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venerdì 31 gennaio 2020

Prosegue la campagna anti-Draghi della Bild

Prosegue la campagna anti-Draghi in chiave nazionalista della Bild, al centro di tutto c'è il mito del risparmiatore tedesco tradito e defraudato dalla BCE a guida italiana e dal "conte Draghila". Dalla Bild


L'uomo che ha bruciato miliardi di euro viene decorato...

Oggi a mezzogiorno al Palazzo Bellevue il presidente federale Frank-Walter Steinmeier ha assegnato la Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca a Mario Draghi, l'uomo che ha defraudato miliardi di euro ai diligenti risparmiatori tedeschi.

Steinmeier ha elogiato l'ex capo della BCE per la sua "competenza indiscussa in materia di politica monetaria" e per il "coraggio" mostrato nel suo ruolo di autorità monetaria. E inoltre ha aggiunto: “in tempi burrascosi è riuscito a tenere insieme l'euro e l'Unione Europea. In questo modo ha dato un grande contributo all'Europa. E con ciò ha fatto un ottimo servizio anche al nostro paese - lo dico con la massima consapevolezza".

Un plauso che difficilmente un risparmiatore potrebbe capire e giustificare. Perché solo nel 2020, Otto Normal (il tedesco medio) a causa dei tassi di interesse negativi di Draghi perderà più di 24,5 miliardi di euro - quasi 300 euro a testa per ogni cittadino!

Steinmeier nel suo discorso ha anche detto di considerare l'Ordine al merito federale come "un riconoscimento molto più appropriato rispetto all'elmo prussiano che le era stato dato all'inizio del mandato". Un colpo alla BILD.

Nel marzo 2012, infatti, all'inizio del suo mandato, la BILD aveva regalato a Draghi un elmo prussiano a spillo del 1871. Draghi aveva aggiunto: "L'elmo prussiano è un ottimo simbolo del mandato fondamentale della BCE: mantenere la stabilità dei prezzi e proteggere i risparmiatori". E poi: "La Germania è un modello ".

Steinmeier: “L'elmo a punta ricorda un periodo in cui l'Europa sarebbe dovuta guarire secondo la ricetta tedesca (am deutschen Wesen soll die Welt genesen). Fortunatamente oggi siamo più avanti: la Germania fa parte di questa Europa comune".

Per anni la Banca centrale europea guidata da Draghi (autunno 2011 - autunno 2019), ha garantito denaro a basso costo con dei bassi tassi di interesse - per la gioia dei mutuatari, causando tuttavia una grande sofferenza ai risparmiatori tedeschi: non ci sono più interessi sui conti deposito e sui conti correnti. Ma dato che i prezzi continuano a salire (inflazione), si riduce il potere d'acquisto del risparmio!

Negli otto anni del suo mandato i risparmiatori tedeschi hanno perso 120 miliardi di euro, come calcolato dalla Banca Comdirect in esclusiva per la BILD.

Alla fine del mandato alla BCE del presidente Draghi, la BILD Zeitung, con l'aiuto degli economisti di Allianz, ha calcolato quanto denaro i risparmiatori tedeschi hanno perso sui loro 10.000 euro depositati su di  un libretto di risparmio.

Secondo Allianz, il potere d'acquisto di 10.000 euro sul libretto di risparmio da gennaio 2009 all'inizio del 2019 è sceso a 9.676 euro: meno 324 euro - una perdita superiore al 3,2%!


Sui conti deposito non vincolati (Tagesgeldkonto) a giugno 2019 gli originali 10.000 euro erano diventati solo 9.017 euro. Vale a dire, corretto per l'inflazione, un risparmiatore con un conto deposito avrebbe perso 983 euro di potere d'acquisto - pari ad una perdita di valore superiore al 9,8%!

La BILD pertanto nell'estate 2019 ha chiesto a Draghi di restituire l'elmo prussiano! Ma Draghi ha risolto il problema. Lo ha anche detto in parte in tedesco: “C'è un vecchio detto tedesco: un regalo è un regalo. Ho intenzione di tenerlo ".

Critica al riconoscimento a Draghi

I politici della CDU, della CSU e della FDP criticano il riconoscimento conferito all'ex banchiere centrale dell'eurozona in quanto lo considerano incomprensibile. "Qual è il merito del signor Draghi nei confronti del nostro paese?", ha detto ad esempio Markus Blume, il segretario generale della CSU, alla "Bild am Sonntag". I critici da sempre si lamentano per la politica dei tassi di interesse a zero della BCE tenuta sotto Draghi, a spese dei risparmiatori tedeschi.

Il ministro degli Esteri Heiko Maas (SPD) per questa ragione aveva proposto l'ex presidente della Banca centrale europea. Secondo l'Ufficio della Presidenza, anche i precedenti capi della BCE Jean-Claude Trichet e Wim Duisenberg avevano ricevuto questo alto riconoscimento.




domenica 15 settembre 2019

Il turismo in Siria dei rifugiati siriani in Germania

Non esistono dati ufficiali ma sembra una pratica alquanto diffusa fra i rifugiati siriani in Germania: trascorrere una lunga vacanza in Siria, il paese di origine, dal quale tuttavia erano fuggiti perché perseguitati. A Berlino ci sarebbero addirittura delle agenzie specializzate che offrono dei pacchetti all-inclusive. Sulla stampa tedesca se ne è parlato molto, ma le autorità tedesche probabilmente preferiscono chiudere un occhio sul turismo truffaldino degli asilantiNe scrive Manfred Schwarz su Tichys Einblick


I cosiddetti "rifugiati" arrivati in Europa occidentale oltrepassando i confini, spesso si recano illegalmente in vacanza proprio in quei paesi in cui presumibilmente sono dei perseguitati. Casi di questo genere sono stati riportati soprattutto in Germania, Svizzera e Norvegia. Spesso questi "rifugiati" si recano nei loro paesi di origine per visitare conoscenti, amici o parenti e i viaggi possono durare anche oltre 30 giorni.

