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venerdì 8 settembre 2023

In Germania conviene piu' andare a lavorare oppure restare a casa a prendere il reddito di cittadinanza?

Quanto si prende di Buergergeld in Germania e conviene davvero andare a lavorare? Domanda vecchia come lo stato sociale eppure dati alla mano in Germania conviene quasi sempre andare a lavorare, ad eccezione di un caso particolare, quello del genitore single che svolge un lavoro a basso salario. Un'analisi molto interessante fra diversi scenari possibili mette in luce cosa conviene fare nella Germania del 2023 per single, famiglie oppure famiglie con figli.


Il 1° gennaio 2024, le tariffe standard del reddito di cittadinanza saranno aumentate di circa il dodici per cento. Gli esperti e i politici quando si lamentano del fatto che non vale più la pena andare a lavorare si sbagliano. L'accusa è vera solo in due casi estremi.

A partire dal nuovo anno ci saranno più soldi per i disoccupati. Secondo i piani del Ministro federale del Lavoro Hubertus Heil (SPD), le tarriffe standard del reddito di cittadinanza aumenteranno di circa il dodici per cento, passando da 502 a 563 euro al mese. Allo stesso modo, aumenteranno anche le tariffe standard per i bambini che vivono in famiglie percettrici di Buergergeld. Queste tariffe si basano sull'età: per i bambini al di sotto dei sei anni, l'aliquota passerà da 318 a 357 euro, per i bambini tra i 7 e i 14 anni da 348 a 390 euro e per i bambini al di sopra dei 14 anni da 420 a 471 euro. Anche in questo caso si tratta di un aumento di circa il dodici per cento. Heil giustifica l'aumento con l'incremento del costo della vita dovuto all'inflazione.

E ciò ha suscitato critiche. In particolare, le associazioni artigiane non gradiscono l'aumento. "Ai miei occhi, è una mancanza di rispetto per i lavoratori", ha dichiarato a MDR Ralf Luther, vicepresidente della Camera dell'Industria e del Commercio di Magdeburgo (IHK). Anche il capogruppo parlamentare della CDU/CSU Jens Spahn è contrario all'aumento: "Chi lavora deve avere di più di chi non lavora", ha dichiarato al quotidiano "Bild".

La critica secondo la quale il lavoro non valga più la pena in considerazione dell'aumento delle prestazioni sociali è probabilmente vecchia quanto lo stato sociale. Anche con l'introduzione del reddito di cittadinanza lo scorso anno - accompagnato da un aumento delle aliquote standard rispetto al precedente Hartz IV - si sono levate voci in tal senso da parte dell'opposizione e delle associazioni imprenditoriali.

Otto scenari calcolati

Come per l'anno precedente, abbiamo quindi calcolato otto scenari per determinare se i dipendenti o i beneficiari del Reddito di cittadinanza avranno più soldi a disposizione. Nel primo scenario, ipotizziamo che le persone abbiano un lavoro a basso salario. Nell'anno precedente abbiamo calcolato un reddito lordo di 2500 euro al mese. Poiché, secondo l'Ufficio federale di statistica, da allora i salari sono aumentati in media del 6,1%, quest'anno calcoliamo di conseguenza 2.665 euro lordi al mese. Facciamo il confronto fra una persona sola, un genitore single con un figlio, una coppia senza figli e una famiglia con due figli e due lavoratori. In una seconda riga, confrontiamo le stesse categorie ma con dei lavori a salario minimo, ipotizzando che in famiglia lavori solo un genitore. Per quanto riguarda la tariffa del Buergeld dei bambini, abbiamo sempre calcolato con la media delle aliquote standard per tutte le fasce d'età, in quanto l'aliquota di solito aumenta con l'età.

reddito di cittadinanza in Germania


Il risultato è quasi lo stesso dell'anno precedente: chi svolge un lavoro a basso salario guadagna in ogni caso di più rispetto a chi percepisce il Bürgergeld. La differenza è minima per i genitori single con una media di 317 euro al mese, per i single è di 558 euro, per le famiglie di 1260 euro e per le coppie senza figli di 1740 euro. Questo dato tiene conto del fatto che, oltre alle tariffe standard, i beneficiari dell'assegno del reddito di cittadinanza ricevono anche l'affitto fino a un importo massimo, oltre alle spese di riscaldamento e al canone di trasmissione.

Per i beneficiari del salario minimo, la differenza tra il reddito di cittadinanza e il salario è minore. I single che lavorano hanno comunque un mensile con un vantaggio di 227 euro, mentre le coppie senza figli guadagnano 1079 euro in più rispetto al Buergergeld. Tuttavia, per i genitori single il sussidio è più vantaggioso di un lavoro a salario minimo. Questo è diverso dall'anno precedente. A partire dal 2024, infatti, essi incasseranno 218 euro in più dal reddito di cittadinanza che dal lavoro e dagli assegni familiari. Le famiglie con due figli e un solo salariato minimo erano già in vantaggio con il Bürgergeld anche l'anno scorso. Quest'anno, il loro vantaggio proveniente dal sussidio sociale è di 1220 euro al mese.

in germania conviene di piu' il reddito di cittadinanza o andare a lavorare


Il reddito di cittadinanza è utile in termini puramente finanziari solo se si ha un reddito molto basso, vale a dire al massimo il salario minimo, e con esso si devono coprire spese elevate per l'affitto e il riscaldamento. Questo succede quando si deve pagare un appartamento grande per una famiglia, come nel nostro esempio di calcolo, ma anche perché si vive in una grande città costosa come Monaco di Baviera o si ha un contratto del gas molto più caro della media.

Il Reddito di Cittadinanza è troppo alto o i salari sono troppo bassi?

Gli oppositori del Reddito di cittadinanza sostengono anche che il lavoro potrebbe essere più remunerativo dell'assistenza sociale, ma che i confini tra le due attività sono troppo vicini. Secondo loro, le persone preferirebbero poltrire sul divano piuttosto che lavorare 40 ore alla settimana per 100 o 200 euro in più. Questa argomentazione, tuttavia, dimentica che non è possibile percepire il reddito di cittadinanza in questo modo.



In primo luogo, si tratta di una prestazione sociale cosiddetta subordinata. Ciò significa che è possibile richiederla solo dopo aver esaurito le altre prestazioni sociali. Tra queste figurano l'indennità di disoccupazione, tutte le forme di indennità e sussidi per l'alloggio, gli assegni familiari, i supplementi per i figli, l'indennità di malattia, l'indennità di maternità e l'indennità parentale. In molti casi, l'agenzia di collocamento rifiuterà la vostra domanda proprio per questo motivo.

In secondo luogo, non si può semplicemente lasciare un lavoro e ottenere il reddito di cittadinanza. Se si ha bisogno di aiuto perché si è lasciato il lavoro o lo si è perso per giusta causa, è necessario giustificarlo all'agenzia del lavoro e si può essere soggetti a delle sanzioni. Le prestazioni possono essere ridotte fino a un massimo del 30%.

Inoltre, percepire il reddito di cittadinanza presenta anche degli svantaggi rispetto al lavoro regolare: in primo luogo, non ci si può semplicemente sdraiare sul divano e raccogliere denaro. I beneficiari delle prestazioni sociali hanno anche degli obblighi. Ad esempio, devono dimostrare di essere attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro, accettare lavori ragionevoli offerti dall'agenzia di collocamento o partecipare a misure di istruzione e formazione organizzate per loro dall'agenzia di collocamento.

In secondo luogo, i beneficiari del reddito di cittadinanza non versano nelle casse della previdenza sociale. Pertanto, ogni anno in cui si percepisce il reddito di cittadinanza si vengono a ridurre i pagamenti successivi della pensione.

Inoltre, il reddito di cittadinanza rappresenta un minimo vitale. Secondo le associazioni sociali, è addirittura troppo basso. A giugno, la Paritätische Wohlfahrtsverband ha calcolato che, in considerazione dell'inflazione, sarebbe stato opportuno un aumento da 502 a 725 euro per adulto. L'associazione accusa il Ministero del Lavoro di aver artificiosamente sottostimato il fabbisogno reale.

Ma se partiamo dal presupposto che il reddito di cittadinanza al livello attuale rappresenta il minimo vitale, allora il problema non è che il reddito di cittadinanza è troppo alto, ma che i salari sono troppo bassi. Non per niente le associazioni artigiane come la Camera di Commercio e dell'Industria si lamentano a gran voce del reddito di cittadinanza. Secondo uno studio del 2018 della Fondazione Hans Böckler, le retribuzioni orarie nei lavori manuali sono più basse rispetto ad altri settori dell'economia, mentre la percentuale di posti di lavoro a salario minimo è più alta. Inoltre, il divario tra i mestieri qualificati e il resto dell'economia si è ampliato a partire dagli anni Settanta.

