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giovedì 18 marzo 2021

La fine del sistema Merkel in un paese in crisi

Il sistema Merkel è alla fine e la CDU a pochi mesi dalle elezioni politiche non ha né una leadership né un programma all'altezza per fronteggiare e gestire i numerosi e gravi problemi del paese. La crisi sociale ed economica nel paese reale è sempre piu' profonda e grave mentre l'elettorato non ha piu' fiducia nella leadership della Cancelleria. Un commento molto interessante di Thomas Schmoll da N-TV


Come se fosse stata immortale, per anni CDU e CSU avevano fatto affidamento soprattutto sulla popolarità della Cancelliera. Il "tu mi conosci" aveva sostituito i contenuti. Ora la CDU invece ha un problema: si è svuotata in termini di persone e di contenuti.

Ricordiamolo: alle elezioni federali del settembre 2013 la CDU e la CSU hanno festeggiato un risultato sensazionale. Il 41,5% dei cittadini aveva votato per loro. La vittoria era stata conquistata prima di tutto da Angela Merkel, la quale aveva condotto la Germania attraverso la crisi del debito sovrano europeo. La cosa sorprendente del suo trionfo è che quel risultato era stato ottenuto con una campagna elettorale in gran parte vuota. Trasformando il prolungamento della durata in vita delle centrali nucleari in una uscita dal nucleare, era riuscita a sottrarre ai Verdi un tema di mobilitazione cruciale.

La strategia di Merkel fino ad oggi può essere spiegata con una sola frase: "Tu mi conosci". La scienza politica la chiama "mobilitazione asimmetrica". La cristiano-democratica ha capito che non si tratta di programmi, concetti e slogan. Sono decisive la fiducia e la credibilità. Un esempio: "Le infermiere sono gli eroi silenziosi della Germania". La citazione viene dalla campagna elettorale per il Bundestag del 2013. Quattro anni dopo, però, in un programma televisivo per le elezioni del Bundestag un'infermiera ha attaccato la Cancelliera: "Lei è al governo da dodici anni e ai miei occhi non ha fatto molto per il settore infermieristico".




CDU e CSU nel 2017 hanno comunque ottenuto il 32,9 %. Un crollo, ma - dopo la crisi dei rifugiati che ha portato AfD al Bundestag - un risultato forte, molto al di sopra di quello della SPD, che si è fermata al 20,5%. La Cancelliera ha continuato ad avere fiducia. Ciò che alcuni hanno criticato come una mancanza di chiare convinzioni politiche o persino di visione, da altri è stato invece lodato come un pragmatismo intelligente e un'abile azione politica. Il risveglio nella crisi causata dal Coronavirus è stato ancora più violento: la constatazione che Merkel non ha la necessaria concentrazione su ciò che è necessario fare e la necessaria capacità di leadership.



Durante la crisi solo una volta Merkel si è mostrata in forma smagliante

"Gli infermieri sono gli eroi silenziosi della Germania", è la sua frase del 2013 che ha ripetuto più volte anche durante la pandemia. Il problema dell'assistenza - nonostante tutti i buoni propositi del Ministro della salute Jens Spahn prima della prima ondata di Coronavirus - rimane irrisolto. E lo stesso vale per molti altri problemi. La Germania per oltre dieci anni è rimasta indietro nelle riforme, questo perché Merkel ha preferito amministrare per non turbare nessuno e per preservare la reputazione della CDU come partito popolare. Basti pensare alla riforma fiscale del "sottobicchiere di birra" per anni promessa dall'Unione. Il paese ha mancato la modernizzazione digitale. Ma ampi settori della popolazione non se ne sono accorti, solo perché a loro non manca nulla.

La spaccatura si era già fatta evidente durante la crisi dei rifugiati, quando Merkel con la frase "possiamo farcela" pensava di parlare a nome di tutta la popolazione. Avrebbe potuto funzionare se dietro di sé avesse avuto l'elettorato al completo. Ma non l'ha fatto; il paese da tempo era già profondamente diviso. Lo stile presidenziale del governo è esploso in faccia al capo del governo. Per la prima volta importanti politici della CDU/CSU come Horst Seehofer si sono schierati contro Merkel. La tempesta poi è finita in un bicchiere d'acqua. Ma dato che la Cancelliera ha mostrato poco intuito, i mugugni sono diventati più forti.

Il fatto che gli indici di approvazione di Merkel all'inizio della pandemia siano saliti, probabilmente ha avuto molto a che fare con la frase: "Tu mi conosci". La gente tra Rügen e la Foresta Nera aveva ancora fiducia in lei. Avevano tutte le ragioni per farlo. In effetti, la Cancelliera ancora una volta sembrava in piena forma - ma ancora una volta come gestore della crisi, molto meno invece come capo del governo. Spahn e il ministro dell'economia Peter Altmaier sono apparsi invece incompetenti e non all'altezza di affrontare i compiti. Poi c'è il "vecchio caso" Andreas Scheuer: il ministro dei trasporti è la prova vivente che l'incompetenza non deve essere un ostacolo alla carriera. Perché Merkel non abbia ancora cacciato il politico della CSU dal governo resta un grande mistero




Non adatto al futuro

Merkel non solo è riuscita a cullare una parte della popolazione con la politica dell'attesa, ma anche il suo partito. E ora deve affrontare il compito di reinventarsi. È sorprendente che la CDU si comporti come se da qui alle elezioni generali ci fosse un'eternità. Il segretario Armin Laschet sta fallendo nel tentativo di spiegare alla popolazione: "l'elezione del Bundestag riguarda la domanda: come possiamo modellare la Germania nel dopo pandemia?" Come se la repubblica, anche se non ci fosse stato il Coronavirus, fosse mai stata in grado di affrontare il futuro. La pandemia ne ha solo messo in luce tutti i deficit in maniera spietata.

Tali affermazioni hanno il solo scopo di distrarre dal fatto che sono stati proprio Merkel e la CDU/CSU - a volte sostenuta dalla FDP, a volte dalla SPD - a fare della Germania quello che è oggi: uno stato industriale con la necessità di fare riforme e investimenti, che non è più il famoso campione mondiale di amministrazione e perfetta organizzazione. Laschet cerca di nasconderlo annunciando un "decennio di modernizzazione", ma per il resto rimane principalmente vago e cerca di copiare Merkel parlando molto senza dire nulla.

L'elezione per la presidenza del partito ha mostrato quanto la CDU sia vuota in termini di leadership. Le donne sono state completamente assenti. Friedrich Merz si è rivelato essere un arrogante ed egoista in cerca di vendetta senza la minima idea di una strategia politica. La loro debolezza in termini di contenuto - ciò che la CDU rappresenta sta gradualmente diventando tanto poco chiaro quanto il "contenuto" della SPD - è stato mostrato dalle dichiarazioni su Twitter scritte sotto una foto di Laschet, pubblicata 24 ore dopo le prime proiezioni per la Renania-Palatinato e il Baden-Württemberg: "E' il momento di un nuovo inizio per il nostro paese: dobbiamo usare le possibilità offerte dalla pandemia per rendere il nostro paese migliore". Possibilità della pandemia? Questo è quello che Laschet dovrebbe spiegare alle persone che oggi hanno paura per il loro futuro.