L'80 % dei "richiedenti asilo" ha "smarrito" i propri documenti

Questo "turismo dell'asilo" truffaldino, che mostra tutta l'assurdità della legge sull'asilo, è facilitato anche dal fatto che oggi, almeno l'80% dei "richiedenti asilo", quando entra in Germania,  ha con sé gli smartphone piu' moderni o all'avanguardia, ma afferma di non avere documenti - sapendo perfettamente che le autorità locali sono in grado di rilasciare rapidamente i documenti sostitutivi ai migranti. Ovviamente secondo le informazioni fornite a voce dai "rifugiati", giuste o sbagliate che siano. Nessuno può verificare l'accuratezza delle informazioni personali. Porte spalancate ad ogni possibile frode.

I media del mainstream rosso-verde fondamentalmente evitano di parlare di questi viaggi truffaldini su larga scala. Giornali come "Focus" oppure la "Stuttgarter Nachrichten" in passato sono stati l'unica eccezione. I giornali di sinistra - soprattutto "Der Spiegel" - cercano persino di minimizzare il "turismo dell'asilo" o addirittura di giustificarlo. Anche fra le fila di quasi tutti i partiti politici regna un silenzio eloquente. E gli uffici preposti si sforzano di non pubblicizzare i casi noti.

Un giornalista della "Bild" ha fatto un'inchiesta 

Si è mossa invece in maniera alquanto diversa la "Bild", che con l'aiuto di indagini coperte - in maniera esclusiva ed esemplare - in particolare di un giornalista arabo, ha scoperto un vasto sistema di frode.

Il reporter responsabile Mohammad Rabie nel suo reportage ci spiega quanto sia facile oggi nel nostro paese, per i cosiddetti "richiedenti asilo" che vogliono "temporaneamente" ritornare nei loro paesi di origine, prenotare su larga scala simili viaggi truffa nelle agenzie di viaggio specializzate. Il giornalista della "BILD" Rabie, anch'egli un rifugiato arrivato dalla Siria, nel corso delle sue ricerche ha parlato con i connazionali, ma anche con gli agenti di viaggio specializzati in viaggi illegali verso i paesi di origine.

Apparentemente ci sono molti modi per ottenere, ad esempio, la possibilità di entrare in Siria. Quando c'è denaro a sufficienza, basta viaggiare attraverso il Libano, l'Iran o la Turchia.

E' sufficiente una telefonata alla compagnia aerea libanese "Nakhal", che sul suo sito Web indica un numero telefonico di Berlino, o all'agenzia di viaggi "Al-Outom" di Berlino-Neukölln (Sonnenallee) per dare avvio al tanto desiderato viaggio verso il paese d'origine, apparentemente (ma non realmente) pericoloso.

La Travel Agency araba scrive: servizio "All Inclusive"

Il giornalista della "Bild" con radici siriane nelle sue telefonate a "Nakhal" e "Al-Outom" dice chiaramente che "intende viaggiare nella sua terra natale, anche se ai sensi della legge sull'asilo non gli sarebbe premesso". La risposta di un dipendente dell'agenzia di viaggi: "Nessun problema. Ha solo bisogno di un passaporto siriano oppure deve richiedere un "biglietto per il trasferimento" presso l'ambasciata siriana. Al resto pensiamo noi".

Costo? Circa 800 euro da mettere sul tavolo. Per le tangenti (sembrano essere destinate principalmente alle guardie di frontiera al confine tra Siria e Libano), volo, viaggio in autobus e documenti. Esiste quindi un "servizio all-inclusive".

Mohammad Rabie afferma che molti dei "rifugiati" che si sono recati in patria in realtà non erano mai stati perseguitati politicamente. Inoltre, egli ipotizza che tra i passeggeri vi siano anche molti sostenitori del governo siriano di Assad. Di fatto il governo da cui presumibilmente erano fuggiti.

Solo una "piccola pausa dalla Germania"

Sui social media molti siriani riferiscono dei loro viaggi a casa. Il blogger Aras Bacho (20 anni, già condannato per molestie sessuali dalla giustizia tedesca) ha scritto a luglio su Twitter: "Due settimane fa, sei siriani che conosco sono partiti in vacanza per la Siria per visitare i loro familiari e prendere una pausa, soprattutto dalla Germania. Ti manca la patria, e poi i siriani ormai lo fanno quotidianamente!"

Mohammad Rabie per conto della "Bild" ha parlato con i rifugiati che sotto lo status di "richiedenti asilo" hanno viaggiato in Siria, paese che avevano lasciato perché presumibilmente lì erano dei perseguitati:

▶ Gina (38 anni, nome modificato) vive in Baviera. È arrivata in Germania nel 2015. Da allora la "rifugiata" è rientrata a casa due volte. "Sono rimasta due mesi, sono andata in vacanza", dice. Alla domanda sul perché sia ​​tornata in un paese da cui è fuggita, Gina ha risposto: "Ho visitato i miei tre figli. Lo farei di nuovo, anche se dovessi perdere il permesso di soggiorno".

Anche Maya dal 2015 vive in Germania. Presumibilmente ha visitato suo padre malato a Damasco. "Sono volata in Turchia, ho attraversato il confine presso la città siriana di Qamishli. Non ho informato le autorità tedesche perché temevo che il mio diritto di asilo venisse ritirato".

Con i documenti di asilo delle autorità tedesche senza problemi verso la Germania

Ma come fanno i rifugiati a rientrare in Germania? Si chiederà qualche coraggioso cittadino tedesco rispettoso della legge - che si occupa quotidianamente del suo lavoro e che paga regolarmente le tasse - quando sente queste storie. Anche il reporter arabo del più grande tabloid europeo ha fatto delle ricerche. La prassi abituale è quella di tornare, con i documenti di identità siriani, nel paese di transito da cui provengono .