Quindi, se qualcuno come Luther della Camera di Commercio e dell'Industria di Magdeburgo teme che "per un numero maggiore di persone rispetto al passato, non lavorare paghi più che lavorare", la conclusione logica è che le imprese dovrebbero aumentare i salari in modo significativo.


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venerdì 1 settembre 2023

In Germania il reddito di cittadinanza aumenta del 12%! !

Aumento sostanzioso per i percettori di Buergergeld (reddito di cittadinanza) a partire da gennaio 2024: per i single sono piu' di 60 euro al mese di aumento, per una famiglia saranno circa 150 euro in piu'. Mentre in Italia si cerca di fare cassa tagliando ai piu' bisognosi, il governo tedesco dà la possibilità ai percettori di Buergergeld di recuperare una parte dell'inflazione subita negli ultimi 2 anni. Ne scrive Focus.de


reddito di cittadinanza in germania buergergeld


I beneficiari del reddito di cittadinanza (Buergergeld) riceveranno una somma significativamente maggiore a partire dal prossimo anno. Il Ministro degli Affari Sociali Hubertus Heil vuole adeguare le tariffe all'aumento dei salari e dei prezzi. Le famiglie riceveranno almeno 150 euro in più al mese. La seguente panoramica mostra di quanto aumenteranno le tariffe e perché.

Il governo federale vuole dare ai beneficiari del reddito di cittadinanza (Bürgergeld) circa il 12% in più in media a partire dal 1° gennaio 2024. Il ministro del Lavoro Hubertus Heil (SPD) ha parlato di aumenti significativi quando martedì ha presentato i suoi piani. Il ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) e il gabinetto dovrebbero approvare il disegno di legge il 13 settembre. La legge non deve passare al Bundestag. Cosa cambierà ora:

Di quanto dovrebbe aumentare il Buergergeld?

Aumenti previsti per le tariffe del Buergeld


Chi ne beneficerà maggiormente?

Soprattutto le famiglie con figli potranno contare su un aumento significativo del reddito. Le coppie con due beneficiari e un figlio riceveranno almeno 147 euro in più al mese. Anche i single ne trarranno un beneficio particolarmente elevato. In questo caso, la tariffa prevede un aumento di 61 euro al mese.

Quanto costerà l'aumento?

Il Ministro del Lavoro Heil ha parlato di 4,3 miliardi di euro e ha giustificato i costi come un "risultato legislativo" nonostante il freno al debito e le misure di austerità previste dal bilancio. Quando il Bundestag approverà il bilancio a novembre, come previsto, questi fondi dovrebbero essere disponibili.

Perché viene aumentato il reddito di cittadinanza?

La tariffa standard si basa sull'andamento annuale dei salari e dei prezzi, con i prezzi che rappresentano il 70% e i salari il 30%. Il Ministro Heil ha condiviso la critica secondo cui in passato il reddito di cittadinanza non è stato sufficientemente adeguato all'inflazione. L'anno scorso, infatti, il tasso standard per gli adulti single era aumentato di tre euro al mese, arrivando a 449 euro. Dall'inizio della riforma del reddito di cittadinanza, le aliquote erano già state aumentate di circa 50 euro all'inizio dell'anno.

Come viene calcolato il reddito di cittadinanza?

La tariffa standard si basa su bisogni quali abbigliamento, cibo, beni per la casa, igiene personale o partecipazione sociale. Per darvi un'idea: dell'attuale reddito di cittadinanza di 502 euro per un adulto, 174 euro sono destinati a cibo e bevande, circa 49 euro a tempo libero e intrattenimento e 45 euro a servizi di telecomunicazione e postali. Un set di dati di circa 60.000 famiglie serve come base per il calcolo.

Cos'altro viene pagato?

Oltre alla tariffa standard, lo Stato paga anche le spese per l'alloggio e il riscaldamento. Nei primi dodici mesi è previsto anche un periodo di attesa per le spese di alloggio, in cui viene rimborsato l'affitto effettivamente pagato. Ciò significa che inizialmente nessuno è costretto a lasciare la propria casa per trasferirsi in un alloggio sociale. Vengono inoltre erogati dei supplementi per le donne in gravidanza o per le persone con disabilità fisiche (vedi tabella sopra).

Cos'è il Buergergeld?

Il Buergergeld ha sostituito ALG II da inizio dell'anno. È destinato a fornire un sostentamento alle persone in grado di lavorare ma il cui reddito non è sufficiente per vivere. Allo stesso tempo, le persone interessate devono essere aiutate a ritrovare un punto d'appoggio nel mercato del lavoro attraverso la consulenza, l'istruzione e la formazione. Il Reddito di cittadinanza è stata la più grande riforma sociale della coalizione Ampel fino ad ora e ha sostituito il precedente sistema Hartz IV.

Chi ha diritto a richiedere il reddito di cittadinanza?

In linea di principio, ogni persona che abbia almeno 15 anni e sia in grado di lavorare, cioè che non sia in età pensionabile. Anche se il proprio reddito è inferiore al livello di sussistenza e non si riesce a mantenersi da soli, sarà lo Stato ad integrarlo. L'assegno di cittadinanza è disponibile anche se si vive con una persona in grado di lavorare. La domanda deve essere presentata al Centro per l'impiego.

L'indennità di disoccupazione non è sufficiente - posso comunque ricevere il Bürgergeld?

Sì, se il sussidio di disoccupazione non è sufficiente a coprire le spese di vitto e alloggio. Gli interessati possono richiedere il Bürgergeld e integrare così il loro sussidio.

L'aumento è sufficiente per gli interessati?

Per Heil, gli adeguamenti rendono le tariffe standard "maggiormente a prova di inflazione e quindi di crisi". Ulrich Schneider, direttore generale del Paritätischer Gesamtverband, invece, afferma: "L'attuale perdita di potere d'acquisto è appena compensata. Non si può parlare di un miglioramento delle prestazioni". Secondo Schneider, le esigenze reali sono sottovalutate. Verena Bentele, presidente dell'associazione sociale VdK, critica l'aumento come "troppo tardivo", perché i prezzi elevati dell'elettricità e del gas in particolare attualmente stanno consumando tutti i soldi degli interessati.


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martedì 22 agosto 2023

Björn Höcke (AfD): "Tecnologia tedesca e materie prime russe. Insieme saremmo stati imbattibili"

Il leader di AfD nell'est, Björn Höcke, dall'alto del 20 % che i sondaggi continuano a dare al suo partito rilancia la richiesta di un riposizionamento geopolitico della Germania a fianco della Russia. Ne scrive Focus.de 

Björn Höcke leader AfD

In un'intervista, Björn Höcke commenta, tra le altre cose, la guerra in Ucraina. Il politico di AfD prende le difese della Russia e cita persino un discorso di Vladimir Putin che il presidente russo tenne al Bundestag tedesco nel 2001. Per la pace, dice, l'Europa deve staccarsi dagli Stati Uniti.

AfD continua a crescere di sondaggio in sondaggio. In Turingia, in particolare, il partito può vantare ottimi risultati. Di conseguenza, il leader del partito nel parlamento regionale Björn Höcke è soddisfatto. In un'intervista al quotidiano svizzero "Blick", il politico di AfD spiega quali sono, a suo avviso, i fattori decisivi per l'ascesa del suo partito.

Höcke vede la Germania "sulla buona strada per diventare uno Stato fallito".

Per Höcke, una delle ragioni principali è l'immigrazione, che sta mettendo a dura prova il sistema di sicurezza sociale della Repubblica federale. "La Germania in quanto Paese industrializzato è a rischio. Il tasso di inflazione è alto. La Germania sta per diventare uno Stato fallito", spiega il 51enne.


Sondaggi elettorali danno AfD intorno al 20%

Considerando i sondaggi del suo partito, Höcke non crede che la volontà degli altri partiti di non collaborare con AfD sia destinata a durare. "No, i muri di gomma non sono applicabili in modo permanente. Si stanno già sgretolando a livello comunale. Si può rovinare una democrazia anche non coinvolgendo gran parte della popolazione", ha detto il politico dell'AfD.

Il leader di AfD: la sorveglianza della difesa della Costituzione è uno "strumento di lotta della classe dirigente".

Il fatto che Höcke possa essere definito fascista a causa delle sue dichiarazioni e che il suo partito sia classificato dall'Ufficio per la protezione della Costituzione come "di matrice di estrema destra" viene accolto con una certa incomprensione dal 51enne.