In verità, dopo Merkel ci sarà un nuovo inizio che tuttavia risveglia l'impressione: dopo di me, il diluvio. Il fatto che la CDU cominci a definire il suo programma sei mesi prima delle elezioni, anche se la sua leader mancata Annegret Kramp-Karrenbauer ne ha parlato costantemente, potrebbe addirittura costare caro al partito della Cancelliera. Sarebbe la ricevuta per la capacità di sopportazione del partito al sistema Merkel, che ormai ha fatto il suo tempo.


martedì 10 settembre 2019

Perché il governo, con la scusa di salvare il clima, in realtà vuole distribuire interessi al 2% annuo

Il vero obiettivo del piano da 50 miliardi di euro ideato dal governo tedesco per salvare il clima: distribuire il 2% annuo ai risparmiatori tedeschi, alquanto avvelenati dopo anni di tassi sotto zero. Ne parla Manager Magazin



Il nuovo piano per il clima della CDU/CSU contiene una grande sorpresa: i partiti dell'Unione non solo hanno lasciato poco spazio all'imposta sulla CO2 di cui si era discusso accesamente, ma si apprestano a lanciare il progetto di un "bond per l’ambiente". Il ministro per lo sviluppo economico Peter Altmaier ha presentato il suo piano in un'intervista ai giornali regionali del Gruppo Funke. Secondo l'agenzia di stampa Dpa, anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel, durante la riunione a porte chiuse del gruppo parlamentare, avrebbe mostrato una certa simpatia per l'idea. 



Da dove arriva l'idea? 



Il capogruppo della CSU Alexander Dobrindt ha lanciato la nuova parola magica in un’intervista alla "Bild am Sonntag" del 25 agosto: si chiamerà "bond per il clima". Le prime reazioni sono state piu’ o meno del tenore: ancora una volta un'idea improvvisata da parte della CSU, come era già accaduto con il fallimento del pedaggio autostradale. E’ alquanto sorprendente pertanto, che la CDU, partito fratello, usi il suo peso politico per portare avanti questo progetto. 



Quali sono i vantaggi promessi? 


"Abbiamo la reale possibilità di crare un ampio movimento civico in favore del clima", ha detto Dobrindt. "Voglio vedere tassi di interesse positivi per gli investimenti climatici, e nessun tasso di interesse negativo che distrugge il risparmio". 

Si stanno mischiando diversi obiettivi politici, che inizialmente hanno poco a che fare l'uno con l'altro: investire miliardi di euro nella difesa del clima e offrire ai risparmiatori un ritorno positivo. Dobrindt si è persino impegnato ad offrire un tasso di interesse del 2% all'anno - e Altmaier ha ribadito la promessa. 

Quale dovrebbe essere la portata del programma? 

Altmaier parla di un volume fino a 50 miliardi di euro e di una durata fino al 2030. Questa somma "contribuirebbe a far risparmiare molti milioni di tonnellate di CO2". 

Può andare d’accordo con lo lo Schwarze Null? 

Per niente. Le obbligazioni sono debito. La maggior parte degli economisti tuttavia chiede di allentare l'obiettivo del pareggio di bilancio e rendere un po’ piu’ flessibile lo Schuldenbremse inserito nella Legge fondamentale, in favore di investimenti per il futuro - o addirittura per sostenere la congiuntura economica. Farlo non costerebbe nulla, visto che il governo federale può idebitarsi a tassi di interesse negativi, quindi i debitori dovrebbero rimborsare meno denaro di quello che hanno preso a prestito. 

L'Unione tuttavia non ne vuole sapere e vuole tenersi stretto lo "Schwarze Null" come marchio distintivo. Altmaier perciò vorrebbe spostare il nuovo debito per il clima su di un bilancio ombra parallelo: una fondazione privata sostenuta con circa due miliardi di euro all'anno garantiti dal governo federale, soldi necessari per pagare gli interessi positivi. 

Non ci sono già I bond verdi sul mercato? 

Certamente, I "Green Bonds" hanno già un certo peso sul mercato obbligazionario. Uno dei principali emittenti è la banca pubblica per lo sviluppo, la KfW, che ad esempio finanzia le energie rinnovabili o la ristrutturazione di edifici. Lo stesso Dobrindt aveva in mente la KfW come emittente dei nuovi titoli climatici. 

Per i green bond emessi fino ad ora, la KfW, che sul mercato dei capitali ha il rating di un debitore praticamente privo di rischio grazie alla copertura del governo federale, al momento offre dei tassi di interesse negativi, proprio come il governo federale, tranne che sui titoli emessi in valute estere, come lo yuan cinese. In quel caso gli investitori tuttavia devono sopportare il rischio di cambio. Se vuoi un avere un ritorno, del resto devi anche correre un rischio. Questo principio di mercato minerebbe alla base il modello Dobrindt-Altmaier. Per inciso, l'offerta di investimenti garantiti dal governo con un tasso di interesse positivo potrebbe anche ridurre la domanda di obbligazioni emesse dai privati. 

Quanto costerebbe? 

Lo stato rinuncerebbe volontariamente al vantaggio del tasso di interesse negativo. Invece di un corposo meno 0,5 %, come accade sul mercato aperto, pagherebbe sul nuovo debito il 2 % di interessi annui. Il differenziale di interesse di 2,5 punti percentuali ammonterebbe a un miliardo annuale. "Anche un bambino di tre anni capisce che non si tratta di un buon affare", critica il deputato della Linke Fabio De Masi. 

Alla fine, le nuove obbligazioni sarebbero soprattutto un regalo per i risparmiatori, a spese dei contribuenti.
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domenica 8 settembre 2019

Trucchi tedeschi - Una fondo pubblico fuori bilancio per fare debito e salvare il clima

Dopo aver imposto lo Schuldenbremse (pareggio di bilancio) a livello federale, regionale e in mezza Europa, i politici di Berlino assistono impotenti all'avanzata di AfD e dei Verdi. Per non perdere la faccia e cercare di salvare il salvabile propongono di creare un fondo pubblico fuori dal bilancio dello stato, con il compito di salvare il clima e di distribuire un po' di interessi ai risparmiatori tedeschi ormai stremati dopo anni di tassi a zero. Ne scrive Der Spiegel



Il tema della difesa del clima nel governo tedesco ultimamente è diventato molto popolare. I politici ogni giorno lanciano dei nuovi suggerimenti per potersi profilare come i paladini del risparmio di CO2. Solo una cosa però sembra essere importante, il miracolo verde deve costare il meno possibile.



Il ministro dell'economia Peter Altmaier (CDU) recentemente avrebbe escogitato un trucco magico per proteggere il clima senza danneggiare il bilancio pubblico.

Il ministro appoggia infatti la creazione di una cosiddetta "Fondazione per il clima", la quale dovrà emettere obbligazioni per conto del governo federale - "con un tasso di interesse garantito del 2% nell'arco di dieci anni", secondo quanto sottolineato da Altmaier ai giornali del "Funke Mediengruppe". Chiunque presterà del denaro allo stato farà contemporaneamente qualcosa di buono per il clima e in considerazione dei bassi tassi di interesse, avrà un ritorno tutto sommato decente.