Da lì si rientra in Germania con i documenti d'asilo tedeschi. "Se i documenti sono stati timbrati in Siria, ad esempio, puoi rientrare in Danimarca e dichiarare alla frontiera di aver perso il passaporto".

L'Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (BamF) da molto tempo è a conoscenza di questi viaggi speciali nel paese di origine. Ma il BamF non conosce cifre precise. La regola ufficiale è: se un tale viaggio in patria viene scoperto, si rischia - anche se quasi sempre solo teoricamente - una revoca dello status di richiedente asilo.

Anche il ministro Seehofer si è pronunciato, ma che valore hanno le sue parole?

Anche il ministro degli Interni Horst Seehofer si è espresso in maniera chiara sulla "Bild am Sonntag" dopo che sabato scorso la "Bild" ha parlato del turismo dei richiedenti asilo. Le parole del ministro devono essere lette con attenzione: "Chiunque si rechi regolarmente in Siria come rifugiato, non può seriamente pretendere di essere considerato un perseguitato in Siria". Solo chi si reca "regolarmente" in vacanza in Medio Oriente?

Il "ministro per la sicurezza" riduce drasticamente la possibilità di applicare i suoi annunci quando dice al "BamS" che è necessario "monitorare attentamente gli sviluppi in Siria". Seehofer: "Se la situazione lo consentirà, effettueremo dei rimpatri." Ah. Ma quando "la situazione" consentirà realmente di organizzare i rimpatri?

Il ministro si riferisce solo ai truffatori "siriani"? Che dire allora dei "rifugiati" dall'Eritrea, ad esempio, che sono anche loro noti per trascorrere le loro vacanze "a casa"? Gli esperti della "politica sui rifugiati" sanno che molto probabilmente la dichiarazione di Seehofer non vale nemmeno la carta su cui è stata stampata. La pratica quotidiana dei tribunali tedeschi smaschera le menzogne ​​del politico bavarese.

Chiunque abbia familiarità con le autorità competenti sa che le "procedure di disconoscimento" dello status di richiedente asilo richiedono una enorme quantità di tempo e grandi sforzi perché solo in questo modo possono essere a prova di tribunale. Anche nei pochi casi eccezionali in cui tale procedura è stata portata a termine con successo, i "vacanzieri in patria" colpiti dalle misure di solito ricorrono in tribunale. Ne risultano infinite cause legali che lo Stato deve pagare sotto forma di assistenza legale.

Anche se il BamF nei tribunali amministrativi dovesse effettivamente vincere, il rimpatrio sarebbe ugualmente molto improbabile. Per il "rifugiato", ad esempio, è sufficiente affermare di non avere i documenti o di soffrire di un disturbo d'ansia (ad esempio incubi notturni). La persona "in cerca di protezione", che ovviamente è un imbroglione, resta quindi nel paese. E così può regolarmente continuare a godere dei benefici sociali che rendono la Repubblica Federale apparentemente così attraente fra gli immigrati di tutto il mondo.

Chi controlla i "rifugiati" destinatari di Hartz IV?

I "rifugiati" che in Germania hanno ottenuto un "permesso di soggiorno" (di qualsiasi tipo - ce ne sono diversi) percepiscono da subito Hartz IV (appartamento o casa, spese di soggiorno, mobili, abbigliamento di base, assistenza medica gratuita, ecc.). Se i destinatari di Hartz IV legalmente considerati "rifugiati" vogliono viaggiare all'estero, devono informare il Jobcenter responsabile. Il viaggio potrebbe durare ufficialmente non più di tre settimane. Ma chi li controlla?

Nessuno negli uffici tedeschi vorrà ammettere che un qualsiasi dipendente o funzionario sia disposto o sia in grado di controllare dove si rechino realmente questi "rifugiati". La legislazione vigente non consente il viaggio nel paese di origine. Ma fra il personale delle autorità tedesche preposte, a chi potrebbe mai veramente importare?

Gli impiegati e i responsabili lo sanno molto bene: anche i vertici della politica generalmente non sono molto interessati al fatto che le leggi in questo ambito siano davvero rispettate o addirittura applicate. Perché ciò potrebbe generare una cattiva immagine e causare titoli spiacevoli sui giornali. E questo a sua volta potrebbe turbare il buon Michel (tedesco medio), il quale crede ancora che la "politica sui rifugiati" in Germania sia fatta rispettando il diritto.


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sabato 14 settembre 2019

Voci dalla stampa tedesca

Dalla stampa tedesca arriva un coro di critiche nei confronti di Draghi e della BCE a guida italiana. Sono ormai lontani i tempi in cui Draghi si faceva fotografare sorridente dalla Bild con un elmo prussiano in mano. Dalla Bild



L'eco alle decisioni della BCE: devastante!

Commentatori ed esperti del mondo finanziario si rivolgono a Draghi ricoprendolo di critiche!

- Handelsblatt scrive: "Nella sua lotta contro la bassa inflazione nell'eurozona, il presidente della BCE Draghi ha caricato un nuovo bazooka. (...) Non è pensabile che Mario Draghi possa essere considerato responsabile per la debole inflazione dell'eurozona. Ma lo è sicuramente per le tracce profonde lasciate dalla politica monetaria della BCE nei bilanci delle banche e nei conti correnti dei risparmiatori. Quando Draghi lascerà l'incarico a fine ottobre, lascerà alle sue spalle un'eredità pesante"

- Per quanto riguarda i nuovi acquisti di obbligazioni, Hans-Peter Burghof, professore di economia bancaria presso l'Università di Hohenheim, ha detto alla FAZ: "Penso che semplicemente sia molto problematico. Quali obbligazioni dovranno ancora essere acquistate? Prima o poi la BCE arriverà all'idea folle di acquistare azioni"

- La Neue Zürcher Zeitung descrive le misure della BCE come "azionismo selvaggio". Si tratterebbe "piu' che altro di un segno della sua impotenza". E inoltre: "A beneficiarne saranno solo i possessori di azioni, i proprietari di case, i debitori. L'economia nel suo complesso, tuttavia, soffrirà per gli effetti collaterali. Una medicina inizialmente salutare è degenerata in un veleno".