"Non sono assolutamente un fascista. È un termine di lotta politica usato dall'establishment politico. Anche le autorità della DDR bollavano come "fascisti" i combattenti per la libertà della rivolta popolare del 17 giugno 1953. A questo proposito, ho una buona tradizione con i vecchi combattenti per la libertà e non mi sento attaccato", ha spiegato Höcke.

militanti  di AfD


Critica aspramente l'osservazione da parte dell'Ufficio per la protezione della Costituzione: "L'Ufficio per la protezione della Costituzione è diventato uno strumento di battaglia politica della classe dirigente. I suoi funzionari fanno quello che gli viene detto di fare dal Ministro degli Interni. L'opposizione democraticamente eletta in Germania è monitorata e minacciata dai servizi segreti nazionali. Questo non accade in nessun altro Paese del mondo che si definisce democratico".

Höcke ha anche respinto la questione della condotta di estrema destra di AfD: "Il fatto che ci vengano lanciati termini del genere la dice lunga sul cattivo stato della libertà di opinione in Germania più che sulla natura del nostro partito. AfD è un partito fondamentalmente moderato e borghese".

Höcke: I media occidentali vogliono fare di Putin il nuovo Hitler

Höcke vorrebbe fermare la fornitura di armi all'Ucraina il prima possibile. "Questa guerra deve finire il prima possibile". Il politico di AfD non ritiene che la Russia sia l'unica responsabile della guerra: "Questa guerra ha avuto un lungo percorso. Sarà compito degli storici rispondere alla domanda sulle colpe".

All'affermazione secondo la quale la guerra potrebbe essere conclusa in qualsiasi momento da Putin, Hoecke risponde con un'accusa precisa: "So che i media occidentali vogliono fare di Putin il nuovo Hitler. Ma bisogna riconoscere che c'è stato uno sviluppo sbagliato per decenni che ha contribuito alla preparazione della guerra", afferma il 51enne.

Inoltre, sottolinea che la cooperazione con la Russia presenta grandi vantaggi. "Durante il suo discorso al Bundestag tedesco nel 2001, ad esempio, Putin ha sottolineato che la Germania e la Russia sono partner naturali in Europa: Tecnologia tedesca e materie prime russe. Insieme saremmo stati imbattibili".

Nel discorso, Putin aveva sottolineato la cooperazione tra Europa e Russia e aveva prospettato la prospettiva dell'integrazione della Russia in un'Europa libera. Il presidente russo nel suo discorso aveva sottolineato in particolare le relazioni russo-tedesche dichiarando che Germania e Russia dovrebbero dare un "contributo comune alla costruzione della casa europea".

Oltre a una maggiore cooperazione con la Russia, Höcke chiede alla Germania di staccarsi dagli Stati Uniti. "Se l'Europa vuole la pace, dobbiamo staccarci dagli americani. Gli interessi dell'America non sono gli interessi dell'Europa".


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domenica 20 agosto 2023

C'è grossa crisi nelle infrastrutture tedesche

"Benvenuti nella Repubblica dei ruderi tedesca" titola Focus.de facendo riferimento alla pessima condizione in cui versano i treni, le auostrade e le ferrovie in Germania. Dopo 2 decenni di grandi risparmi e pareggio di bilancio anche in Germania la rete infrastrutturale necessita di un ammodernamento sempre piu' urgente. Ma cosa dovrebbero fare i tedeschi per rilanciare e risanare ponti, strade e ferrovie? Ce lo spiega Focus.de


infrastrutture tedesche sempre piu' usurate


Le infrastrutture tedesche sono in crisi. Dagli aerei governativi difettosi ai ponti chiusi, le carenze tecniche rallentano il Paese in molti punti. FOCUS online mostra la reale gravità della situazione e ha chiede agli esperti delle soluzioni.

La Germania soffre di problemi infrastrutturali. Recentemente, se ne è dovuta accorgere anche il Ministro degli Esteri federale Annalena Baerbock (Verdi). Il suo aereo, un Airbus A340, che avrebbe dovuto portarla dall'altra parte del mondo per un viaggio ufficiale, è rimasto a terra. Ci sono stati problemi tecnici. Ed è anche quello che succede a molte persone sulle autostrade o sui treni tedeschi ogni giorno. Il volo in panne della Baerbock è solo la punta dell'iceberg.

Ponti chiusi, sistemi ferroviari obsoleti, linee elettriche mancanti o internet lento e lacune nella rete mobile. Le cattive notizie sulle infrastrutture tedesche negli ultimi anni si sono moltiplicate. Molte cose sono fatiscenti e rallentano il Paese, e quindi anche l'economia.

Uno sguardo alle singole aree lo dimostra: da nessuna parte le cose funzionano davvero bene. "Soprattutto nella Germania occidentale, molte infrastrutture sono gravemente obsolete", scrive Thomas Puls, esperto di trasporti e infrastrutture presso l'Instituts der deutschen Wirtschaft (IW), in un articolo accademico. Dopo l'inizio del nuovo millennio, gli investimenti in infrastrutture sono stati fortemente ridotti a livello nazionale. "Per circa un decennio e mezzo, la Germania ha vissuto intaccando il capitale, soprattutto nel settore delle infrastrutture di trasporto".

Infrastrutture in Germania: lo status quo

Oltre agli aerei governativi difettosi e ai "ritardi nell'operatività" delle ferrovie, le infrastrutture sono diventate una sfida importante per la Germania. Puls cita tre ragioni:

- mancanza di fondi nei bilanci pubblici

- lungaggini nelle procedure di pianificazione e approvazione

- mancanza di lavoratori qualificati 

Le procedure tedesche di pianificazione e approvazione si stanno rivelando particolarmente difficili, scrive l'esperto. "Si sono per buona parte trasformate in un diritto finalizzato ad impedire ogni costruzione".  La situazione è aggravata da una marcata carenza di lavoratori qualificati. "Questo va dalle autorità di pianificazione e approvazione fino all'industria edilizia e ai gestori di rete", afferma Puls.

infrastrutture germania da risanare
Ponti da risanare, strade interrotte


Autostrade, ponti, ferrovie, vie d'acqua: dove le infrastrutture sono particolarmente fatiscenti

L'esempio del viadotto di Rahmede, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, mostra quanto sia grave la situazione della rete di trasporto tedesca: 453 metri di lunghezza, 75 metri di altezza e gravemente danneggiato. Era stato chiuso nel dicembre 2021. Il 7 maggio 2023, alle 12 in punto, alla fine è stato fatto saltare in aria. Da allora, il traffico è tornato a torturare la vicina città di Lüdenscheid. Il problema principale è che il ponte faceva parte dell'autostrada federale 45, che collega la regione della Ruhr con la Germania meridionale - un'arteria fondamentale per l'economica.

La situazione è simile per il resto delle infrastrutture di trasporto in Germania. Per poter utilizzare efficacemente le nostre infrastrutture in futuro queste dovranno  essere all'altezza delle sfide, secondo Thilo Schaefer, responsabile dell'area tematica Digitalizzazione e cambiamento climatico dell'IW, ritiene che fondamentalmente siano necessarie due cose: "Più soldi e meno burocrazia".

"Troppo spesso i progetti falliscono a causa delle lunghe procedure di pianificazione, che possono durare quasi dieci anni", spiega l'esperto a FOCUS online. Per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto, è chiaro che è necessaria una maggiore velocità. "Gli obblighi stanno diventando più grandi anziché più piccoli".

Secondo l'analisi di IW, le ragioni della fatiscenza di strade e ponti in Germania sono:

- l'età dell'infrastruttura di trasporto esistente

- un volume di traffico di gran lunga superiore a quello per il quale le infrastrutture sono state progettate

- investimenti trascurati dopo l'inizio del millennio.


Thomas Puls sottolinea inoltre che gran parte della rete esistente è stata costruita prima della riunificazione del 1990. Oltre il 40% delle strade federali è stato costruito prima del 1990.

Il volume del traffico in Germania in seguito si è sviluppato in modo molto più dinamico di quanto previsto dai pianificatori. Inoltre, nel 1986 il peso massimo consentito per gli autocarri è stato aumentato fino a 40 tonnellate. E questo è stato il super disastro per le vie di comunicazione della Germania. Oggi, secondo il Ministero Federale dei Trasporti, sono 4600 i ponti da ristrutturare.