Con questo denaro, la fondazione dovrà quindi finanziare misure per la protezione del clima, senza pagare interessi. Se la fondazione spenderà piu' denaro di quello che entra, sarà lo stato a dover aggiungere fino a due miliardi di euro all'anno per tenerla in funzione

Il governo federale si indebita ad un tasso piu' economico

Il vantaggio, tuttavia, sarebbe evidente: il finanziamento del programma di protezione del clima - Altmaier parla di un volume totale fino a 50 miliardi di euro - sarà, almeno in parte, esternalizzato su di un bilancio secondario. Nel bilancio federale, infatti, comparirebbero solo i pagamenti per la compensazione delle risorse a favore della fondazione. Il freno al debito (Schuldenbremse) inserito nella Legge fondamentale, che stabilisce limiti molto stretti per il deficito pubblico, non ne risentirebbe.
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lunedì 10 dicembre 2018

Lafontaine: l'elezione di AKK è il proseguimento del merkelismo con un altro volto

Oskar Lafontaine si rallegra per la mancata elezione di Friedrich Merz alla presidenza della CDU e avverte: l'elezione di Annegret Kramp-Karrenbauer rappresenta il proseguimento del merkelismo, con un altro volto. Oskar Lafontaine dal suo profilo FB.



È positivo che il lobbista degli squali finanziari, Friedrich Merz, non sia stato eletto. La sua "Agenda per le persone laboriose" non era un programma per i molti che lavorano nel settore a basso salario, nelle costruzioni, nei macelli, nella raccolta degli asparagi, nella pulizia degli esercizi commerciali, o nella consegna dei pacchi, da Amazon, ecc. Chi, come Merz, è contrario ad un salario minimo decente, sostiene Hartz IV e consiglia alle persone povere di fare previdenza sociale investendo in azioni, non conosce le preoccupazioni e le difficoltà di queste persone realmente laboriose.

Annegret Kramp-Karrenbauer rappresenta la continuazione della politica di Angela Merkel. La politica di Merkel viene considerata dal mainstream giornalistico come la "socialdemocratizzazione della CDU". E' evidente: i commentatori sono vittime della loro stessa propaganda, altrimenti non scriverebbero tali assurdità. In effetti, a parte la Linke, tutti i partiti negli ultimi anni sono diventati neoliberisti. La CDU ha perso la sua corrente sociale e la SPD per questa ragione sta morendo.



Fare politica socialdemocratica un tempo significava: costruire, non smantellare lo stato sociale


Mentre Schröder si inchinava davanti alle associazioni dei datori di lavoro e imponeva il "più grande smantellamento dello stato sociale del dopo guerra" (FAZ), la CDU di Merkel rafforzava ulteriormente le sue "leggi di riforma".

Fare politica socialdemocratica un tempo significava: buon vicinato in Europa

Il nazionalismo dell'export ampiamente presente in tutti i partiti, unito al Sacro Graal dello Zero Nero, divide l'Europa e ci porta ad una situazione in cui dopo la Brexit ora viene minacciata anche l'uscita dell'Italia dall'Unione Europea.

La politica socialdemocratica si basava sulla pace e il disarmo.

Il suo punto forte è stata la Ostpolitik di Willy Brandt. Merkel ha invece permesso che le truppe tedesche tornassero a ridosso del confine russo. Lei è il fedele vassallo dell'imperialismo americano, che circonda la Russia e la Cina, è uscito dal trattato ABM, vuole sospendere unilateralmente il trattato INF e con le guerre commerciali, le operazioni segrete delle sue forze speciali e le guerre a suon di bombe destabilizza tutto il mondo.

Il neoliberismo praticato da Merkel - "democrazia conforme al mercato" - distrugge la coesione della società, porta al rafforzamento di AFD e alla fine mina le basi della democrazia.



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domenica 4 novembre 2018

L'uomo di BlackRock verso la Cancelleria di Berlino

La stampa liberal-conservatrice ha già iniziato a pomparne la candidatura al vertice della CDU, i sondaggi lo danno davanti agli altri contendenti, l'endorsement di Schäuble è già arrivato, ma chi è Friedrich Merz? Potrebbe sembrare il wet dream di ogni complottista, ma invece è tutto vero: l'UE traballa, la moneta unica viene messa in discussione, in Germania è scoppiato il piu' grande scandalo fiscale di tutti i tempi con molte grandi banche coinvolte, ma il prossimo Cancelliere tedesco potrebbe essere proprio un uomo di BlackRock, vale a dire il piu' grande gestore di risparmio del mondo, con decine di miliardi di euro investiti nei paesi periferici della zona euro. Ne parla un ottimo Zacharakis su Die Zeit


Se in Germania per strada chiedi a dieci persone se conoscono la società Blackrock, non saranno molti a rispondere di sì. Ma la società di gestione dei fondi è profondamente radicata nell'economia tedesca. Così profondamente da preoccupare alcuni esperti. Blackrock non ha proprio la reputazione migliore. E questo potrebbe diventare un problema per l'uomo che per diversi anni ha rappresentato questa società in Germania: Friedrich Merz.

Merz si è candidato alla segreteria della CDU in vista del prossimo congresso di dicembre, lo ha confermato ufficialmente martedì. La sua elezione sarebbe uno spettacolare ritorno in politica del leader del gruppo parlamentare della CDU, dopo che Merz quasi dieci anni fa aveva lasciato il Bundestag ed era uscito dalla politica. Nel frattempo l'avvocato d'affari ha lavorato come consulente presso lo studio legale Mayer Brown LLP, dove ha assistito molte società in attività di fusione e acquisizione. Ed è stato in vari consigli di sorveglianza di aziende tedesche. Dall'inizio del 2016, Merz è anche presidente del consiglio di sorveglianza di Blackrock, il più grande gestore patrimoniale al mondo.

Blackrock è una società che con i suoi fondi raccoglie il denaro dei clienti in tutto il mondo e investe principalmente in azioni - con l'obiettivo di far crescere il capitale quanto più possibile. Secondo dati recenti, la società di gestione attualmente ha un volume di investimenti di oltre 6,3 trilioni di dollari. Una somma incredibile, quasi il doppio rispetto al PIL tedesco (3,7 trilioni di dollari).

Non è esecrabile di per sé il fatto che i manager aziendali possano passare alla politica. Persino le organizzazioni come Lobbycontrol considerano un simile passo molto meno critico rispetto a quello nella direzione opposta, cioè dalla politica al business. Un esempio negativo di un tale cambio è quello dell'ex sottosegretario alla Cancelleria e politico della CDU Ronald Pofalla: nel 2015 è passato a Deutsche Bahn e dopo un breve periodo di attesa è entrato nel consiglio di amministrazione per occuparsi dei contatti politici dell'azienda. I legami personali con la politica dopo un tale passaggio sono ancora freschi, e non è difficile avere accesso diretto alle figure chiave del governo e del parlamento.

