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domenica 1 dicembre 2013

Jacques Attali: è la Germania il vero malato d'Europa

Il grande economista francese Jacques Attali intervistato dalla stampa tedesca ribadisce  la sua opinione sulla Germania: un paese senza futuro, la bassa natalità è il vostro vero problema. Da Focus.de


Jacques Attali è uno degli economisti piu' influenti in Francia oltreché un grande autore di bestseller (nel complesso piu' di 60 libri), è consigliere del presidente Hollande e in passato lo è stato dei presidenti Francois Mitterrand e Nicolas Sarkozy. Nell'intervista si schiera apertamente fra le fila dei critici verso la Germania, fatto che non getta una luce positiva sulla relazione franco-tedesca.

Focus: I presidenti francesi non sono mai stati particolarmente bravi nel pensare a lungo termine. Il debito record e la mancanza di riforme non ne sono forse una conseguenza?

Attali: Non mi piacciono questo tipo di domande. La Germania in molti ambiti ha una prospettiva di lungo periodo decisamente peggiore rispetto a quella francese. Lo mostra il disastroso sviluppo demografico tedesco.

Focus: In Francia l'economia è di nuovo a un passo dalla recessione, mentre in Germania è tornata la crescita...

Attali: La Francia al contrario della Germania si trova in una buona situazione. Per certi versi è la Germania il vero malato d'Europa...

Focus: Ce lo deve spiegare, perché la Germania sta stabilizzando l'Euro e secondo quasi tutti i criteri economici è messa molto meglio della Francia

Attali: La bassa disoccupazione tedesca è uno scherzo, considerando che in molti sono costretti a lavorare per 5 € lordi l'ora. Il sistema bancario tedesco è in bancarotta, per questo il governo non vuole il controllo di un organismo europeo. La Germania è un paese sempre piu' vecchio con una scuola elementare disastrosa ed una produttività sempre piu' bassa, perché la maggior parte dei prodotti esportati vengono sempre piu' spesso copiati.


Focus: Fatto che pero' non impedisce alla Germania di restare il campione mondiale dell'export.

Attali: Il vostro paesi oggi è obbligato a restare in questa posizione e a risparmiare, per cercare di sopravvivere in futuro. Con un tasso di natalità cosi' basso, il futuro della Germania sarà molto difficile.

Focus: Lei è d'accordo con il suo presidente Francois Hollande sul fatto che la crisi ormai è superata?

Attali: Siamo ancora molto lontani dalla fine della crisi economica internazionale. Io credo che tornerà ad accentuarsi, considerando il pessimo stato dell'economia europea e americana. 

Focus: Monsieur Attali, lei sta tracciando il ritratto di una Germania in grande difficoltà. La Cancelliera Merkel è saldamente al governo ed è rispettata dal popolo. Nel suo paese invece il leader della destra radicale Marine Le Pen è molto piu' popolare del presidente. Come fanno le due cose a stare insieme?

Attali: I numeri sulla popolarità del presidente Hollande non contano. Essere impopolare puo' anche essere il segnale che si sta facendo una buona politica. Guardi cos'è accaduto a Gerhard Schröder dopo aver fatto le riforme: è stato sconfitto alle elezioni. E Hollande ha ancora quattro anni davanti a sé.

Focus: Dopo tutto il 40% dei francesi trova Marine Le Pen simpatica...

Attali: Questo ovviamente è un problema. E' la società nel suo complesso a dover reagire alle parole semplici della destra radicale: "Fuori gli stranieri, fuori dall'Euro!". Non basta condannare questo nemico. Bisogna portare degli argomenti e discuterne. Io paragono la situazione attuale in Francia, in riferimento alla destra radicale, a quella della Germania nel 1933, poco prima che il partito nazista vincesse le elezioni

Focus: Un confronto drammatico, perché la Francia non riesce a fare i conti con l'estrema destra? La destra da decenni alle elezioni raccoglie sempre piu' del 15% dei voti.

Attali: Anche in Germania avete forme di estremismo. Ci sono tendenze simili anche nel partito "Alternative für Deutschland“. Solo che a causa della storia tedesca questi estremismi vengono visti in maniera critica. Il pericolo tuttavia è simile a quello francese. Se una democrazia non si interessa allo sviluppo economico di lungo periodo, saranno gli estremisti ad avere il sopravvento.

mercoledì 23 gennaio 2013

Jacques Attali sui 50 anni del Trattato dell'Eliseo


Jacques Attali, ex consigliere di Mitterand, intervistato da FAZ,  con grande realismo descrive lo stato delle relazioni franco-tedesche e i passi necessari per ridare vita ad un legame indebolito dalla crisi. Da FAZ.net
Cinquanta anni dopo la firma del Trattato dell'Eliseo il rapporto fra Francia e Germania è in una fase di stallo. Un'intervista con l'ex consigliere presidenziale Jacques Attali.