Ne conseguono numerosi interventi edilizi. E i lavori stradali comportano un aumento degli ingorghi sulle autostrade. Secondo l'ADAC, nel 2018 la lunghezza degli ingorghi è più che triplicata rispetto al 2008. E questo nonostante il traffico sia aumentato solo dell'11% nello stesso periodo.

"Per decenni si è risparmiato sulla rete ferroviaria tedesca".

La situazione è simile per le autostrade tedesche e la rete idroviaria. Alcune strutture risalgono addirittura al periodo prebellico, afferma Puls. Il governo è anche consapevole del fatto che molte chiuse e altre strutture fluviali hanno urgente bisogno di essere rinnovate. Il "Piano generale per la navigazione interna" sottolinea come obiettivo importante la "fornitura di un'infrastruttura basata sulle reali necessità". Ma tali ammodernamenti richiedono tempo.

La situazione delle ferrovie è altrettanto problematica. Molte tratte sono fortemente congestionate e hanno urgente bisogno di essere riabilitate. "Per decenni si è risparmiato sulla rete ferroviaria tedesca", afferma Schaefer, esperto di IW. È andata bene per molti anni, ma da molto tempo la Germania si è lasciata andare all'usura. A risentirne non sono solo i passeggeri delle ferrovie, ma anche le aziende che trasportano merci su rotaia: "Non ci sono più grandi capacità, in pratica le ferrovie sono ampiamente soprautilizzate", afferma Schaefer.

 La soluzione: "Abbiamo bisogno di una collaborazione tra le diverse modalità di trasporto", afferma Schaefer. Uno scontro tra strada, ferrovia e vie d'acqua è la strada sicura verso il fallimento. È anche necessaria la collaborazione con i vicini europei. "La Germania non solo è importante dal punto di vista geografico come hub cruciale per i cittadini e le imprese europee. A causa del nostro modello basato sull'export, la Germania deve mantenere la sua infrastruttura efficiente ed essere ben collegata con i paesi confinanti."

Il sistema aeroportuale tedesco è parzialmente sovraccarico

Solo le quattro maggiori hub di traffico aereo, Francoforte, Monaco, Berlino e Düsseldorf, svolgono un ruolo significativo nel traffico internazionale, spiega l'economista di IW Klaus-Heiner Röhl. In base alla struttura federale, il sistema aeroportuale tedesco è distribuito su molte località, con un totale di circa 18 aeroporti commerciali. Prima della pandemia, tuttavia, Francoforte, Berlino e Düsseldorf in particolare erano ampiamente sovraccarichi, ha dichiarato l'esperto a FOCUS online.

Per contrastare la congestione, a Berlino è stato costruito il nuovo grande aeroporto di Berlino-Brandeburgo (BER). È stato inaugurato nel 2020 "con grande ritardo", ma la capacità dell'aeroporto difficilmente supererà quella dei due aeroporti chiusi di Tegel e Schönefeld, afferma Röhl.

In questo caso, però, la Germania è più fortunata del suo ministro degli Esteri: "Ma poiché il traffico aereo in Germania si sta riprendendo solo molto lentamente dalla pandemia - finora è stato raggiunto solo circa l'80% del livello del 2019 - attualmente non ci sono problemi di capacità nei vari aeroporti". Quindi chi vola attraverso la Repubblica Federale arriverà generalmente dove voleva arrivare. Anche Francoforte aprirà il suo nuovo Terminal 3 nel 2026/27 per far fronte a un potenziale fattore di carico simile agli anni pre-Corona.

Un problema importante per gli aeroporti nel loro complesso attualmente è rappresentato dalla carenza di personale qualificato, afferma Röhl. "Soprattutto durante la stagione delle vacanze, nel 2021 e nel 2022 ci sono stati lunghi periodi di attesa". Nel frattempo, però, questo problema sembra essere stato ampiamente risolto, anche grazie all'uso di nuove tecnologie come i body scanner ai controlli di sicurezza, ha detto l'esperto.

In Germania mancano le linee elettriche

La situazione è diversa per quanto riguarda la rete elettrica tedesca. Certo, "c'erano grandi timori sul fatto che la rete elettrica tedesca sarebbe diventata più insicura a causa della crescente quota di produzione di energia rinnovabile", afferma Malte Küper, esperto di energia di IW. "Ma finora si è verificato il contrario: le interruzioni nella rete elettrica tedesca in realtà sono in calo da anni".

Tuttavia, le sfide restano grandi, sottolinea Küper. Un'occhiata a Leingarten, vicino a Heilbronn, mostra il perché. Attualmente sono in corso i lavori di costruzione di un importante nodo della transizione energetica. La sottostazione di Leingarten sarà il primo convertitore dell'elettrodotto "Suedlink". Tra Brunsbüttel a nord e Großgartach (Baden-Württemberg) a sud, l'impianto costituirà il capolinea settentrionale di una linea a corrente continua lunga 700 chilometri.

"Proprio queste importanti linee nord-sud, che dovrebbero trasportare l'energia eolica dalla costa ai centri industriali del sud, hanno subito ritardi, in alcuni casi considerevoli, negli ultimi anni", ha dichiarato Küper. Inoltre, più di 10.000 chilometri di rete elettrica sono ancora in attesa di essere completati.

Per riuscire nell'operazione di trasformazione energetica, la costruzione della rete elettrica deve procedere in futuro a un "ritmo tedesco", dice l'esperto. Ciò include anche nuovi sistemi di stoccaggio dell'energia e quasi 25 gigawatt di nuove centrali elettriche a gas entro il 2030. "Senza di esse, la sicurezza dell'approvvigionamento in futuro potrebbe vacillare."

La Germania "dal punto di vista del digitale è un paese in via di sviluppo"

Altrettanto deludente è lo stato dell'infrastruttura digitale in Germania. Sia che si tratti di sviluppo della fibra ottica, e-government o economia digitale, la Germania in materia di digitalizzazione è molto indietro nella classifica internazionale. La digitalizzazione si riferisce alla trasformazione dei dati e delle informazioni analogiche in formati digitali e ai processi di cambiamento sociale causati dall'uso delle tecnologie digitali di informazione e comunicazione (ICT). In entrambi i casi, un'analisi del Centro federale per l'educazione politica (bpb) assegna alla Germania lo status di "paese in via di sviluppo digitale".

Jan Büchel, esperto di digitalizzazione dello IW: "Per far progredire la digitalizzazione dell'economia e della società, è necessaria un'infrastruttura digitale ben sviluppata". Le connessioni internet veloci e senza latenza sono al centro del processo.

 "Entro la fine del 2022, il 71% delle famiglie e il 67% delle imprese a livello nazionale avranno accesso a reti gigabit", spiega l'esperto. Queste velocità potrebbero essere raggiunte attraverso la fibra ottica o le reti via cavo potenziate. Un'analisi più approfondita della tecnologia, tuttavia, mostra che solo meno di un terzo delle reti gigabit si basa sulla fibra.

"Soprattutto in vista dell'enorme aumento della domanda di reti a banda larga in futuro, l'ulteriore espansione della fibra ottica svolge un ruolo decisivo nel rafforzamento dell'infrastruttura digitale in Germania", afferma Büchel. Questo perché la maggior parte delle reti via cavo sono già state aggiornate.

Un confronto europeo mostra inoltre che la Germania è solo penultima tra gli Stati membri dell'UE in termini di copertura della fibra ottica: "Solo circa una famiglia tedesca su cinque ha una connessione in fibra ottica, mentre la media europea è di circa una su due", afferma Büchel.

Un bilancio amaro: per accelerare l'espansione della fibra ottica in Germania, Büchel raccomanda in particolare di aumentare le capacità dell'industria delle costruzioni e quella del personale delle amministrazioni comunali e di contrastare la carenza di lavoratori qualificati in questo settore. "Si dovrebbero inoltre standardizzare le tecniche di scavo alternative e meno dispendiose per la posa dei cavi in fibra ottica. Infine, anche le procedure di approvazione nel settore pubblico, soprattutto a livello comunale, devono essere accelerate e semplificate".

Le possibili vie d'uscita per la Germania dalla crisi delle infrastrutture

Una cosa è chiara: la necessità di investimenti nelle infrastrutture tedesche è enorme. Ma per superare la crisi, secondo l'analisi di Thomas Puls, la Germania deve progredire in particolare in tre aree, "e con notevole successo":

- mettere a disposizione dei budget in crescita costante

- semplificare le procedure in modo tale da ottenere tempi uniformi in tutta Europa

- migliorare il reclutamento di ingegneri per il servizio pubblico.

Scrive: "I fondi di investimento disponibili sono un innegabile collo di bottiglia nell'affrontare i problemi infrastrutturali della Germania. Nel prossimo futuro dovranno essere continuamente aumentati ".