Critica della vigilanza sulla concorrenza

Per Merz, tuttavia, potrebbero esserci altre circostanze a pesare sulla sua possibilità di arrivare alla presidenza della CDU. Gli economisti accusano la statunitense Blackrock di avere un'influenza troppo forte sull'economia tedesca. Da qualche tempo la società nei suoi fondi detiene consistenti pacchetti azionari di tutte le 30 società tedesche presenti nel listino Dax. Nel caso di Post, Allianz e Bayer, ad esempio, Blackrock recentemente ha raggiunto una partecipazione di oltre il 7%, e sul Dax complessivo un totale del 4,5 %. E' stato segnalato piu' volte che la direzione del gruppo da New York interferisce attivamente nelle decisioni dei dirigenti tedeschi.

Gli esperti in materia di concorrenza la vedono in maniera alquanto critica: "un azionista con interessi multipli in un settore è interessato al bene dell'intero settore e non necessariamente al successo della singola azienda", ha detto a Wirtschaftswoche Achim Wambach, presidente della Commissione per i monopoli. Se l'influenza sulle aziende dovesse aumentare, come annunciato da Blackrock, ciò finirà per danneggiare la concorrenza. La Commissione europea ha già preso in considerazione questi importanti temi dal punto di vista sistemico e intende agire.

Un'azienda controversa, dunque. E per la quale Merz ha rivestito un ruolo importante. Quando circa tre anni fa ha assunto la carica, la società ha subito dichiarato che il suo compito sarebbe andato oltre la semplice supervisione. Avrebbe assunto un "ruolo di consulenza più ampio in cui avrebbe dovuto sviluppare per conto di Blackrock le relazioni con i clienti chiave, i regolatori e le autorità di regolamentazione tedesche", scriveva il suo datore di lavoro. Merz era quindi il principale lobbista di Blackrock in Germania e - se ha fatto bene il suo lavoro - ha lavorato affinché lo stato ponesse il minor numero possibile di ostacoli alla società.

Ulteriori spiegazioni probabilmente dovrà darle anche in merito ad un'altra posizione presso un'altra società finanziaria per la quale Merz dall'inizio del 2010 è stato membro del consiglio di sorveglianza. La banca di Düsseldorf "HSBC Trinkaus", che secondo il rapporto finale della commissione d'inchiesta del Bundestag era coinvolta in operazioni fiscali, note da tempo al pubblico con il nome di "Cum-Ex". Si tratta di rimborsi fiscali su operazioni azionarie a cui gli investitori non avevano diritto. Queste pratiche fiscali a danno dei contribuenti tedeschi sono mai state discusse dal consiglio di sorveglianza della banca?

Merz dovrà esprimersi su questi temi, soprattutto perché prima della sua uscita dalla scena politica è stato l'esperto di fiscalità del suo partito. Nel 2003 è diventato famoso per la sua proposta di rendere la dichiarazione dei redditi così facile da farla stare in un sottobicchiere da birra.

Anche lo studio legale Mayer Brown, per il quale Merz è ancora attivo, a modo suo guadagna con le transazioni fiscali Cum-Ex. Sul sito web lo studio legale scrive: "gli operatori di mercato potrebbero dover affrontare rischi legali crescenti in seguito a transazioni cum-ex". Le autorità fiscali tedesche avrebbero intensificato le loro attività investigative per  individuare ulteriori reati fiscali. E lo studio legale vuole aiutare i propri clienti a "contrastare questo rischio".

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venerdì 15 giugno 2018

Perché anche in Germania il vento è cambiato

Sono davvero lontani i tempi in cui Angela Merkel prometteva ai tedeschi: "wir schaffen das".  Dopo lo scandalo Bamf e il brutale omicidio della ragazza di Magonza, il sentiero per la Cancelliera è sempre piu' stretto: da un lato l'avanzata inarrestabile di AfD, dall'altro un alleato bavarese sempre piu' inquieto. Una cosa è certa, i tedeschi non la seguono piu'. Dal fuoco amico della FAZ.net, un commento molto interessante di Berthold Kohler


La CSU non vuol concedere alla Cancelliera nemmeno un'altra quindicina di giorni per trovare quella "soluzione europea" alla questione migratoria che da tanto tempo sta cercando. Il presidente bavarese Söder, il quale teme per le sorti del suo partito nella fase decisiva delle elezioni regionali, ha detto che "siamo alla partita finale per la credibilità". La paura della CSU di perdere la maggioranza assoluta in Baviera non è la sola a spingere Söder e Seehofer a schierarsi in un tandem insolitamente affiatato contro Merkel. Le raffinate antenne della CSU segnalano che dopo lo scandalo Bamf e l'omicidio di Susanna F., anche al di là dei confini bavaresi, molti tedeschi non ne vogliono piu' sapere di dover attendere soluzioni che potrebbero essere migliori - ma che, considerando le turbolenze presenti in molti paesi dell'UE, potrebbero anche non arrivare mai.

La CSU in ogni caso non vuole aspettare che la rivolta si diffonda anche in Germania sconvolgendone il panorama politico. Perché non solo i precedenti del Bamf e dell'omicidio della bambina di Mainz mostrano che molte delle rassicurazioni e delle previsioni lusinghiere fatte durante la luna di miele della "cultura del benvenuto" sono lontane dalla realtà, persino fuorvianti. Non si trattava solo di rifugiati vulnerabili, ma anche di criminali, predicatori di odio e terroristi. C'erano medici e infermieri, ma anche decine di migliaia di analfabeti. Sono arrivate anche persone disposte a integrarsi, ma anche molti migranti che volevano solo entrare nel sistema sociale tedesco.

Errori, omissioni, fallimenti

Anche nelle fasi successive del piano Merkel, quel "wir schaffen das" alle orecchie di molti tedeschi, è suonato sempre piu' come una presa in giro. Perché la Germania fino ad ora non ce l'ha fatta ad esaminare in maniera rapida e completa l'enorme massa di domande di asilo e a respingere coerentemente i richiedenti asilo le cui domande non erano state accolte. Lo scandalo Bamf, che ha chiaramente messo in luce il sovraccarico di lavoro causato dall'immigrazione di massa, ha fatto traboccare il vaso dell'incomprensione. Ma la peggiore accusa nei confronti degli errori, delle omissioni e dei fallimenti è arrivata dopo l'omicidio di Susanna F, presumibilmente commesso da un iracheno, il quale è riuscito poi a fuggire nel suo paese natale, verso il quale pero' in precedenza non si era riusciti ad espellerlo.

Anche il progetto di redistribuzione dei migranti con diritto di soggiorno all'interno dell'UE, proposto dalla Cancelliera, non si è mai concretizzato. Invece la disputa sulla politica migratoria è proseguita, e come ha detto l'ex presidente del consiglio italiano Prodi, si è trasformata "nella piu' grande bomba sull'orizzonte europeo".

L'esplosione di questa polveriera ora minaccia l'Unione (CDU+CSU) e quindi la Cancelliera Merkel. La miccia ha iniziato a bruciare nel giorno in cui a Seehofer è stato affidato il ministero dell'interno. Che il capo della CSU potesse dimenticare tutto quello che aveva detto in precedenza sulla politica per i rifugiati della Cancelliera, nonostante la sua famosa flessibilità, non poteva aspettarselo nessuno - soprattutto in un anno elettorale in cui la CSU ritiene di trovarsi sull'orlo del baratro.