FAZ: Quale coppia franco-tedesca negli ultimi 50 anni è stata la migliore?

JA: Senza dubbio il duo Mitterand-Kohl. Andavano molto d'accordo, lo posso attestare. La coppia aveva i prerequisiti per non intendersi, e invece sin dall'inizio fra i due è scoppiata la scintilla. Erano ossessionati dalla costruzione dell'Europa. Helmut Kohl è un uomo ammirevole, un uomo molto grande. Insieme hanno fatto cose importanti: l'unione monetaria, lo spazio Schengen, la brigata franco-tedesca e l'inizio dell'integrazione militare fra i due paesi, Frontex- l'agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne dell'Unione Europea, il programma di scambio Erasmus. Mitterand e Kohl hanno costantemente contribuito con nuove idee, anche se solo una su dieci poi è diventata realtà. In quel periodo l'integrazione europea procedeva con passi da gigante.

FAZ: Come considera la coppia Merkel-Holland rispetto alla mitica coppia franco-tedesca?

JA: La loro relazione è appena iniziata, è troppo presto per dare un giudizio. Di fatto il rapporto franco-tedesco sarà paralizzato fino alle elezioni del nuovo cancelliere in ottobre.

FAZ: Ma come giudica le relazioni franco-tedesche degli ultimi 10 anni?

JA: Diciamolo, Francia e Germania sono condannate ad andare d'accordo. Dai tempi di Mitterand e Kohl non c'è piu' la stessa vicinanza fra i 2 paesi. Già da molto tempo non vengono lanciate nuove idee. Sul lato francese Chirac, Sarkozy e Jospin non erano degli europeisti convinti. Sul lato tedesco non si è abbandonata l'Europa, ma ci si è rivolti ad altri partner; ad esempio con Gerhard Schröder alla Gran Bretagna di Tony Blair.

FAZ: Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, dopo tutto, hanno lavorato a stretto contatto

JA: Si', ma a causa dell'Eurocrisi. In un primo momento si sono guardati con sospetto. Poi hanno iniziato a lavorare insieme, perché volevano evitare un fallimento, le cui conseguenze potevano essere drammatiche. Di fatto le relazioni franco-tedesche da 15 anni vanno avanti ad un livello minimo.

FAZ: Perché?

JA: E' prima di tutto una questione di generazioni. I politici di oggi non hanno vissuto la guerra in prima persona. E non hanno preso al programma di scambio europeo Erasmus. L'Europa per loro non è una necessità assoluta. In questo momento ci troviamo in una fase pericolosa. L'Europa non è governata da europeisti. Angela Merkel in fondo è una prussiana, e per i prussiani l'Europa non ha mai contato molto. Alla fine pero' ha capito che senza l'Europa, la Germania sarebbe crollata.

FAZ: E la Francia?

JA: La Francia ha capito che l'Europa è destinata a sparire se l'integrazione europea non va avanti, e che cio' sarebbe una catastrofe per il paese. La Francia e la Germania hanno un complesso di superiorità. La Germania a causa del suo peso in alcuni importanti settori, la Francia per via della sua demografia. In un certo senso e senza ammetterlo, entrambi i paesi pensano di essere  dipendente l'uno dall'altro molto meno che in passato. L'Eurocrisi ha un vantaggio: ricorda a francesi e tedeschi che sono condannati a lavorare insieme.

FAZ: Quali sono i principali successi del duo franco-tedesco negli ultimi 50 anni?

JA: Al primo posto: è stata definitivamente sepolta l'ascia di guerra fra i due paesi. Il destino dell'uno è indissolubilmente legato a quello dell'altro. Ma è una coppia fragile. Nelle loro teste il legame non ha fatto passi avanti. In Francia, la letteratura, il cinema o la musica della Germania contemporanea non sono conosciuti. C'è poco desiderio di Germania. La coppia franco-tedesca vive da decenni di due brutti ricordi: il comportamento mostruoso dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale e la debolezza della Francia nel 1940. Oggi questi ricordi sono sbiaditi. Giustificano tutt'al piu' un matrimonio di convenienza. Storicamente parlando, la Francia si sente molto piu' attratta dalla Russia che non dalla Germania. E lo stesso per la Germania. Questo rapporto ha bisogno di un nuovo spirito.

FAZ: E come lo si potrebbe trovare?