L'aumento dei fondi, tuttavia, è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente, per superare i problemi esistenti. La situazione attuale richiede piuttosto una revisione fondamentale delle procedure di pianificazione e approvazione.


Della necessità di ammodernamento delle infrastrutture tedesche se ne era parlato anche qui -->>



venerdì 29 gennaio 2021

Perché i pezzi grossi della CDU ora vorrebbero affondare il pareggio di bilancio

Dopo anni e anni di austerità imposta agli eurodeboli del sud-Europa e dopo aver fatto introdurre il pareggio di bilancio anche nella Costituzione italiana, ora che la Germania si trova in una profonda crisi economica e sociale e a pochi mesi dalle elezioni, i pezzi grossi della CDU si rendono conto che per evitare una batosta elettorale bisogna cambiare musica e narrazione: contrordine sudditi, il pareggio di bilancio è una caxxta pazzesca!  Gabor Steingart su Focus.de commenta la proposta del braccio destro di Merkel, Helge Braun, il quale nei giorni scorsi su Handelsblatt ci aveva spiegato che è arrivato il momento di superare il pareggio di bilancio. Da Focus.de


In ogni produzione cinematografica per le scene piu' pericolose e di azione si ricorre ad una controfigura. Per Angela Merkel, questo ruolo viene svolto dal suo capo ufficio alla Cancelleria. Helge Braun è coraggioso e leale. E come nessun altro conosce a memoria il copione dettato dell'attrice protagonista. Si diverte a prendere i colpi destinati a lei e afferra le schegge che altrimenti volerebbero vicino alle orecchie della Cancelliera.

E questa volta su "Handelsblatt" si è pronunciato in favore di una nuova politica sociale finanziata a debito, il che non significa altro che un allontanamento dalla tradizionale politica fiscale tipica dei partiti borghesi.

Braun propone di finanziare lo stato sociale in maniera sistematica e fino al 2023, non solo con i contributi, ma anche con le entrate fiscali. In questo modo sarà possibile evitare l'aumento dei contributi sociali per i dipendenti e i datori di lavoro.

Questa sovvenzione permanente dello stato sociale da parte delle casse dello stato avrà delle conseguenze sulla politica fiscale, come riferito dalla nostra controfigura. L'ex medico-assistente, che ha scritto la sua tesi di dottorato sulle "palpitazioni cardiache durante un'operazione", scrive infatti su "Handelsblatt":

"Il pareggio di bilancio (Schuldenbremse) nei prossimi anni non potrà essere rispettato, anche nel caso di una disciplina di bilancio estremamente rigorosa. “

"La deviazione da questa regola sul debito non dovrebbe in nessun caso essere legittimata da decisioni individuali singole ai sensi dell'articolo 115 della Legge fondamentale“

"Pertanto in Germania avrebbe senso combinare una strategia per la ripresa economica con un emendamento alla Legge fondamentale che preveda un percorso affidabile per fare nuovo debito su base limitata, almeno nei prossimi anni“

Come promemoria, la regola attuale prevede che il governo federale possa fare nuovo debito solo in misura molto limitata, cioè fino a un massimo dello 0,35% del PIL. Questo limite all'indebitamento già nel 2009 era stato inserito nella Legge fondamentale e può essere revocato solo temporaneamente e in situazioni di emergenza - come durante una pandemia.

Helge Braun e il freno all'indebitamento: CDU e CSU indignati dalla proposta

C'è grande indignazione anche all'interno del partito in merito alla proposta di smantellamento dello Schuldenmbremse. Il nuovo leader della CDU Armin Laschet, infatti, ha espresso un chiaro rifiuto nei confronti di Braun: l'Unione è sempre stata il partito delle finanze pubbliche solide, ha detto il primo ministro del Nord Reno-Westfalia durante la riunione online del gruppo parlamentare della CDU/CSU, riferiscono i partecipanti. E rivolgendosi a Braun:

"Se i membri del governo dovessero trovare necessario cambiare la Legge fondamentale, dovrebbero prima di tutto coordinarsi con il partito e il gruppo parlamentare “

Il leader del gruppo parlamentare dell'Unione Ralph Brinkhaus ha classificato la proposta di Braun come "espressione di una opinione personale".

"Questa non è la mia posizione, non è la posizione dei nostri politici esperti di economia e di bilancio, e non è nemmeno una posizione capace di ottenere la maggioranza nel gruppo parlamentare della CDU/CSU. “

Anche la reazione dei media indica quanto con la sua proposta Braun stia scuotendo l'Unione dalle fondamenta. Una Unione che ancora nel 2019 su Twitter si faceva pubblicità con la seguente frase:



Sulla Neue Zürcher Zeitung, il corrispondente economico da Berlino René Höltschi nota:

"Da un punto di vista economico, la sua proposta è un'idea assurda“

Ulf Poschardt, caporedattore su "Die Welt", nota:

"Il fatto che il ministro alla Cancelleria senza essersi precedentemente consultato possa aver lanciato nello spazio politico questo tema è impensabile. E questo rende sempre piu' chiaro il fatto che la Cancelliera si sta spostando sempre più lontano dal centro politico e verso sinistra“

Sulla "Frankfurter Allgemeine Zeitung" il redattore economico Manfred Schäfer scrive:

"Armin Laschet, come nuovo presidente, sta cercando di unire il partito e di contenere Merz. Il fuoco incrociato dall'ufficio della Cancelleria non è di grande aiuto. “

Su "Handelsblatt" il capo della sezione politica Thomas Sigmund commenta cosi':

"Armin Laschet è presidente della CDU solo da una settimana, la Cancelliera gli sta mostrando chi è il cuoco e chi è il cameriere. “

Il vice direttore editoriale dell'ufficio parlamentare della "SZ" Cerstin Gammelin, considera invece il cambiamento di strategia come un avvicinamento ai Verdi:

"I Verdi vogliono in ogni caso aggiungere alla regola sull'austerità già presente in Costituzione, una nuova regola sugli investimenti, per evitare di avere anche in futuro, ponti, amministrazioni e scuole distrutte a causa di un risparmio eccessivo. A ciò si aggiungono anche i vincoli della pandemia. Era abbastanza facile capire che non tutto sarebbe rimasto com'era. E chissà che il dibattito alla fine non serva a far avvicinare i Verdi all'Unione più di quanto si pensava possibile“.

In conclusione: la controfigura ha fatto un ottimo lavoro. Le schegge volano ovunque, ma la protagonista è rimasta illesa.


domenica 4 ottobre 2020

Daniel Stelter - La situazione di Berlino è un avvertimento per chi in Europa sogna una unione di trasferimento con i soldi tedeschi

"Mentre i contribuenti della Baviera, del Baden-Württemberg e dell'Assia possono ancora permettersi di trasferire quattro miliardi all'anno verso il paradiso socialista di Berlino, il fabbisogno finanziario degli altri stati dell'eurozona supera di gran lunga le nostre capacità", scrive il grande economista tedesco Daniel Stelter. Se i tedeschi del sud e dell'ovest non ne vogliono sapere di pagare per i loro fratelli brandeburghesi che reputano fannulloni e spreconi, perché dovrebbero avere cosi' tanta voglia di finanziare i disoccupati francesi, italiani o spagnoli? Ne scrive Daniel Stelter su Focus.de



Quello che già si sospettava da tempo ora è ufficiale: il presunto trasferimento una-tantum di 750 miliardi di euro nell'ambito del "Recovery fund" europeo e l'emissione di debito comune a livello dell'UE non saranno una tantum, ma sono destinati a diventare strumenti permanenti. Almeno questo è ciò che il ministro delle Finanze Olaf Scholz vorrebbe fare, anche se per mestiere si suppone che prima dovrebbe occuparsi dei contribuenti tedeschi.

Ma non sembra essere ancora abbastanza. Non solo i miliardi di euro di trasferimenti dovranno diventare uno strumento permanente, ma anche l'autonomia degli Stati in termini di utilizzo dei fondi non potrà venire meno. La ragione, ripetuta piu' volte anche nel nostro paese, è la seguente: la Baviera (6,7 miliardi), il Baden-Württemberg (2,4 miliardi) e l'Assia (1,9 miliardi) in qualità di contributori netti al programma di perequazione fiscale statale non avrebbero voce in capitolo su come Berlino - di gran lunga il maggiore beneficiario - gestisce i circa 4,3 miliardi di euro che riceve dagli altri Laender. E quindi non dovrebbe farlo nemmeno la Germania quando si tratta dell'Italia. 