- La "Rheinische Post" titola: "i piu' stupidi sono i risparmiatori europei". E scrive: "la decisione della BCE può essere ricondotta a un semplice denominatore: gli stupidi restano i risparmiatori, e fare debiti continua ad essere premiato. Le istituzioni monetarie di Francoforte non sembrano avere idea di come sia possibile liberare l'Europa da questo dilemma". E ancora: "in questo modo nella società si crea una nuova frattura sociale potenzialmente esplosiva. La BCE agisce in maniera irresponsabile, e ha già sparato tutte le sue cartucce". E aggiunge: "le regole di stabilità dell'euro già da tempo sono solo una tigre di carta".

- La "Süddeutsche Zeitung" almeno inizialmente prova a difendere il presidente della BCE, elogiando la sua politica degli ultimi anni - ma tuttavia è molto critica sull'eredità che lascia al suo successore: "Draghi ha fatto grandi cose con misure molto criticate. Le decisioni di giovedì, tuttavia, mostrano che ora ha smarrito la strada. Il suo successore, la francese Christine Lagarde, dovrà cambiare rotta".

- Nel suo „Morning Briefing“ quotidiano, il giornalista Gabor Steingart scrive: "con le recenti decisioni della BCE, la comunità finanziaria europea celebra una Woodstock della frivolezza". Sul bilancio della BCE già oggi ci sono obbligazioni per un valore superiore ai 2,6 trilioni di euro. Vale a dire circa sette volte il bilancio federale tedesco del 2020. "Si vuole continuare a pompare le economie con la droga del credito. Il "colpo fatale" viene accettato senza troppe preoccupazioni". Le conseguenze: "i mercati azionari sono in forte espansione, anche se l'economia reale segnala tendenze di raffreddamento. Il denaro a buon mercato assicura che l'economia finanziaria e quella reale si siano ormai disallineate".

Le decisioni prese ieri sono una cattiva notizia non solo per i risparmiatori, ma anche per le banche. A dare l'allarme è Joachim Wuermeling, capo dell'autorità di controllo bancario della Bundesbank.

Gli istituti di credito in Germania tradizionalmente ottengono la maggior parte dei loro guadagni dal margine sugli interessi, ha dichiarato il dirigente di Bundesbank alla rivista "Focus". "In una fase di bassi tassi di interesse, mano a mano che il margine si fa sempre piu' ridotto, questo modello non garantisce quasi più nulla. La supervisione bancaria è allarmata". Wuermeling è responsabile della supervisione bancaria presso la Bundesbank.

Secondo Wuermeling, gli istituti di credito tedeschi nel 1990 su ogni 100 euro prestati guadagnavano 1,72 euro. Oggi meno di un euro.

Per l'economista Lüder Gerken le recenti decisioni della BCE sono "un atto di disperazione". "Fondamentalmente la BCE ha già sparato tutte le sue cartucce. Sta solo cercando di compensare i fallimenti nei bilanci degli Stati membri. Ma non ci riuscirà",  ha dichiarato il direttore del Center for European Policy (CEP) in un'intervista alla Neue Osnabrücker Zeitung.
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lunedì 17 dicembre 2018

Due rifugiati su tre sono sussidiati Hartz

L'associazione degli imprenditori nei giorni scorsi ha elogiato il livello di integrazione raggiunto dai rifugiati sul mercato del lavoro, del resto gli industriali non hanno di che lamentarsi: in una fase di forte crescita economica hanno a disposizione un esercito di lavoratori a basso costo la cui permanenza in Germania spesso è legata al mantenimento del posto di lavoro, uno scenario ideale per portare avanti la guerra fra poveri. Dati alla mano, quelli della Bundesagentur für Arbeit, a piu' di 3 anni dalla decisione unilaterale con cui il governo nell'estate del 2015 apriva le frontiere, due rifugiati su tre sono sussidiati Hartz. Ne parla la Bild Zeitung su dati della Bundesagentur für Arbeit


Il presidente dell'associazione dei datori di lavoro (BDA) Ingo Kramer nei giorni scorsi ha elogiato il livello di integrazione raggiunto dai rifugiati nel mercato del lavoro tedesco. "Io stesso sono sorpreso che tutto stia procedendo così velocemente", ha detto Kramer alla "Augsburger Allgemeine".

- Degli 1,6 milioni di migranti provenienti dai principali paesi di partenza dei rifugiati (Afghanistan, Eritrea, Iraq, Iran, Nigeria, Pakistan, Somalia e Siria), 360.000 sono attualmente occupati (settembre 2018). Il 41% in più rispetto a un anno fa!

- Ciò significa: il 31,6% dei migranti provenienti dai principali paesi di partenza (in età compresa tra i 15 e i 65 anni) è occupato. Fra gli stranieri questa quota raggiunge il 50,3%, il 67,7% fra tutte le persone residenti in Germania.

- Il 36%, cioè 185.580 persone, restano comunque disoccupate! Un anno fa erano ancora il 44,8%. Un confronto: nel complesso, il tasso di disoccupazione tra i bulgari e i rumeni in Germania è rispettivamente del 5,8% e del 7,7%.

- Ma: due rifugiati su tre provenienti dai principali paesi di partenza dei rifugiati (63,7%) percepiscono un sussidio Hartz IV, sul totale della popolazione i percettori di un sussidio sono invece il 9% e il 20,6% fra tutti gli stranieri che vivono in Germania. Nel complesso 992.202 rifugiati ad agosto percepivano un sussidio Hartz IV.

- Secondo la Bundesagentur für Arbeit, i rifugiati disoccupati sono "prevalentemente giovani e maschi". Sempre secondo l'analisi della BA, "vengono spesso utilizzati per lavori in cui le competenze linguistiche non sono il fattore più importante". A novembre c'erano infatti 22.000 rifugiati disoccupati in cerca di un lavoro nelle pulizie, 21.000 cercavano nella logistica, 15.000 come aiutanti in cucina e 10.000 nelle vendite.

