del Tesoro, investe in Università pubblica, scuola pubblica, asili pubblici, sanità pubblica e manda a quel paese teorie neo-liberiste che hanno riportato in auge la barbarie che si basa sulla supremazia del più forte. E stai tranquillo che così i tuoi titoli non li perdi, magari rendono meno, ma guadagni molto di più in termini di reddito indiretto e differito.

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    6. dal mio punto di vista uscita dal basso o dall'alto non cambia molto. Per dimostrarlo faccio come esempio il caso limite:
      tutti escono dall'alto meno i PIGS: in questo caso l'euro NORD si rivaluta e quello SUD si svaluta, per cui che sia euro sud o new lire sarebbero comunque svalutati.
      Altro caso limite esce solo la Germania (anche se ovviamente sarebbe seguita a ruota quantomeno da Finlandia e Austria e forse Olanda).
      Anche in questo caso l'euro nord si rivaluterebbe rispetto al sud di almeno il 10% (e probabilmente una andrebbe su del 5% rispetto ad una moneta terza e l'altra giù).

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    7. @Luca, no cambia molto invece (come ha giustamente detto g.b.) se si accettasse il concetto di doppia circolazione, come propongono i furbetti di Alternativa per la Germania, per noi sarebbe la rovina, avere noi la lira svalutata e mantenere il debito estero aggregato in euro ci darebbe la mazzata finale, è quello che vogliono perchè l' Italietta della liretta ha sempre rotto i koglionen alla krande Germania e sanno che se uscissimo unilateralmente la nostra economia ripartirebbe alla grande, come è già successo nel 92, se ci mettessero il cappio al collo dei debiti in euro godrebbero di un ventennio di vantaggio, tanto ci vorrebbe a noi per risollevarci.

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    8. A mo avviso se esce la Germania e compagnia il debito sarebbe sempre in Euro senza di loro (e quindi un euro del sud svalutato).

      In quel caso non sarebbe la new lira a svalutarsi ma l'euro senza il nord: non vedo differenze sostanziali.

      Anzi per assurdo all'Italia converebbe aderire ad un euro dei PIGS che avrebbe probabilmente una svalutazione del 30-40% (contro il 20-25 della "new lira"). Infatti la svalutazione totale è circa una media pesata della perdita di competitività dei vari paesi (e la Grecia e Portogallo sono messe peggio di noi avendo avuto in questi anni un differenziale di inflazione più alta rispetto alla Germania).

      Un guaio sarebbe se i debiti fossero sempre nominati nella valuta del NORD. Poi a dir la verità penso che un parziale default almeno per il debito estero in questo caso non sarebbe da escludere (anzi da sperare)

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    9. comunque che all'Italia convenga uscire PRESTO dall'euro sono d'accordo al 100%

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    10. A va bene, ma stiamo dicendo la stessa cosa, cioè che tutti i contratti in essere vengano rinominati nella nuova valuta, che sia lira o euro sud, ma non è quello che vogliono ad Alternative für Deutschland, quello che dice lui è molto chiaro, gliel' ho sentito dire anche di persona in un intervista: doppia circolazione di moneta nazionale ed euro, conti correnti, titoli, crediti e debiti restano in euro, questo significa che ti pagano in lire o euro sud, quel che l'è ma il tuo mutuo resta in euro (nord) e pure i debiti esteri pubblici e privati, questo sarebbe la totale spoliazione dei paesi prima di lasciarli andare.

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    12. A dire la verità non ho studiato in dettaglio la loro proposta (o come si può chiamare).
      Però se la Germania esce (e con essa almeno la Finlandia e Austria perchè dubito che la Germania possa uscire senza essere presto seguita dai suoi vassalli) e addotta una SUA nuova moneta indubbiamente l'euro dovrebbe restare la moneta dei restanti e quindi seguire l'andamento (e la svalutazioni) delle economie restanti.
      Anch'io preferirei comunque un'uscita dal "basso" di Italia da sola o al massimo accompagnata dai paesi mediterranei.
      Infatti in un'uscita della Germania l'euro non si svaluterebbe quanto servirebbe a noi e soprattutto ci farebbe solo cambiare padrone: dalla Germania alla Francia.
      Forse sarebbe un padrone meno duro, ma pur sempre un padrone che non farebbe i nostri interessi.