Il caso di Berlino ci mostra quotidianamente quanto sia sbagliato il sistema di perequazione fiscale fra i Länder - anche dopo la sua riorganizzazione entrata in vigore quest'anno - e quanto sarebbe fatale ripetere lo stesso errore a livello europeo.


La perequazione fiscale fra i Länder è un avvertimento

L'osservatore ingenuo potrebbe supporre che nel corso degli anni i trasferimenti siano serviti a compensare e superare le differenze economiche, cioè a promuovere lo sviluppo nelle regioni più povere, in modo tale che queste in futuro non abbiano più bisogno di ricevere denaro dalle altre regioni.

In realtà accade tutt'altro. Un esempio da Berlino:

- la nascita di un centro per l'innovazione di Google a Berlino è stata impedita dalle proteste dei cittadini, che temevano i nuovi posti di lavoro ben remunerati e quindi un aumento degli affitti. Non hanno voluto nemmeno Amazon. Anche se alcuni posti di lavoro sono rimasti in città, la vera vincitrice alla fine è stata Monaco di Baviera. In questo modo a Berlino si sono almeno assicurati i futuri trasferimenti di denaro da parte della Baviera.

- per anni sono stati spesi milioni di euro per acquistare appartamenti già costruiti. Il politico dei Verdi Florian Schmidt è stato particolarmente attivo in questo settore, avvalendosi anche del suo diritto di prelazione, senza peraltro potersi sempre assicurare un finanziamento. La procura sta indagando sullo spreco di denaro pubblico. Il fatto che questa procedura non abbia creato ulteriore spazio abitativo, ma sia stato il più costoso sussidio mai concepito per l'edilizia abitativa, è irrilevante. Il punto è stato quello di garantire degli affitti sempre piu' bassi a chi ha già un appartamento - vale a dire la propria clientela elettorale.

- la costruzione di nuovi appartamenti, invece, viene bloccata ogni volta che ciò è possibile. Anche se la città ha molti spazi liberi, i problemi e le lungaggini per ottenere i permessi di costruzione sono leggendari. Sulla scia della crisi causata dalla pandemia, la situazione è peggiorata ulteriormente. A Berlino Mitte, ad esempio, solo un terzo delle nuove richieste di costruzione sono state elaborate.

- come sempre, quando la domanda sale più velocemente dell'offerta, aumentano anche i prezzi, in questo caso gli affitti. Per evitare che ciò accada, il Senato di Berlino ha indicato un tetto massimo per gli affitti che non solo impedisce ogni aumento, ma obbliga anche i proprietari a ridurre gli affitti. Anche se non è certo che questa legge sarà presentata alla Corte costituzionale federale, sta già avendo l'effetto sperato: si è ridotta l'offerta di appartamenti in affitto, mentre le nuove costruzioni e le modernizzazioni sono crollate.

- anche se i politici da anni postulano una "svolta verde del traffico", la nuova costruzione di piste ciclabili procede con estrema lentezza. Ecco perché poi si è ripiegato sull'idea di installare le cosiddette "piste ciclabili a scomparsa", lontano da qualsiasi procedura di omologazione, principalmente attraverso delle strisce colorate sulla strada. L'idea di dichiarare semplicemente queste piste come "permanenti" è stata poi ripresa dai tribunali.

- anche l'istruzione a Berlino è molto importante - almeno ogni cinque anni sui manifesti elettorali. Non solo Berlino ha preso il posto di Brema, che per anni è stata in fondo alla classifica sulla qualità dell'istruzione scolastica, ma nella capitale manca anche l'attrezzatura tecnica. Non solo piove in molte scuole, ma anche il collegamento a banda larga delle 700 scuole pubbliche di istruzione generale non è stato ancora messo in funzione. In base alla velocità con la quale fino ad ora le scuole della città sono state collegate alla banda larga, si può supporre che l'ultima scuola di Berlino sarà collegata nel 2040.

- e i cittadini non possono neanche aspettarsi di avere dei servizi pubblici all'altezza: nella capitale tedesca ci vogliono settimane o mesi per immatricolare un'auto o richiedere una nuova carta d'identità. All'inizio della crisi pandemica, circa il 15 % dei posti di lavoro della pubblica amministrazione erano stati digitalizzati, e ora dovrebbero crescere ancora. Sarebbe anche possibile aumentare il personale, ma i 200 nuovi posti di lavoro saranno creati per monitorare il tetto massimo agli affitti (Mietendeckel).

- sarà inoltre realizzata una "Guida alla diversità" di 44 pagine, e se i dipendenti del servizio pubblico dovessero trovare un po' di tempo per i cittadini, questa farà in modo che possano rivolgersi a loro in una maniera appropriata al genere.

L'elenco potrebbe continuare: dalle zone della città fuori dal controllo della legge - Rigaer Strasse, Görlitzer Park - agli alberghi per i senza tetto i cui residenti guidano auto costose e ottengono benefici sociali truffando lo stato, fino alla debacle dell'aeroporto BER. È confortante sapere che il sindaco Müller, ancora in carica, arrivi ad immaginare per il 2036 una Olimpiade in città.

Nulla fa pensare che i politici di Berlino intendano promuovere economicamente la città. Il fatto che il PIL pro-capite della capitale per la prima volta nel 2019 sia stato al di sopra della media nazionale non è stato grazie al Senato di Berlino, ma nonostante il Senato - il turismo e le start-up hanno aiutato.

I politici di Berlino contano sul fatto che il capitalismo e l'economia al di fuori della città continuino a funzionare, in modo da poter finanziare ancora a lungo termine il paradiso socialista di Berlino. Liberamente basato sul famoso motto di Margaret Thatcher, secondo cui il socialismo funziona finché non si esaurisce il denaro degli altri.

E se i soldi finiscono?

Fino a quando la Baviera non minaccierà seriamente di lasciare la Repubblica Federale, si può ipotizzare che la redistribuzione all'interno della Germania continuerà a finanziare i sogni di rifornimento a ciclo continuo dei rosso-verdi e i programmi politici fortemente ideologizzati della capitale. Ad esempio, il senatore agli Interni di Berlino Geisel - noto in tutta la Germania per la sua interessante interpretazione della libertà di manifestare - recentemente si è recato in Grecia per negoziare la ricollocazione dei rifugiati di Moria. Alla domanda postagli dalla radio pubblica Deutschlandfunk se ciò non rappresenti un peso eccessivo per una città a corto di denaro, egli ha risposto fiducioso che la città negli ultimi anni ha già "integrato con successo" oltre 100.000 persone. Un'affermazione che, data l'oggettiva mancanza di alloggi, il degrado delle scuole e i problemi di sicurezza interna, può essere descritta solo come propaganda.

Ma la questione clou è davvero un'altra: i costi per l'accoglienza dei rifugiati sono in gran parte a carico del governo federale e non dei Länder. Si tratta di un gesto umanitario pagato dagli altri. La crescita della popolazione, inoltre, per Berlino è una leva importante che permetterà alla città di ottenere più soldi dai fondi federali. Più saranno le persone accolte da Berlino, maggiori saranno i pagamenti che ci si potranno aspettare. Si ricordano ancora i tempi in cui il Senato di Berlino pagava agli studenti un premio finanziario per trasferire la loro residenza principale a Berlino.

Un comportamento razionale, perché alla fine porta maggiori entrate per le casse comunali. Ci si dovrebbe tuttavia augurare che la città cerchi di ottenere un maggiore successo economico.

...

L'Italia non è come Berlino

Torniamo alla zona euro. Nessuno Stato membro è governato male come Berlino. Anche l'Italia, se paragonata a Berlino, è una comunità ben funzionante con una economia forte. La Lombardia è da molti anni una delle regioni economiche più forti d'Europa. Tuttavia, l'Italia, la Spagna e la Francia si trovano in una spirale discendente fatta di aumento del debito e di diminuzione della competitività. Alla luce dei risultati ottenuti con il programma tedesco per la perequazione fiscale, sembrerebbe più che ridicolo cercare di risolvere i problemi aumentando i trasferimenti dalla Germania.

Se questi fondi venissero utilizzati per aumentare la forza economica e riformare il mercato del lavoro, ciò sarebbe perfettamente giustificabile. Ma non sarà questo il caso. Se Berlino utilizza i soldi della perequazione fiscale per l'acquisto di alloggi già esistenti, il governo di Roma, invece, sta già pianificando maggiori benefici sociali. Entrambi i provvedimenti potranno essere molto popolari tra gli elettori, ma funzionano solo finché si trova qualcuno disposto a pagare.