- Tra il dicembre 2017 e il novembre 2018, 116.000 persone provenienti dai paesi di partenza dei rifugiati hanno trovato un lavoro, hanno avviato un'attività in proprio o hanno iniziato un percorso di formazione. Più di un rifugiato su tre ha trovato un'occupazione nel "lavoro temporaneo", cioè nel lavoro interinale.


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martedì 12 marzo 2013

10 anni di Agenda 2010


A dieci anni dalla presentazione dell'Agenda 2010 dei rosso-verdi, Bild.de intervista l'ex Cancelliere Gerhard Schröder. Il dibattito sugli effetti delle riforme resta aperto. Da Bild.de

Dieci anni fa, il 14 marzo 2003, il cancelliere Gerhard Schröder annuncio' al Bundestag l'Agenda 2010 - secondo molti esperti alla base della crescita odierna e della competitività della Germania. Bild ha intervistato l'ex Cancelliere

BILD: Immaginava allora di dover perdere il suo posto di Cancelliere a causa delle riforme, Herr Schröder?

Gerhard Schröder: Guidare politicamente un paese significa anche correre il rischio di non essere rieletti a causa di una decisione necessaria. Bisogna avere il coraggio. Nella politica di oggi sembra mancare. Una cosa è certa: allora l'Agenda era indispensabile, nel vero senso del termine!

Senza l'Agenda la Germania si sarebbe trovata in emergenza?

C'era il pericolo. La situazione economica stava peggiorando, avevamo 5 milioni di disoccupati. Per questo motivo dovevamo modificare i sistemi di sicurezza sociale, affinché potessero restare sostenibili per il contribuente. Dovevamo rendere l'economia piu' competitiva, perché i posti di lavoro si creano solo se riusciamo ad esportare i nostri prodotti. E abbiamo speso di piu' per l'istruzione, solo per lo sviluppo delle scuole a tempo pieno 4 miliardi di Euro.

Qual'è stata la parte piu' importante dell'Agenda?

Abbiamo creato un nuovo equilibrio fra la responsabilità individuale per la propria vita e l'aiuto dello stato. Ciascuno deve fare il possibile per se stesso. Lo stato in cambio deve aiutare affinché un disoccupato possa tornare indipendente e trovare un lavoro ragionevolmente pagato, ad esempio con la formazione. Questo pensavamo con il motto "esigere e promuovere".

Lei sapeva quale ondata di proteste avrebbe causato?

Era chiaro che questa decisione sarebbe stata dolorosa per molte persone. Ma non c'era modo di sottrarsi. Sapevamo anche che gli effetti positivi della decisione sarebbero arrivati dopo anni. In questo spazio di tempo puo' venire meno la legittimazione democratica di una politica. Soprattutto se ogni elezione regionale viene considerata come una piccola elezione federale.

Nell'est erano in migliaia con le "manifestazioni del lunedi'" a protestare contro la sua politica. Ne fu colpito?

Certo, naturalmente! Fui molto colpito. Ma le manifestazioni rappresentano l'essenza della democrazia. E' comprensibile che le persone coinvolte decidano di manifestare in strada.

Hartz IV doveva essere una misura provvisoria. Ma la maggior parte degli oltre 4 milioni di destinatari riceve gli aiuti per mesi o addirittura anni. Il concetto "esigere e promuovere" è fallito?

No. Milioni di persone sono tornate sul mercato del lavoro. Coloro che ancora ricevono i sussidi, dovranno essere formati affinché possano avere una possibilità sul mercato del lavoro. E coloro che sono in grado di lavorare, ma si rifiutano, devono fare i conti con le sanzioni. Questa è una buona cosa.

Lei ha contribuito all'estensione massiccia del lavoro interinale. Un errore?

Naturalmente abbiamo fatto degli errori. Non esiste una politica perfetta. Bisogna riconoscere gli errori e fare il possibile per correggerli. E in tema di lavoro a tempo servono delle correzioni. Un lavoratore a tempo non deve guadagnare meno del suo collega con un posto fisso. A proposito: abbiamo cercato di introdurre il salario orario minimo, parallelamente all'Agenda, ma non avevamo la maggioranza nella camera federale (Bundesrat). Chi lavora, deve poter vivere del suo lavoro manuale o intellettuale. Non si puo' certo dare ad una parrucchiera meno di 4 € l'ora. Considero 8.5 € l'ora un salario minimo adeguato.

Il suo lavoro di riforma è stato sufficientemente valorizzato nel nostro paese?

Non mi posso lamentare per una mancanza di apprezzamento nei confronti dell'Agenda. Si dice anche che le riforme abbiano avuto successo. Lo si vede adesso: la Germania è uscita dalla crisi meglio degli altri paesi europei.

Vale anche per il suo partito, la SPD?

Il rapporto fra il mio partito e l'Agenda resta sempre un po' difficile. E rimarrà tale.

Perché?

La SPD non è mai soddisfatta - anche se è stata lei a fare le riforme. Per questo motivo ne sono un membro e restero' tale per tutta la vita. Il motore che spinge la SPD è rendere migliore la società. Per questa ragione non potrà mai sentirsi soddisfatta con lo status quo. Alla SPD mancherà sempre qualcosa.

La Germania ha bisogno di un'agenda 2020?

Si'. La Germania potrà difendere il suo vantaggio nei confronti delle potenze economiche emergenti come il Brasile e la Cina solo se lavoreremo duramente sulla nostra competitività. Solo se ce la facciamo, avremo lavoro a sufficienza, potremo pagare le pensioni, ci potranno essere strade e scuole buone.

Che cosa propone?

Abbiamo bisogno di piu' denaro per la ricerca e l'istruzione. Abbiamo bisogno di piu' scuole a tempo pieno, per dare maggiori possibilità a chi a casa non ha delle buone condizioni. A causa del nostro basso tasso di crescita abbiamo troppi pochi operai specializzati. Per questo l'istruzione e l'educazione sono cosi' importanti.