Se la CSU e la Cancelliera si irrigidiranno sulle loro posizioni, sostenute per ovvie ragioni anche dai loro deputati, allora il raggruppamento dell'Unione e la coalizione di governo saranno alla fine. La CSU vorrà davvero rischiare - solo per due settimane? A onor del vero bisogna anche dire che Merkel ha avuto a disposizione 3 anni  per prendere le distanze da una politica sbagliata. Nei suoi 4 mandati da Cancelliera tuttavia non si è mai aggrappata a nessuna decisione come invece sta facendo ora con quelle prese durante "l'autunno del benvenuto".

domenica 14 maggio 2017

Der Spiegel intervista Schäuble

Il Ministro delle Finanze tedesco Schäuble dopo l'elezione di Macron è molto attivo con la stampa e rilascia un'importante intervista a Der Spiegel.  La sua posizione è sostanzialmente immutata: a parte una timida apertura verso un piano di investimenti europeo, ritiene che i paesi in crisi devono prima di tutto fare i soliti compiti a casa, poi, forse, si potrà parlare anche di solidarietà. Sul tema degli avanzi commerciali non arretra di un centimetro: non è colpa del governo se i prodotti tedeschi sono cosi' richiesti. Da Der Spiegel


Spiegel: Sig. Ministro, il nuovo presidente francese Emmanuel Macron la prossima settimana visiterà Berlino per presentare i suoi piani per il rilancio delle relazioni franco-tedesche. Il governo federale ha trovato un potente alleato in Europa oppure un avversario?

Schäuble: Macron vuole un'Europa piu' forte, esattamente come la Cancelliera e me. Il nuovo presidente mi ha molto colpito quando dopo la vittoria è salito sul palco del Louvre accompagnato dall'inno europeo. E' un simbolo molto potente. Chiaro: Macron è un nostro alleato

Spiegel: Macron tuttavia vorrebbe anche un cambiamento dell'UE e della Germania. Prima di tutto chiede che il governo tedesco metta a disposizione piu' risorse per l'Europa. Cercherà di andargli incontro?

Schäuble: in primo luogo Macron vuole dei cambiamenti in Francia, e noi lo sosteniamo in questo sforzo. Macron ha mostrato coraggio, nella misura in cui ha fatto una campagna elettorale pro-riforme e pro-europea, contro l'opinione della maggioranza del partito socialista. Ora Macron deve cercare di ottenere una maggioranza parlamentare per i suoi piani di riforma del mercato del lavoro. Noi tutti ci auspichiamo che riesca a farlo.

Spiegel: per il leader della SPD Martin Schulz non bastano gli auguri amichevoli. Chiede un sostegno più' aperto per Macron, mentre la Cancelliera si è espressa in maniera alquanto tiepida nei suoi confronti. Non vede nessuna necessità, cosi' ha detto, di modificare la sua politica dopo l'elezione di Macron.

Schäuble: se vogliamo fare un'Europa piu' forte, ogni paese deve prima di tutto pensare a rafforzarsi. Vale per l'Italia e per la Francia, vale anche per la Germania. E poi possiamo parlare in Europa anche di come migliorare il funzionamento della nostra comunità. E' l'ordine corretto. Inoltre non si deve cercare di cooptare un presidente francese solo per una evidente manovra elettorale. In questo modo non si sta facendo un favore alle relazioni franco-tedesche. La Cancelliera ha dato la risposta giusta, caratterizzata da rispetto e prudenza.

Spiegel: il vice-Cancelliere Sigmar Gabriel l'accusa di essere troppo tiepido nei confronti di un piano europeo di investimenti.

Schäuble: il nuovo Ministro degli Esteri apparentemente ha più' idee ora per lo stimolo della domanda attraverso gli investimenti di quante non ne avesse quando era Ministro dell'Economia. In quella posizione non ha certo fatto passi avanti sul tema. Se ci sono possibilità concrete di rafforzare gli investimenti, non saremo certo noi a farle fallire. Macron ha sicuramente ragione: agire di piu', parlare di meno.

Spiegel: Macron ha parlato spesso anche degli avanzi delle partite correnti tedesche. Li considera "insostenibili" e come il presidente americano Trump, o il FMI chiede che vengano ridotti. Alla fine cederà alle pressioni?

Schäuble: io chiederò' a Macron, come al FMI, che cosa devo fare esattamente. Il FMI chiede da  tempo un aumento degli investimenti pubblici. Nel frattempo abbiamo fatto cosi' tanto per gli investimenti che non siamo in grado di spendere i nostri soldi.

Spiegel: allora tutti si agitano inutilmente

Schäuble: è vero che l'avanzo delle partite correnti tedesche, con oltre 8 punti di PIL di surplus è troppo alto. Nei prossimi anni probabilmente scenderà, cosi' pare, ed è anche un bene che accada. Chi ci critica dovrebbe tuttavia anche chiedersi quali sono i veri motivi della forza delle nostre esportazioni.

Spiegel: prosegua pure

Schäuble: il surplus non ha cause politiche. E' da ricondurre all'elevata competitività dell'economia tedesca, ma anche al fatto che siamo parte di una unione monetaria. Il presidente della BCE ha scelto una politica dei bassi tassi di interesse e per questa scelta ha ottenuto un forte consenso internazionale, dal FMI fino a Macron. In questo modo anche il corso dell'Euro è sceso, fatto che rende i prodotti tedeschi ancora piu' economici sui mercati mondiali e quindi piu' attraenti. Se non ci fosse l'Euro, gli avanzi esteri tedeschi sarebbero probabilmente solo la metà di quello che sono oggi.

Spiegel: vuol dire che la colpa è degli altri. E che il governo tedesco non puo' fare nulla.

Schäuble: no, pero' vale la pena cercare le vere cause. Per limitare gli avanzi commerciali in Germania si potrebbero ad esempio ridurre le tasse. Chi è contrario? La SPD. Potremmo mobilitare ad esempio anche piu' investimenti privati per la costruzione di infrastrutture pubbliche, come ad esempio le autostrade. Ma anche su questo tema i socialdemocratici non sono d'accordo, sebbene continuino a lamentarsi degli avanzi commerciali, come fanno in molti all'estero. Inoltre, come conseguenza della buona situazione economica abbiamo avuto dei significativi aumenti salariali, aumenti delle pensioni e un mercato del lavoro forte.

Spiegel: Macron chiede tuttavia che la Germania indirizzi una parte del suo surplus verso il sud-Europa. La Germania dovrebbe riconoscere che l'Europa e la moneta unica non possono fare a meno di una unione di trasferimento. Ha ragione?

Schäuble: non è possibile costruire una comunità di stati con una diversa forza senza una qualche forma di compensazione. Questo è facilmente individuabile ad esempio nel bilancio UE oppure nei programmi di salvataggio. Per questo in Europa ci sono contribuenti netti e beneficiari netti. Una comunità non può' esistere se i più' forti non garantiscono anche per i piu' deboli. Quanto ampi debbano essere i trasferimenti e quando debba essere redistribuito, in una democrazia a deciderlo deve essere chi detiene la sovranità.

Spiegel: il nuovo presidente per questa ragione vorrebbe rafforzare le istituzioni europee e ad esempio introdurre un nuovo Ministro delle Finanze europeo. Che cosa ne pensa?