I piani per l'eurozona vanno contro ogni logica

Mentre i contribuenti della Baviera, del Baden-Württemberg e dell'Assia possono ancora permettersi di trasferire quattro miliardi all'anno verso il paradiso socialista di Berlino, il fabbisogno finanziario degli altri stati dell'eurozona supera di gran lunga le nostre capacità. Soprattutto in considerazione del disastro che stiamo causando con una politica climatica sbagliata. Per dirla senza mezzi termini: dobbiamo agire contro il cambiamento climatico, ma non con obiettivi da economia pianificata, e ricorrendo ad un prezzo per la CO2 che garantisce l'applicazione dei principi di efficienza ed efficacia anche ad un tema così importante.

Cercare di affermare a livello di eurozona un costrutto molto più grande, già ampiamente fallito N volte, contraddice qualsiasi logica. I trasferimenti in teoria dovrebbero servire a ridurre le differenze tra i vari paesi. Nella pratica portano all'opposto: l'illusione dei paesi beneficiari di non dipendere da uno sviluppo autonomo delle risorse necessarie.


sabato 18 luglio 2020

Clemens Fuest - 6 possibili scenari per il debito pubblico italiano

E' possibile mettere in sicurezza il debito pubblico italiano? Risponde Clemens Fuest, direttore del prestigioso Ifo Institut di Monaco, che su Focus prova ad analizzare 6 possibili soluzioni per l'annoso problema del debito pubblico italiano. Clemens Fuest da Focus.de 


Le cause dell'elevato indebitamento pubblico italiano sono molteplici, e tutte mostrano un collegamento alquanto debole con una politica di bilancio frivola.

Ci sono varie opzioni possibili per risolvere il problema del debito pubblico italiano, opzioni che vanno dal taglio del debito, all'imposta patrimoniale, fino all'uscita dall'unione monetaria. Ma tutte hanno degli svantaggi.

Ecco perché è probabile che all'interno dell'eurozona nei prossimi anni ci possano essere delle forti tensioni.

Il dibattito europeo sulla situazione economica, sia nella crisi causata dal coronavirus che dopo l'eurocrisi, si è sempre concentrato sul livello raggiunto dai debiti pubblici nazionali, sugli spread del debito pubblico e sulle conseguenze di un calo dei prezzi dei titoli di Stato per le banche italiane, le quali detengono una quota rilevante di queste obbligazioni.

Spesso in questo dibattito si ha come l'impressione che l'Italia si sia trovata in difficoltà finanziarie solo a causa di una politica debitoria alquanto frivola. In realtà, il debito pubblico italiano è piu' un sintomo delle difficoltà economiche del paese, che non la sua causa. Dove risiedano i veri problemi italiani diventa subito chiaro se si dà un'occhiata all'andamento della crescita economica italiana negli ultimi quattro decenni.


L'Italia sta ancora soffrendo per la crisi finanziaria.

Il dato mette a confronto l'andamento della crescita economica in Francia, Germania, Italia e Regno Unito a partire dal 1980. Fino alla metà degli anni '90 lo sviluppo economico di questi quattro paesi è stato abbastanza simile. Dopo di che le cose sono cambiate radicalmente.

In Germania il ritmo della crescita nel frattempo è rallentato. Il Paese ha dovuto sopportare l'onere della riunificazione. La Germania inoltre è entrata nell'Unione monetaria europea con una valuta sopravvalutata. In Italia, invece, la crescita ha continuato a rallentare anche negli anni successivi. Fino al 2005 circa, la produzione economica italiana ha seguito all'incirca quella della Germania. Ma poi dopo il crollo dovuto alla crisi finanziaria globale, l'Italia non si è piu' ripresa. Mentre tutti gli altri paesi qui considerati negli ultimi dieci anni sono tornati a crescere, l'economia italiana ha subito una stagnazione.



Le ragioni di questa cronica debole crescita sono state discusse a lungo. I fattori citati sono molteplici:

- Le riforme del sistema educativo degli anni settanta e ottanta spesso vengono citate come una possibile causa della bassa produttività.

- Anche l'emigrazione dei talenti ha pesato sulla crescita.

- Il sistema giudiziario funziona così lentamente che i contratti spesso non sono applicabili

- L'ingresso della Cina sui mercati mondiali a partire dagli anni '90 ha messo i prodotti italiani sotto una pressione concorrenziale maggiore rispetto a quelli di altre economie.

- I processi decisionali inefficienti delle aziende a conduzione familiare sono responsabili del fatto che molte di queste non hanno saputo reagire ai cambiamenti strutturali. La regolamenteazione del mercato del lavoro, inoltre, rende difficile per le aziende crescere oltre una certa dimensione.

- Alcuni danno la colpa all'ingresso dell'Italia nell'euro. Avrebbe impedito all'Italia di svalutare la propria moneta con regolarità, come avveniva in precedenza.

- Altri ancora sottolineano la mancanza di riforme in materia di politica economica durante i governi di Silvio Berlusconi.

- La politica fiscale implementata dopo la crisi dell'euro, in particolare il rapido ritorno a una politica fiscale restrittiva spinta dalle pressioni dei mercati finanziari e dalla mancanza di investimenti pubblici, avrebbe ostacolato la ripresa economica.

- Poco prima della crisi causata dal coronavirus, il conflitto tra il governo di coalizione Cinque stelle - Lega Nord e la Commissione Europea in merito al deficit di bilancio ha messo in crisi gli investitori e i consumatori andando a gravare sullo sviluppo economico.

Tutti questi fattori, presumibilmente, hanno contribuito alla scarsa crescita italiana. È un misto di circostanze sfortunate e di omissioni da parte dei decisori politici ed economici. L'Italia sta entrando nella crisi causata dal coronavirus con una ulteriore crescita del debito pubblico rispetto al livello raggiunto durante l'ultima crisi economica. La questione di fondo è se il Paese riuscirà a superare la crisi mantendendo la stabilità economica e finanziaria nei prossimi mesi e anni.

Sei scenari appaiono possibili per quanto riguarda lo sviluppo delle finanze pubbliche italiane:

1 - Stabilizzazione del debito pubblico ad un livello elevato con una lenta riduzione del rapporto debito pubblico/PIL

E' teoricamente possibile che la politica fiscale italiana possa aumentare la spesa pubblica durante questa crisi al fine di stabilizzare l'economia del Paese, sopportando al tempo stesso il calo del gettito fiscale causato dalla crisi. Secondo le attuali previsioni, ciò porterebbe il rapporto debito pubblico/PIL a circa il 155 %. Fino a quando i tassi di interesse sul debito pubblico italiano resteranno bassi e i creditori saranno disposti a rifinanziare il debito pubblico in scadenza, il Paese potrà convivere con degli alti livelli di debito pubblico. Per poter ridurre sensibilmente prima della prossima crisi questo rapporto debito/PIL, la crescita economica in Italia dovrà aumentare in modo significativo. Affinché il rapporto debito pubblico/PIL raggiunga entro il 2030 il livello registrato prima della crisi causata dal coronavirus, la crescita economica dovrà essere di due punti percentuali superiore rispetto a quella degli ultimi anni, con avanzi primari realistici. Sarebbe uno scenario molto ottimistico. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo se il paese dovesse attuare riforme strutturali di vasta portata e se nella sua politica fiscale desse priorità agli investimenti, rispetto alla spesa per i consumi.



2 - Taglio del debito

Sarebbe rischioso, ma comunque ipotizzabile, ridurre il debito pubblico italiano mediante una sua ristruttuazione. Per valutare le conseguenze di una tale ristrutturazione del debito sarebbe importante capire chi sono i creditori dello Stato italiano. Le famiglie italiane hanno un elevato livello di risparmio. L'Italia viene considerato un paese il cui debito pubblico è detenuto principalmente dai propri cittadini. A un esame più attento, però, questo è vero solo in parte. La struttura dei creditori dello Stato italiano nel 2019 è stata analizzata da Gros (2019).