La carenza di forza lavoro qualificata dovrà essere colmata con l'immigrazione?

L'incredibile dibattito se siamo un paese di immigrazione oppure no ci ha danneggiato notevolmente. Possiamo essere soddisfatti se lavoratori qualificati decideranno di emigrare da noi. E' chiaro da molto tempo: a causa del declino demografico abbiamo bisogno di immigrati.

Le piacerebbe partecipare alla redazione di un'Agenda 2020?

No, dovranno farlo coloro che sono ai vertici del paese. Non è il compito di un pensionato. Tuttavia è importante non dimenticare una cosa: i sistemi sociali in una società che sta invecchiando, statisticamente non potranno essere mantenuti. Per questo avremo sempre bisogno del coraggio di cambiare.

mercoledì 27 febbraio 2013

Pizza Quattro Stagnazioni


Bild.de, il quotidiano piu' letto, commenta con ironia il risultato delle elezioni italiane e avvisa: saranno i tedeschi a pagare per l'irresponsabilità degli italiani. Ovvero, come la stampa popolare spiega la crisi Euro all'uomo della strada. 
Ok, il giorno dopo si possono fare una gran quantità di battute sulla follia delle elezioni italiane: Pizza Quattro Stagnazioni! Ma troppa pasta non farà diventare stupidi?

Adesso l'Italia è nei guai!

Ma in verità non c'è da piangere

Un'elezione democratica in una democrazia europea rispettabile dà ad un clown politico invecchiato, con la pelle del viso gonfia come un pallone da calcio, la possibilità di bloccare qualsiasi legge che abbia un po' di senso.

Ora sarà assistito da un secondo e piu' giovane clown, il cui unico programma politico fino ad ora è stato "no a tutto". E il valoroso risanatore, il Presidente del Consiglio Mario Monti che ha fatto riacquistare credibilità al paese in difficoltà, ha preso appena il 10% dei voti. 

Ancora una volta: ogni italiano ha il diritto di votare, se vuole votare. E se alla fine esce un risultato privo di senso, che sia cosi!

Ma una cosa è cambiata, per questo la risata resta ferma in gola: prima si poteva assistere alle capriole politiche degli italiani come si fa con gli scimpanzé allo zoo.

Oggi pero' c'è un'immagine migliore: tutti gli europei siedono sulla stessa barca, remano con tutta la forza contro la tempesta della crisi - ma qualcuno sulla barca apre improvvisamente un buco sul fondo. Semplicemente perché ha un martello.

Diciamocelo: quasi un anno fa in Grecia è successo qualcosa di simile. Una prima elezione parlamentare è finita in pareggio fra i riformatori e le forze anti-riforme. Anche perché in queste condizioni gli altri paesi Euro si rifiutavano di pagare ulteriori miliardi di aiuti. I greci hanno votato ancora una volta, questa volta è stata quella giusta.

Con la nuova maggioranza di governo i paesi Euro hanno potuto fare un accordo e sottoscrivere gli impegni. E poi hanno lasciato che il denaro dei loro contribuenti fluisse verso Atene.

In Italia non siamo ancora in quella situazione. Il paese nell'UE è uno dei pochi che al bilancio comune contribuisce piu' di quanto non riceva. Per adesso non ha avuto bisogno di alcun pacchetto di salvataggio.

Tuttavia: con la "Pizza Quattro Stagnazioni" la crisi Euro si ripresenta in un colpo solo. La sfiducia sui mercati ha colpito da questa mattina anche gli altri paesi in difficoltà, Spagna e Portogallo. La paura è che l'Euro possa tornare a vacillare, perché un paese grande come l'Italia non potrà essere protetto da nessun fondo di salvataggio. 

In breve: gli italiani alle elezioni hanno avuto il loro divertimento. Ma del conto intero, ne pagheranno solo una piccola parte - il grosso saranno gli altri a pagarlo, che naturalmente in Italia non possono votare. 

Su questo l'Europa, almeno quella di oggi, non ha nessuna risposta. Abbiamo bisogno di almeno una.

domenica 13 maggio 2012

Il ritorno dell'inflazione al 5 o 10%

La popolarissima Bild, il quotidiano piu' letto in Germania, ma anche il tabloid del trash, lancia l'allarme inflazione: il costo della vita aumenterà del 5 o 10 % e si mangerà salari e risparmi. Da Bild.de


Con quale velocità il nostro denaro sarà eroso?  L'ufficio federale di statistica corregge verso l'alto i dati sull 'inflazione di aprile.

Milioni di tedeschi preoccupati: l'inflazione ritorna.

Nei prossimi anni i prezzi saliranno molto piu' rapidamente di quanto non sia accaduto fino ad ora. E la nostra venerabile Bundesbank, il guardiano della stabilità dei prezzi, non vuole fare nulla per contrastare questa tendenza, considera l'inflazione gestibile!

Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann alla Bild: "L'obiettivo di stabilità per l'Eurozona è intorno al 2%. La Germania per molti anni è stata sotto la media. In considerazione delle buone prospettive economice e della bassa disoccupazione, potremmo per un periodo restare sopra la media".

Tradotto significa: invece di un aumento del 2% all'anno potremmo averne uno piu' alto. Oggi l'ufficio federale di statistica (Statistische Bundesamt) ha corretto i dati preliminari di uno 0.1% verso l'alto. Questo significa: i prezzi al consumo in aprile rispetto allo scorso anno sono cresciuti di piu' del 2%. Il tasso di inflazione da febbraio 2011 è costantemente sopra il 2%, dichiarano gli statistici.

Bild risponde alla importante domanda: perchè i prezzi crescono così alla svelta?

Perchè la BCE dall'inizio della crisi ha inondato i mercati con denaro a buon mercato, così ci dice il Prof. Stefan Homburg (Università di Hannover). Le banche prestano questo denaro ai propri clienti (ad es. aziende, consumatori) che in questo modo possono acquistare merci - facendo salire i prezzi.