Schäuble: molto bene, alla fine è un tema che anche io ho introdotto nel dibattito. Ma un Ministro delle Finanze deve avere anche i poteri di un Ministro delle Finanze. Altrimenti la cosa non ha alcun senso

Spiegel: a quali poteri si riferisce?

Schäuble: deve disporre ad esempio di un proprio bilancio; ne ha parlato una volta anche la Cancelliera. E poi naturalmente deve essere in grado di far rispettare le regole di bilancio europee. Solo che per un cambiamento di tale portata c'è bisogno di una modifica dei trattati europei. Non sono in molti in Europa a ritenerlo realistico. 

Spiegel: cosa puo' fare allora l'Europa per andare avanti con l'integrazione?

Schäuble: io sono per fare ogni passo realistico verso iniziative europee comuni. Dobbiamo trasformare il programma di investimenti in un successo, realizzare l'unione energetica e digitale e far avanzare l'unione della difesa

Spiegel: c'è anche la proposta di realizzare un fondo europeo per il riarmo

Schäuble: io sono a favore. Allora bisogna anche essere pronti a pianificare e a portare avanti i corrispondenti programmi di approvvigionamento. Penso anche ad un ulteriore sviluppo  dell'ESM che abbiamo creato per gestire i paesi in crisi.

Spiegel: se la Francia anche in futuro dovesse superare i requisiti previsti dal patto di stabilità, lei sarà generoso?

Schäuble: prima di tutto io credo che il nuovo presidente francese manterrà le sue promesse riducendo il deficit e l'indebitamento. La Francia puo' farcela, non è poi cosi' lontana dalla soglia del 3%.

Spiegel: e se non accadesse?

Schäuble: non è un mio compito essere generoso. L'interpretazione delle regole di bilancio è un compito della Commissione. Vigila sul patto di stabilità e ha su questo una certa discrezionalità, che in passato è sempre stata utilizzata.

Spiegel: e su questo tema lei ha spesso criticato le autorità di Bruxelles

Schäuble: Cosa glielo fa pensare? Il governo federale, ma anche io, non abbiamo mai criticato le raccomandazioni della Commissione, come ad esempio la valutazione dei deficit francesi.

Spiegel: tuttavia in tutta Europa lei viene considerato il responsabile dell'austerità. Vuole forse negare che lei in questi anni ha sempre insistito sul rispetto delle regole di bilancio europeee?

Schäuble: i trattati si sottoscrivono per essere poi rispettati. Se noi facciamo promesse e accordi che poi non manteniamo, rafforziamo solo l'Euroscetticismo.

Spiegel: sembra che lei voglia essere il Ministro delle Finanze anche nella prossima legislatura, per poter negoziare con la Francia le riforme dell'unione monetaria.

Schäuble: Macron negozierà con la Cancelliera, non con il Ministro delle Finanze. E per quanto mi riguarda: io faro' di tutto, affinché Angela Merkel resti Cancelliera.

Spiegel: Herr Schäuble, la ringraziamo per questa intervista.


sabato 1 aprile 2017

Schäuble: no al pozzo senza fondo!

Breve ma interessante intervista a Wolfgang Schäuble. Il Ministro delle Finanze tedesco risponde all'apertura fatta recentemente da Sigmar Gabriel (SPD) in favore di maggiori trasferimenti verso i paesi del sud: no ad una unione di trasferimento, l'UE non ha bisogno di piu' solidarietà. Si avvicinano le elezioni politiche di settembre. Da deutschlandfunk.de


DF: Herr Schäuble secondo lei, in questo momento è in gioco il futuro dell'Unione Europea?

Schäuble: le istituzioni europee si trovano sicuramente in una situazione difficile. Ma l'idea secondo cui l'Europa deve restare unita, e che solo se resta unita avrà un futuro, soprattutto in una fase storica in cui l'America sta discutendo se vuole e può' ancora avere uno ruolo di primo piano, è un'idea ancora molto forte che alla fine riuscirà ad imporsi. Ci saranno sempre delle crisi, ma dalle crisi usciremo piu' forti. Ora abbiamo alcune sfide da affrontare, e come europei, che ci piaccia o no, dovremo occuparci di più' dei nostri vicini: del Mediterraneo, del Medio Oriente, che poi sono il nostro diretto vicinato, esattamente come l'Ucraina, si tratta di compiti molto importanti per noi europei. Nessuno, né i francesi né i tedeschi da soli, potranno farcela singolarmente. Ma insieme ce la possiamo fare.

DF: l'Europa pero' costa. Sigmar Gabriel ha proposto che la Germania versi nelle casse europee piu' di quanto ha fatto fino ad ora. Sarà così possibile aiutare i paesi più' deboli, magari con l'effetto collaterale di togliere il vento dalle ali dei partiti populisti.

Schäuble: non è una questione di soldi, si tratta piuttosto di utilizzare il denaro nella maniera corretta.

DF: forse anche una questione di soldi, se si potesse investire di piu'...

Schäuble: mi scusi, l'Europa non soffre per una mancanza di denaro e ancora meno per una mancanza di debiti. Il punto è che gli stati membri non fanno quello che dovrebbero fare e che alcuni fanno troppo affidamento sugli altri. Per questo - lo dice la Commissione, la BCE, lo ripetono sempre tutti - è importante che ogni paese prenda sul serio i propri compiti, e trovi il modo di risolvere i propri problemi. Noi non possiamo farlo per un altro paese, noi tedeschi, nemmeno per la Grecia. Devono farlo i greci da sé.

Se diciamo che si tratta di soldi, inviamo un messaggio completamente sbagliato. Si tratta invece di fare in modo che i paesi facciano i loro compiti, e nel farlo noi li aiuteremo. Noi - lei stesso lo ha detto - abbiamo assunto dei rischi enormi nei confronti della Grecia. Ma le riforme strutturali, la trasformazione dell'economia, la messa in piedi di un'amministrazione pubblica efficiente in un paese che possa essere competitivo e vantare standard moderni, è compito dei greci. Noi possiamo anche aiutare i greci a raggiungere questo obiettivo. Ma se si dice, è necessario dare piu' soldi all'Europa, il problema non lo si risolve, si fornisce solo un incentivo sbagliato. E' stato un errore molto grave.

DF: Herr Schäuble, la domanda è se si tratta solo di parole. Conosce gli argomenti di Gabriel: la Germania nei momenti difficili ha fatto le riforme e per farle ha anche aumentato il debito. Per questo motivo, secondo Gabriel, la Germania oggi si trova in una buona situazione. Perché non dovrebbero farlo anche gli altri?

Schäuble: sicuramente loro sono responsabili per l'aumento del debito. Ma non è questo il punto. Non è che manchi il debito. Devono prima fare le riforme, i problemi vengono posti nell'ordine sbagliato. E fuori da ogni dubbio che noi tedeschi, piu' forti, dobbiamo aiutare i paesi economicamente più' deboli. Del resto anche i Laender piu' forti, Bayern, Baden-Württemberg, Hessen, ad esempio, pagano di piu' di quelli piu' deboli. Ma i Laender piu' deboli devono naturalmente darsi da fare per diventare piu' forti. Non ci puo' essere un pozzo senza fondo. Per questa ragione Sigmar Gabriel ha inviato un messaggio completamente sbagliato alla Grecia. Non sta aiutando la Grecia, piuttosto porterà i leader politici greci a pensare di non dover implementare le misure necessarie su cui si sono impegnati. Questo è il pericolo.