Nel 2019 il debito pubblico complessivo italiano ammontava a circa 2.250 miliardi di euro. Le banche italiane sono di gran lunga i maggiori creditori. Hanno concesso prestiti diretti allo Stato italiano per 290 miliardi di euro e detengono anche titoli di stato italiani per altri 400 miliardi di euro. Le famiglie italiane detengono direttamente titoli di Stato per un valore di 100 miliardi di euro. Ci sono inoltre fondi di investimento e compagnie di assicurazione con una clientela prevalentemente italiana. Le banche estere detengono titoli di Stato italiani per 450 miliardi di euro. Banca d'Italia detiene altri 400 miliardi di euro titoli, principalmente nell'ambito dei programmi di acquisto titoli della BCE. Queste partecipazioni obbligazionarie continueranno a crescere anche durante la crisi post-Corona. In linea di principio, sarebbe Banca d'Italia a dover rispondere per le inadempienze su tali obbligazioni. Gli acquisti di titoli di Stato italiani da parte della Banca centrale italiana, tuttavia, generano delle passività verso il resto dell'Eurosistema nell'ambito dei cosiddetti saldi Target. Si può quindi ipotizzare che i rischi di questo stock di obbligazioni sia in ultima analisi a carico dei creditori esteri. Mentre sulle passività Target attualmente si applica un tasso di interesse pari a zero, i proventi derivanti dall'assunzione di tale rischio restano quindi in Italia.


Nel caso di un taglio del debito, ad esempio, del 50 %, la maggior parte delle banche commerciali italiane dovrebbe essere ricapitalizzata, poiché si verificherebbero perdite per 345 miliardi di euro. E questo potrebbe essere fatto solo attingendo ad una parte sostanziale dei depositi e dei risparmi dei cittadini italiani. Resta da vedere fino a che punto ciò possa essere compatibile con la normativa europea in materia di assicurazione sui depositi. A causa delle perdite sui titoli di Stato, sulle quote dei fondi di investimento e sulle assicurazioni direttamente detenute, per le famiglie italiane ci sarebbero altri 350 miliardi di euro di perdite. È difficile immaginare che qualsiasi governo italiano sia disposto a mettere i risparmiatori in una tale situazione. La sua rielezione sarebbe senza dubbio impossibile.

Sarebbe inoltre difficile convincere i partner europei a cancellare la metà dei crediti Target verso Banca d'Italia. Sembra anche difficile aspettarsi che le banche estere possano subire perdite per 225 miliardi di euro.

3 - Un'imposta patrimoniale una tantum sugli italiani

Spesso si chiede all'Italia di ridurre il proprio debito pubblico applicando un'imposta una tantum sui patrimoni. Nel gennaio del 2014 la Bundesbank aveva già presentato il concetto di un'imposta patrimoniale una tantum come strumento per evitare il fallimento dello Stato italiano. Gli svantaggi e i rischi associati alle imposte patrimoniali, in particolare il rischio di una fuga dei capitali, giocano normalmente a sfavore delle imposte sul patrimonio. Sono tuttavia ipotizzabili delle situazioni in cui, in mancanza di alternative migliori, utilizzare questo strumento potrebbe avere un senso: "Nella situazione eccezionale di una imminente insolvenza dello Stato, tuttavia, un prelievo una tantum sui patrimoni potrebbe avere effetti piu' favorevoli rispetto alle altre opzioni ancora possibili".

Una tale imposta patrimoniale tuttavia solleverebbe molti problemi. Se includesse beni mobili, ad esempio, porterebbe a una fuga di capitali. E questo aggraverebbe ancora di piu' la crisi economica italiana. Dato che i grandi patrimoni spesso sono collegati alle imprese, l'imposta finirebbe per gravare sulle imprese che invece dovrebbero investire e creare posti di lavoro. Per evitare una fuga di capitali, l'imposta potrebbe essere limitata ai beni immobili. In tal caso, però, dovrebbe essere  proporzionalmente più alta. Dal punto di vista dell'equa ripartizione degli oneri, tuttavia, sarebbe difficile negoziare una cancellazione del debito pubblico esclusivamente a spese dei proprietari di immobili.

4 - Spostare il debito verso gli altri stati membri

Sarebbe teoricamente possibile per gli altri paesi membri dell'eurozona sgravare l'Italia da una parte del suo debito pubblico. I cittadini degli altri stati dell'eurozona, tuttavia, non accetterebbero mai una ridistribuzione diretta del debito. Sarebbe quindi ipotizzabile da parte degli altri paesi membri una concessione di prestiti a lunghissimo termine a tassi d'interesse vicini allo zero, simili a quelli concessi alla Grecia, ad esempio, attraverso il MES. Fintanto che questi prestiti possono essere rifinanziati con un tasso d'interesse prossimo allo zero, non ci sarebbero problemi. I paesi creditori, tuttavia, potrebbero avvertire la mancanza di un margine di manovra per contrarre altri prestiti, al più tardi durante la prossima crisi economica.

Un argomento generalmente utilizzato contro lo spostamento del debito pubblico italiano sugli altri Paesi europei è che le famiglie italiane spesso hanno livelli di ricchezza relativamente elevati. Il grafico mostra che, sebbene la ricchezza netta media sia leggermente inferiore rispetto alla media dell'eurozona, essa supera la ricchezza delle famiglie olandesi e finlandesi, ad esempio. È difficile immaginare che in un paesi nel quale le famiglie hanno una ricchezza privata media piu' bassa, queste siano poi disponibli ad alleviare il peso del debito pubblico di un paese i cui cittadini sono mediamente più ricchi.



5 - Alleggerimento del peso del debito tramite la BCE

Di tanto in tanto qualcuno suggerisce che il problema del debito pubblico italiano debba essere risolto dalla banca centrale, la quale dovrebbe acquistare gran parte delle obbligazioni e rifinanziare il paese. Si arriva a chiedere persino che la banca centrale rinunci al pagamento degli interessi e annulli le obbligazioni. La proposta di eliminare il debito pubblico mediante il trasferimento definitivo dei titoli di stato alla banca centrale è convincente quanto le famose menzogne del Barone di Münchhausen. Si dimentica che i profitti della banca centrale spettano comunque allo Stato. Se la banca centrale italiana, con l'approvazione della BCE, dovesse acquistare dei titoli di Stato ed emettesse in cambio della moneta, si creerebbe un profitto della banca centrale che dovrebbe essere trasferito allo Stato italiano. Se la banca centrale dovesse acquistare più titoli di Stato, ci sarà meno spazio, ad esempio, per acquistare obbligazioni societarie, data la massa monetaria complessiva. I proventi derivanti dagli interessi su queste obbligazioni societarie saranno di conseguenza inferiori. Il piano per dimenticare il debito pubblico nei sotterranei delle banche centrali funziona solo se si crede di poter espandere la massa monetaria a piacimento. Ma questo non è possibile. Chiunque ci provi causerà svalutazione monetaria e inflazione



6 - L'uscita dall'euro e la reintroduzione della moneta nazionale

Il governo di coalizione fra Cinque Stelle e Lega Nord all'inizio del suo mandato discuteva apertamente di una possibile uscita dell'Italia dall'eurozona. A ciò si accompagnava l'idea che in questo modo l'Italia avrebbe potuto liberarsi di gran parte del suo debito pubblico passando a una nuova moneta nazionale. Le conseguenze pratiche di un tale passaggio - destabilizzazione politica ed economica del paese e imprevedibili controversie legali - tuttavia, rendono questa opzione molto poco attraente. E questo vale sia per l'Italia, che per il resto d'Europa.

Non esiste una soluzione semplice

Questa breve discussione sui possibili scenari per lo sviluppo futuro dell'Italia e della finanza pubblica italiana dimostrano che non ci sono soluzioni facili al problema dell'elevato indebitamento pubblico del paese. È molto probabile che l'Italia venga sostenuta finanziariamente dai paesi dell'Eurozona, in modo da garantire al paese l'accesso al mercatio dei capitali ad un basso tasso di interesse. L'elevato livello di indebitamento pubblico e le conseguenze della crisi post-corona per il settore privato metteranno a dura prova lo sviluppo economico, tanto da rendere difficile l'uscita del paese da una situazione di eccesso di debito. Nella prossima crisi economica, il sovraindebitamento sarà difficile da evitare.

Il problema politico di fondo è che ci sarà sempre una forte tentazione da parte dei governi in carica a presentare i problemi di sovraindebitamento come dei semplici problemi temporanei di liquidità, rimandandone la loro soluzione tramite la concessione di prestiti di aiuto. Le conseguenze saranno poi affrontate dai governi successivi.

Tutto ciò dimostra che nei prossimi anni nell'eurozona ci si dovranno aspettare delle notevoli tensioni. L'Italia non è l'unico Paese a dover affrontare delle sfide finanziarie. Molto dipenderà anche dal fatto che l'Europa nel suo insieme riesca a rilanciare quanto prima la propria cescita economica. La possibilità di raggiungere questo obiettivo dipende in primo luogo dagli sviluppi della pandemia e dalle misure  governative prese per contenerla. Per i responsabili della politica europea si pone anche la questione se sia possibile un'azione congiunta a livello europeo per promuovere e rilanciare la ripresa economica.