Qual'è la minaccia?

Gli esperti ci mettono in guarda da una cosiddetta "inflazione Ketchup".

L'esperto Homburg: "come in una bottiglia di Ketchup, che viene agitata, all'inizio non esce nulla, ma poi tutto insieme arriva un grosso getto, che non è più possibile fermare". Significa: dopo una prima fase di calma, i prezzi salgono all'improvviso verso l'alto. Homburg avverte che la crescita dei prezzi potrebbe superare il 5%. Se la crisi Euro dovesse peggiorare, potremmo avere perfino un 10% di inflazione.

Chi ne sarà coinvolto?

I lavoratori: sono minacciati da aumenti contrattuali negativi! Un aumento salariale del 3% ad esempio sarebbe eroso completamente da un'inflazione al 5%

Pensionati: anche loro alla fine avrebbero meno in portafoglio. L'aumento previsto del 2.18% (Ovest) e del 2.26% (Est) - scomparirebbe completamente

Risparmiatori: il risparmio si restringe! Perderà valore. 

A quale velocità il risparmio sarà eroso?

Dipende, un esempio: con un 5 % di inflazione 1.000 Euro dopo 10 anni valgono solamente 614 €. Se i prezzi crescono del 10%, il valore rimanente è solamente di 386 €.

E' possibile fermare l'inflazione?

Il capo della Bundesbank Weidmann: "Il consiglio direttivo della BCE decide sulla politica monetaria. In quella sede sostengo sempre la stabilità della moneta nell'area Euro. Per questo ora è decisivo, che le autorità monetarie non si facciano trasportare dalla politica finanziaria. Se ci atteniamo ai nostri principi, non ci sarà alcun pericolo che l'inflazione possa sfuggire di mano".

Ci sono anche vincitori con l'inflazione?

Sì. Chi ha debiti (consumatori, proprietari di casa, stati) sarà felice - perchè anche i debiti con l'inflazione perdono una parte del loro valore. Homburg: "I paesi non riescono a controllare il loro debito con le sole le misure di risparmio. Con l'inflazione potranno liberarsi dalla trappola del debito".

venerdì 4 maggio 2012

Scricchiola il ramo?


Lo Schadenfreude, un sentimento molto umano, ovvero "il piacere provocato dalla sfortuna dell'altro", che tanto si è visto all'opera nella crisi europea, questa volta va nella direzione opposta. Bild.de, il quotidiano popolare piu' venduto, ci dice che il mercato del lavoro si sta fermando e che sono partiti i licenziamenti di massa. 
Licenziamenti di massa  alla Lufthansa (3.500 tagli), Schlecker (10.000 posti), Neckermann (1.380 posti), Solar First (1.200 posti), Mueller Brot (600 lavoratori): anche il gigante del commercio al dettaglio Metro oggi ha annunciato una significativa riduzione dei dipendenti. 

"Dovremmo sicuramente tagliare dei posti di lavoro", ha detto il CEO Olaf Koch. Numeri concreti non ne ha voluti fare, ha annunciato però che il processo sarà doloroso. Metro punta a 100 milioni di Euro di risparmio. Lufthansa, la piu' grande compagnia aerea, ha reso noto oggi che 3.500 posti saranno tagliati nella parte amministrativa. 

Situazione della Lufthansa: la pressione delle linee a basso costo, la concorrenza della penisola arabica e gli alti prezzi del carburante obbligano la Lufthansa ad un risparmio obbligato: la piu' grande compagnia aerea ha deciso di cancellare 3.500 posti nell'amministrazione. Nel primo trimestre del 2012 l'azienda ha registrato perdite operative per 381 milioni di Euro.

Che cosa succede nel paese del Jobwunder?

Per l'azienda è sempre piu' difficile combattere contro la concorrenza. Così Lufthansa è impegnata ormai da anni nella battaglia con le compagnie low cost. In Europa Ryanair e Easyjet mettono Lufthansa sotto pressione. Nei trasporti intercontinentali è forte la concorrenza delle compagnie statali della penisola arabica che premono con qualità elevata e bassi costi.

Lo stesso quadro emerge dal gigante del commercio Metro.

Soprattutto nelle catene di elettronica Media Markt e Saturn l'azienda ha dovuto alla fine  abbassare i prezzi, per poter tenere testa alla concorrenza su Internet. Solo nel primo trimestre questo è costato 50 milioni di Euro. L'azienda ha investito ulteriori 23 milioni in azioni sul prezzo presso i propri rivenditori. 

Il miracolo economico è finito?

Secondo un sondaggio, gli affari delle aziende tedesche in aprile sono andati male come non accadeva da quasi 3 anni. 

L'indice dei responsabili degli acquisti è sceso di 2.2 punti a 46.2 punti, ha comunicato l'Istituto Markit. E' il dato peggiore dal luglio 2009. In questo modo il barometro si è allontanato dal valore di 50, che segnala la crescita: "L'abbassamento continuato della domanda ha portato le aziende a tagli di produzione" dichiare Tim Moore, economista di Markit.

Le imprese hanno perciò ridotto il numero dei posti di lavoro per la prima volta dal marzo 2010.

Prospettive incerte

Gli esperti parlano sottovoce. Si evita di fare delle previsioni sullo sviluppo nel mercato del lavoro. Soprattutto dopo la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione in aprile.

Nell'ultimo mese il numero dei disoccupati è sceso di 65.000 unità raggiungendo i 2.963 milioni. "E' una sorpresa negativa. Il tasso di disoccupazione destagionalizzato è salito", ci dice Heinrich Bayer di Postbank. "La debolezza economica comincia a lasciare il segno".

Gli osservatori parlano di "un fulmine sul mercato del lavoro tedesco". Che cosa significa questo?