JA: Io credo in primo luogo con dei grandi progetti. Una integrazione delle reti ferroviarie francesi e tedesche. Come sarebbe ad esempio una fusione fra SNCF e Deutsche Bahn?  Io penso ci si dovrebbe orientare all'esempio di EADS. Prima di tutto nel settore farmaceutico e nell'industria automobilistica. In ambito culturale si potrebbero fondare case editrici comuni. Si potrebbe pensare anche a canali televisivi franco-tedeschi

FAZ: Ma c'è già Arte.

JA: Arte è una stazione francese, trasmessa anche in Germania, come una vera joint-venture. Fondamentalmente nell'ambito della cultura e dell'integrazione universitaria resta molto da fare. La dimensione franco-tedesca del programma Erasmus è insufficiente.

FAZ: Negli ultimi tempi a Parigi e Berlino sono cresciute le preoccupazioni per le diverse posizioni in ambito politico, economico e culturale. Anche lei ha questa impressione?

JA: François Mitterrand una volta disse: temo il giorno in cui la Germania sarà guidata da un prussiano. Il momento è arrivato. La Prussia non si è mai interessata all'Europa.

FAZ: Nemmeno Federico il Grande?

JA: Nemmeno Federico il Grande. Ho scritto una biografia di Denis Diderot e le posso assicurare che Federico il Grande era un dittatore terribile. Ha impedito a Voltaire di fare delle pubblicazioni mentre si trovava presso di lui. A un livello piu' profondo le relazioni franco-tedesche sono diventate vittime di una caricatura, vale a dire: la Germania se la sta cavando molto meglio della Francia. Questo è falso. Fra 30 anni ci saranno piu' francesi che tedeschi. I tedeschi non hanno nessuna politica per la famiglia. Le politiche per la famiglia non sono un Club Mediterranée. Riguardano la sopravvivenza di un paese. Senza una politica per la famiglia un paese si suicida a piccoli passi. In questo senso il modello francese è migliore. Io credo che gli stranieri in Francia siano anche molto meglio integrati rispetto alla Germania...

FAZ: Lei sostiene un nuovo federalismo europeo. Quale ruolo dovrebbero avere la Germania e la Francia?

JA: Io credo che l'Unione Europea nel frattempo sia diventata un legame fin troppo debole. Una federazione di 27 stati non puo' funzionare. I parlamentari europei dei 27 stati membri servono a votare le dimensioni delle barre di cioccolato. A Strasburgo invece, gli stessi parlamentari, cioe' quelli dei 17 membri dell'Eurozona, dovrebbero dar vita ad una vera e propria assemblea costituzionale. Ma questo processo non puo' essere guidato né dalla Commissione europea né dai diplomatici nazionali. I diplomatici vivono per Brussel, e la Commissione non ha alcun interesse a lavorare a un progetto che limiti i suoi poteri. Per fare questo c'è bisogno di una forte volontà politica dei rappresentanti eletti e di politici motivati. 

FAZ: Si dice, l'Europa con ogni crisi fa un piccolo passo in avanti. Data la portata dell'ultima crisi non ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di piu' di una unione bancaria, anche se si tratta di un passo importante?

JA: Ci troviamo in una fase di transizione verso un'Europa federale o almeno di un Europa un po' piu' federale. La trasformazione della BCE nel 2012 ha dato ai politici un po' piu' di tempo. La BCE ha spento il fuoco che minacciava di incendiare tutta l'Europa. Ma in un certo senso ha introdotto uno schema piramidale. Assumerà rischi finanziari, se è convinta che i politici intendano agire per ridurre gli squilibri nell'Eurozona. Di fatto nel 2012 in Europa abbiamo vissuto un colpo di stato tecnocratico. La BCE si è sostituita ai politici indecisi, e ha preso il comando dell'aereo europeo. Ma in realtà non si è risolto ancora nulla.

FAZ: Come possono fare i politi europei per tornare al comando?

JA: Con convinzione e una chiara visione. Torno a Mitterand e Kohl. Entrambi avevano un'energia europea enorme. E potevano fare affidamento su un terzo uomo: Jacques Delors al vertice della Commissione. Kohl e Mitterand non avevano paura di nominare un uomo forte per la Commissione. Da allora al vertice della Commissione ci sono stati solo politici deboli. Sono state decisioni suicide. Barroso lascerà presto il suo posto. Se lo si riuscirà a sostituire con un uomo forte come Mario Monti o Pascal Lamy, le carte potranno essere di nuovo mischiate. Presto vedremo se i politici attuali hanno il coraggio politico necessario.