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    13. Non dimentichiamo che una cosa simile è accaduta in Argentina e dopo solo due anni gli stessi (le banche straniere) che avevano buttato al macero l'economia argentina sono tornati ad acquistare a piene mani sul mercato argentino.

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  5. intanto il padrone parla, non dobbiamo assolutamente sforare il deficit, altrimenti le nostre PMI non falliranno:

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-16/weidmann-bundesbank-italia-blocca-125022.shtml?uuid=AbkDFieH

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    1. Ho fatto un sogno strano, Weidmann aveva un antenato che faceva l'impiegato al tempo delle navi con i rematori/schiavi. Batteva il tamburo. Anche l'antenato di Monti forse, era un operatore in quella nave. Frustava i rematori. Ad un certo punto, l'antenato di Weidmann aumento' troppo i battiti e quello di Monti le frustate, i rematori non tennero il ritmo e alla fine si ribellarono......stanziale

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  6. L'Italia non ha petrolio, non ha gas, non ha materie prime.... se si troverà ad avere una valuta più povera del 20/30% si troverà le medesime materie prime aumentate del differenziale corrispondente...
    Non mi pare una gran furbata...

    MArioC

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    1. Mario, grazie per il tuo commento, ma l'argomento è stato sviscerato tante volte. Le svalutazioni servono a questo, a rendere i prodotti esteri piu' costosi e piu' economici quelli prodotti in italia. Invece di comprare la polo e la classe A, gli italiani tornerebbero a comprare le fiat e le alfa, perchè le auto tedesche costerebbero un 10%, un 20% o un 30% in piu'. Se l'italia svaluta del 30 %, immagino un aumento del prezzo delle golf minore della svalutazione, perchè il germanico agirebbe sui margini pur di mantenere una parte della quota di mercato. Ma sostanzialmente il meccanismo sostitutivo opera in questo modo. Sicome l'Italia ha ancora un'industra manifatturiera rispettabile, tornerebee ad accumulare grandi avanzi commerciali esteri. Hai presente gli anni '90? ecco come allora...E' chiaro che la benzina alla pompa costerà di piu', ma lo stato puo' agire sulle accise, e spostare il prelievo...

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    2. Osservazione corretta da mettere in coda ad un ripulisti totale di una fascia di parassiti. Scusa ma ci voleva.
      Ad ogni modo ottimo post e interessante articolo.

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  7. Grande post con l'intervento anche di 48! http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2013/03/mentre-leurozona-e-nel-caos-lirlanda-si.html.

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    1. Jorg, i tuoi interventi sono sempre i migliori, ma questa volta sono moderatamente d'accordo. Nel senso, se vado a vedere gli utli di VW, noto che i margini non sono poi cosi' all'osso. E siccome l'Italia resta per i tedeschi il sesto mercato di sbocco per le loro simpaticissme merci, mi aspetto che per non perdere tutte le quote di mercato, soprattutto per i prodotti dove l'elasticità della domanda al prezzo è elevata, decidano di non trasmettere sui prezzi finali il valore della svalutazione. Questo è anche il motivo per cui il valore di una svalutazione non si trasmette completamente all'inflazione importata che segue la svalutazione. Comunque restano tutte ipotesi teoriche, nella misura in cui al momento nel nostro amatissimo parlamento c'è una larga maggioranza pro Euro, il famoso PUD€. Una maggioranza pro Euro l'hanno trovata ad Atene, dove la situazione è N volte peggiore, la troveranno anche a Roma. Almeno in questo parlamento, al prossimo giro non ne sono cosi' sicuro...

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