DF: si puo' obbligare i partner o gli amici a risparmiare?

Schäuble: noi non costringiamo nessuno, diciamo, come sempre...con tutto il rispetto, che la Grecia ha assunto l'impegno volontariamente. La Grecia ha detto di voler restare nell'Euro. E questo puo' farlo solo se ha un'economia competitiva. Per farlo la Grecia deve attuare le riforme promesse. Per farlo ha bisogno di tempo e noi stiamo dando questo tempo alla Grecia. Ma se il tempo concesso non  viene utilizzato per fare le riforme, perché sono scomode, allora siamo sulla strada sbagliata. Ancora una volta: il messaggio lanciato, peraltro contrario a tutto cio' che in Europa negli ultimi anni abbiamo concordato con qualsiasi governo greco, va esattamente nella direzione sbagliata. Non si tratta di avere troppo poco debito in Europa, piuttosto del fatto che alcuni paesi non hanno potuto o voluto applicare i  cambiamenti necessari che avrebbero dovuto mettere in campo per rendere le loro economie piu' competitive e meglio connesse nella moderna economia mondiale -  aiuti sì, ma non un pozzo senza fondo.

DF: l'UE come dovrebbe spendere i suoi soldi?

Schäuble: l'Ue dovrebbe spendere le sue risorse affinché in tutti i paesi membri, grazie agli investimenti giusti, le opportunità future siano migliori di quelle attuali. Per fare questo, siamo sempre disponibili a dare all'Europa piu' risorse. Ma il denaro in Europa deve essere speso in maniera corretta. Si tratta in primo luogo di assicurarsi che il denaro sia impiegato nella maniera giusta. Se abbiamo bisogno di piu' denaro, ad esempio per la difesa comune, allora la Germania è disposta a spendere di piu'. Non è questo il punto. Il dibattito sui contribuenti netti è stato iniziato dai Ministri delle Finanze socialdemocratici. Il punto è che il denaro in Europa deve essere speso correttamente. Dobbiamo farlo soprattutto se si tratta del denaro dei contribuenti. E' questo il nostro obiettivo. E se l'Europa in occasione dei suoi 60 anni ha come obiettivo una migliore gestione dei suoi compiti, poiché sono diventati ambiziosi, allora ciascuno in Europa, l'UE come i paesi membri, dovrà impegnarsi, e per questo siamo tutti insieme.

DF: mi scusi, siamo già in campagna elettorale?

Schäuble: no, per niente. Ma mi ha dato molto fastidio il fatto che Herr Gabriel abbia inviato alla Grecia un messaggio che non aiuta i greci, e che renderà piu' difficile prendere le giuste decisioni.

DLF: vorremmo sapere qual'è il suo messaggio verso l'Isola. Per lei qual'è l'obiettivo piu' importante dei negoziati sulla Brexit?

Schäuble: in primo luogo saranno i britannici a deciderlo. Considero la loro decisione sbagliata, ma dobbiamo rispettarla. Ora dobbiamo trovare una via giusta. Se la Gran Bretagna vuole continuare ad avere accesso al mercato unico, dovrà anche assumere gli obblighi corrispondenti. Se non intende farlo, ci sarà una separazione. E' un peccato per la Gran Bretagna. Cercheremo di ridurre al minimo gli svantaggi per la Gran Bretagna. Ma è chiaro: il resto dell'Europa non deve farsi contagiare. Non ci puo' essere una scelta: chi prende i vantaggi dell'integrazione del mercato comune europeo, deve naturalmente anche accettarne gli obblighi, come ad esempio la libertà di viaggiare e le garanzie previste dal mercato unico. Non potrà esserci l'uno senza l'altro.

DF: che cosa significa questo per l'atmosfera dei negoziati? Bastone o carota?

Schäuble: i negoziati saranno equi tenendo in considerazione gli interessi divergenti. Ma io non ho il minimo dubbio: Michel Barnier, che con il suo team ha ricevuto l'incarico per la gestione delle trattative dalla Commissione e dal Consiglio dei Ministri è ben preparato. Ne ho già parlato con lui piu' volte. I britannici sono dei negoziatori difficili, ma anche molto intelligenti. Si troveranno davanti una controparte onesta, dei partner negoziali che sapranno difendere gli interessi europei con la stessa energia con cui i britannici cercheranno di difendere i loro.

DF: Ministro Wolfgang Schäuble (CDU), molte grazie per l'intervista, e a risentirsi.

Schäuble: Bitte, gerne! Auf Wiederhören.

sabato 26 novembre 2016

E' iniziata la fine dell'egemonia tedesca in Europa?

Su Telepolis un'analisi dello scontro in corso fra il Ministro delle Finanze Schäuble e la Commissione Europea: la distanza non è mai stata cosi' ampia, sta per finire l'egemonia tedesca in Europa? Cristoph Stein su Telepolis


Lo scontro fra la Commissione UE e il governo tedesco cresce di tono. Quanto è profonda la frattura.

Cresce lo scontro fra la Commissione UE e la Germania, o meglio con il Ministro delle Finanze tedesco, sui principi di fondo della politica economica. Si parla di "superamento delle competenze" e di "violazione del diritto europeo".

Il Ministro delle Finanze tedesco ha criticato con forza la richiesta della Commissione UE di rilanciare la crescita in Europa attraverso una maggiore spesa pubblica. Ha accusato le autorità di Bruxelles di aver oltrepassato le loro competenze e di violare il diritto europeo. Il loro compito dovrebbe essere quello di esaminare i progetti di bilancio dei paesi europei secondo i criteri del Patto di Stabilità, e non secondo gli spazi fiscali disponibili. "Per fare questo non ha un mandato". 

Reuters

Schäuble, come racconta die Welt, ha alzato la voce "in un documento interno inviato alla Commissione UE". Si parla di una "lettera dai toni duri e molto urgente".

Nel dibattito sul bilancio del Ministero delle Finanze tenutosi il 22 novembre al Bundestag, Schäuble ha ripetuto la sua critica alla Commissione, questa volta pero' espressa in maniera un po' piu' pacata:

Il problema non è che riceviamo una raccomandazione, che magari non ci piace. Tali raccomandazioni vanno bene. E' normale, e ci sono naturalmente opionioni diverse sull'argomento. Il problema è che le raccomandazioni distraggono la Commissione dal suo vero compito, vale a dire valutare se i bilanci e i budget dei singoli paesi europei rispettano le regole europee. Questo è il vero compito della Commissione. E' il presupposto affinché la zona Euro possa rimanere stabile. Con queste raccomandazioni la Commissione non adempie il suo mandato, ma fa piuttosto il contrario, per questa ragione dobbiamo prendere posizione" 

Wolfgang Schäuble nel suo discorso di martedi' al Bundestag

Che cosa era accaduto? La Commissione il 16 Novembre aveva pubblicato il suo "Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche nel 2017", il rapporto annuale sui programmi di bilancio e di riforma degli stati UE. Il documento segna un allontanamento dai rigorosi percorsi di risanamento e uno spostamento verso una politica fiscale piu' espansiva. La critica si è concentrata sulla Germania e il suo schwarze Null (pareggio di bilancio):

Il semestre europeo 2017, che inizia oggi, per l'Europa sarà fondamentale nel quadro di un cambiamento economico e sociale. Io credo che ce la possiamo fare. Per questo la Commissione raccomanda una politica fiscale positiva, da un lato per rafforzare la ripresa economica e dall'altro per sostenere la politica monetaria della BCE, che non può' essere lasciata da sola. Ogni stato membro deve fare la sua parte: quelli che se lo possono permettere dovranno investire di più', mentre quelli che hanno un minore spazio fiscale di manovra dovranno attuare riforme e un consolidamento fiscale favorevole alla crescita"

 Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione

A quanto pare la Commissione non si considera piu' solo come un organo di controllo sul mantenimento dei criteri di stabilità previsti dai trattati europei e sui livelli di indebitamento, ma come il guardiano della politica economica e della congiuntura europea.