Diversamente dall'anno precedente - secondo le valutazioni di alcune grandi banche interpellate in un sondaggio - il mercato del lavoro non ha mostrato nessun miglioramento congiunturale. La ripresa primaverile quest'anno è piuttosto debole. A confronto: gli anni scorsi la disoccupazione di aprile era diminuita ad una velocità doppia rispetto a quanto accaduto quest'anno. 

Gli esperti non sono meravigliati da questo sviluppo. Gli economisti delle banche avevano già previsto, dopo il rallentamento economico di fine 2011, che prima dell'estate 2012 ci sarebbe stata una flessione anche nel mercato del lavoro. Motivo: la flessioni economiche si riflettono sul mercato del lavoro con qualche mese di ritardo. 

"Molte aziende si muovono al momento con moderazione. Sui nuovi posti di lavoro ci si  muove a vista" ci dice  il capo economista di Commerzbank Eckart Tuchtfeld. "Adesso ci troviamo in una fase di stagnazione. Questa non è una tendenza al ribasso. La debole congiuntura invernale ha lasciato tracce nel mercato del lavoro. Anche se l'economia dovesse tornare a crescere, la disoccupazione potrebbe rimanere stabile nei prossimi mesi", sostiene l'analista di Postbank

lunedì 16 aprile 2012

Lieto fine: il lavoro e la felicità in Germania


La popolare Bild.de ci racconta l'happy end della crisi del sud Europa. Giovani e capaci laureati fuggono da mercati del lavoro in profonda crisi e trovano la felicità e la realizzazione in Germania. Prosegue il feeling fra la stampa popolare e il governo di Berlino.


Abbiamo trovato la felicità in Germania - Sempre piu' lavoratori dal sud Europa.

Nel loro paese regna la crisi e sempre piu' spagnoli e greci arrivano in Germania per lavorare. 43.000 spagnoli, (+ 9% sull'anno precedente) e 112.000 greci (+8%), sono i dati dello scorso anno (Bundesagentur fuer Arbeit). 

Christos Kotanidis (33) dalla Grecia, Ingegnere civile

"Ho studiano a Tessaloniki, dopodiché ho trovato un impiego, ma a causa della crisi abbiamo iniziato a lavorare solo a tempo parziale e abbiamo dovuto rinunciare alla metà del salario. Quindi mi sono cercato un lavoro in Germania, perchè avevo studiato il tedesco già da bambino. Mi posso immaginare di restare qui a lungo e di creare una famiglia".

Laura Liarte, 27 anni, dalla Spagna, specialista di IT.

E' da gennaio ad Eschborn e lavora per il fornitore di servizi  informatici GFT

"Ho studiato informatica e poi subito dopo ho trovato un lavoro a Barcellona. Appena ho sentito che in Germania c'era una posizione libera, mi sono candidata subito. La situazione del mercato del lavoro in Spagna è frustrante. I laureati spesso guadagnano meno di 1000 Euro al mese. Prima o poi vorrei tornare nel mio paese, ma al momento le prospettive non sono buone".

Edoardo Gomez Martinez, 24 anni, dalla Spagna.

Da ottobre 2011 lavora come ingegnere aereonautico presso Ferchau Aviation in Hamburg

"Ho studiato ingegneria a Madrid. Dopo 4 mesi di pratica presso Ferchau Aviation ad Amburgo mi è stato offerto un lavoro. Ho colto subito l'occasione, visto che in Spagna la metà dei laureati è disoccupata. Soprattutto in Germania guadagno molti piu' soldi. Con la lingua non ho alcun problema, ho frequentato dei corsi di lingua a Madrid"

Marta Garcia Blasco (33) dalla Spagna, esperta di Tunnel.

Nell'agosto 2011 ha iniziato a lavorare presso Deutschen Bahn (ferrovie tedesche).

"Come ingegnere ho iniziato a lavorare presso un'azienda di costruzioni a Valencia. A causa della crisi gli ordini sono crollati e il mio futruo è diventato insicuro. Mi è stato subito chiaro che quello era il momento per qualcosa di nuovo. Poiché avevo studiato 2 anni a Vienna e lì avevo imparato il tedesco, mi sono cercata un lavoro in Germania. E proprio qui da sempre desideravo lavorare. Adesso sono responsabile per dei progetti di costruzione dei tunnel e sono molto felice".

Sempre Bild.de ci dà i numeri del Jobwunder: 1 milione di posti vacanti.

In Germania il mercato del lavoro continua a tirare e il Jobwunder non si spegne. Al momento ci sarebbe circa 1 milione di posti di lavoro vacanti secondo l'istituto di Norimberga IAB. Da un punto di vista contabile ci sarebbero 3 disoccupati ogni posto libero - dato migliore da almeno 20 anni.

Germania paradiso del Lavoro! L'esperto IAB Alexander Kubis: "In confronto agli altri stati siamo messi molto bene"

Bild.de ci racconta in quali settori le aziende cercano urgentemente dei lavoratori:

Costruzioni: le aziende hanno circa 35.000 posizioni scoperte per lavoratori specializzati e ingegneri.

Computer e telecomunicazioni: al momento mancano 40.000 lavoratori, soprattutto specialisti IT e programmatori.

Salute e cura: il settore cerca 70.000 nuovi lavoratori, soprattutto personale per la cura, infermieri, specialisti di farmacia.

Commercio: oltre 30.000 posizioni aperte, soprattutto nell'est mancano specialisti di macelleria e capi reparto.

Hotel e ristoranti: oltre 30.000 posizioni aperte, ricercati cuochi e impiegati di hotel.

Metalmettanico ed elettronico: 120.000 posizioni sono vacanti, soprattutto per lavoratori specializzati in elettronica,  meccatronici, ed ingegneri.

Settore pubblico: sono ricercati soprattutto insegnanti per la scuola materna e professori.

Trasporti e logistica: da qui alla fine dell'anno mancano circa 25.000 guidatori di camion.

Lavoro a tempo: le aziende cercano 50.000 lavoratori, in tutti i settori.