Politica economica? Una parola che da molto tempo non si sentiva piu', almeno in Germania. Ma che questo concetto sia usato per parlare di una "politica di bilancio positiva", e cioè' un programma di investimenti finanziati a debito, viola tutti i principi che secondo Schäuble dovrebbero regolare l'Europa.

Tuttavia la Commissione fa un ulteriore passo in avanti: un passaggio in particolare deve aver seccato Schäuble, vale a dire quando parla come una sorta di super Ministero delle Finanze europeo:

Per valutare la situazione attuale, la zona Euro deve essere osservata nella sua totalità - come se ci fosse un Ministero delle Finanze europeo - e la sua politica fiscale deve essere presa in considerazione nel suo complesso.

La pretesa della Commissione di essere una sorta di Ministero delle Finanze per la zona Euro è stata probabilmente la ragione per cui Schäuble ha pronunciato parole come "superamento delle competenze" e "violazione del diritto europeo". Secondo Schäuble, come ha detto nel suo discorso al Bundestag, il compito della Commissione è quello di monitorare i limiti all'indebitamento, ma è chiaro che la Commissione si sta spingendo ben oltre.

Quattro citazioni dal testo della Commissione possono illustrarne gli obiettivi economici :

La situazione attuale è almeno sotto 2 aspetti insoddisfacente: il primo è che l'applicazione delle raccomandazioni per i diversi paesi sia per il 2017 che per il 2018 nel complesso porterebbero ad un corso fiscale di carattere restrittivo, mentre la situazione economica attuale sembra richiedere una politica fiscale espansiva.

Parlare di "una politica fiscale espansiva" da seguire a seconda della "situazione economica", fa riferimento al concetto di "politica economica anti-ciclica discrezionale" ed equivale ad un rifiuto dei vecchi principi del monetarismo, con i quali l'Euro è stato istituito nei primi anni '90.

Una politica fiscale discrezionale, da attuare secondo le circostanze, e' conosciuta solo dal keynesismo, ed è estranea alle teorie neoclassiche.

In questo testo la Commissione si riconosce in un approccio keynesiano. Apparentemente l'esperienza degli ultimi 10 anni, in particolare la grande crisi, gli effetti ridotti delle politiche monetarie espansive e lo shock della Brexit hanno minato l'evidenza del monetarismo, almeno a livello delle istituzioni europee.

Se ben concepita, in combinazione con le riforme e con la promozione degli investimenti, una politica fiscale attiva oggi puo' contribuire nel breve termine ad un rapido calo della disoccupazione, e nel medio termine, anche ad un miglioramento della crescita (potenziale) nella zona Euro.

Con queste frasi la Commissione si allontana dai tradizionali approcci neoclassici. Nel quadro della metafisica economica neoclassica una politica fiscale attiva in nessun caso puo' avere effetti positivi, puo' nel breve periodo creare l'illusione di un miglioramento, che pero' nel lungo periodo sarà pagato a caro prezzo. Che una politica fiscale attiva possa "aumentare il potenziale di crescita" è keynesismo puro.

Il nuovo keynesismo della Commissione resta tuttavia parzialmente bloccato dai requisiti restrittivi del patto di stabilità. Si applica ai paesi in surplus, mentre i paesi in deficit restano soggetti ai diktat dell'austerità. Tuttavia la Commissione indica la possibilità di un allentamento:

Dietro l'attuale orientamento fiscale generale ci sono grandi differenze fra i paesi membri, che da una prospettiva economica generale non hanno molto senso. Questa situazione può' essere riassunta come un eloquente paradosso: i paesi senza un margine di manovra fiscale, vorrebbero utilizzarlo, quelli che invece hanno un margine di manovra, non vorrebbero farvi ricorso. Affinché l'Eurozona nel suo complesso non finisca in una scenario di "lose-lose", è necessario un approccio collettivo.

Parlare di mancanza di senso o di un eloquente paradosso oppure di "lose-lose scenario" è un indizio chiaro del fatto che la Commissione è insoddisfatta dei requisiti restrittivi dettati dal Patto di Stabilità. E in effetti la Commissione negli ultimi tempi è diventata alquanto lassista nel controllo dei limiti all'indebitamento. La FAZ, a quanto pare non molto felice per il nuovo ruolo della Commissione, vede nella nuova direzione politica un passo verso "l'auto-distruzione finale", e parla di "frasi roboanti".

Il potere della Commissione viene tuttavia sottovalutato. Se ci ricordiamo della testardaggine con cui la Commissione in passato ha applicato i progetti precedenti, la svolta in direzione keynesiana potrebbe riservare molte sorprese.

Dal momento che la BCE fa già ampiamente uso dei suoi strumenti di politica monetaria, c'è largo consenso sul fatto che la politica monetaria da sola non puo' avere l'onere della stabilizzazione macroeconomica e che la politica fiscale deve svolgere un ruolo maggiore nella zona Euro. Questa preoccupazione è condivisa dalla comunità globale: nell'ultimo vertice i membri del G20 hanno affermato il loro impegno verso una strategia di crescita e nel loro comunicato di settembre 2016 si sono dichiarati decisi ad utilizzare individualmente o collettivamente gli strumenti di politica monetaria e fiscale per raggiungere l'obiettivo di una crescita forte, sostenibile ed equilibrata".

Il riferimento al vertice G20 nel testo della Commissione contiene un chiaro posizionamento. All'ultimo vertice G20 Wolfgang Schäuble e il Ministro delle Finanze americano Jack Lew si sono scontrati sui principi di politica economica:

da anni al vertice G20 si ripete la stessa discussione: il Ministro americano Jack Lew chiede un pacchetto di stimoli globali, esattamente i paesi con un avanzo con l'estero come la Germania dovrebbero fare di piu' per la crescita economica. Wolfgang Schäuble ripete quello che ha sempre risposto alla richiesta arrivata da Washington: per rilanciare la crescita globale sono necessarie le riforme strutturali, non un aumento della spesa. 

Der Spiegel

La Commissione si schiera pertanto chiaramente a fianco di Jack Lew e contro Wolfgang Schäuble. Non sorprende che Schäuble sia arrabbiato. Sente che sta perdendo il controllo sull'Europa.