martedì 8 ottobre 2013

La nuova offensiva tedesca in politica estera

Con un discorso forse destinato ad entrare della storia, il presidente tedesco Joachim Gauck la scorsa settimana ha chiesto ai tedeschi un rinnovato impegno in politica estera: non possiamo deludere le aspettative, il nostro paese deve essere protagonista nel mondo. Da German Foreign Policy
Berlino avvia una nuova offensiva per il consolidamento della sua egemonia all'interno dell'UE e per rafforzare il suo ruolo geopolitico. "In Germania e all'estero si fanno sempre piu' forti le voci  che chiedono al nostro paese di avere un ruolo di primo piano nel mondo", ha detto il presidente Joachim Gauck la scorsa settimana in un discorso tenuto in occasione dell'anniversario della riunificazione tedesca. La Repubblica Federale non è un'isola e in futuro non potrà sottovalutare il suo ruolo internazionale: restiamo la "quarta economia del mondo". Come fonte di ispirazione il presidente della repubblica, fra gli altri, ha fatto riferimento al ministro degli esteri polacco, che già a fine 2011 aveva chiesto una leadership tedesca piu' forte, e ad un importante pubblicista americano che recentemente, subito dopo le elezioni federali, ha chiesto a Berlino di assumere un forte ruolo di guida all'interno dell'UE. L'uscita di Gauck è stata preparata con molta attenzione dall'establishment al vertice della politica estera tedesca. Mentre parti importanti delle elite di altri paesi sono pronte ad accettare con benevolenza una nuova egemonia tedesca, la maggioranza della popolazione dei paesi del sud-Europa è molto critica nei confronti della condotta di Berlino. Le lotte di potere intra-europee continuano: il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, già qualche mese fa, ha messo in guardia facendo un parallelo con gli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale.

La chiamata delle voci

Il presidente della repubblica Gauck, nel suo recente discorso in occasione della festa della riunificazione (3 ottobre), ha ribadito la necessità di una nuova politica estera tedesca. Con il ricorso al suo consueto armamentario retorico Gauck ha affermato che fino ad ora la Germania  sullo scenario internazionale sarebbe rimasta troppo poco coinvolta, nonostante i 6000 soldati sparsi per il mondo in oltre 10 stati e il brutale programma di risparmi imposto all'Eurozona. "Ma ora alcuni paesi nostri vicini" si augurano "un ruolo di guida per la Germania"; stanno crescendo "all'interno e all'esterno del nostro paese le voci che chiedono alla Germania una maggiore partecipazione nella politica internazionale". Il nostro paese è "fortemente popolato, al centro del continente e resta saldamente la quarta economia mondiale"; dobbiamo impedire che "la Germania sminuisca il proprio ruolo". Dovremmo pensare al "nostro paese, come a una nazione che ha il coraggio di dire si' a se stessa". La Germania non è un'isola, in futuro dovrà partecipare piu' attivamente alla soluzione dei conflitti globali, anche militarmente.[1]

La Cancelliera d'Europa

Il discorso di Gauck è stato preparato con cura nell'establishment al vertice della politica estera berlinese. L'egemonia tedesca all'interno dell'UE, da oltre 2 anni, viene discussa alla luce del sole sia nelle pubblicazioni specialistiche che nei commenti dei principali media. All'inizio del 2011 uno dei giornalisti piu' vicini al governo federale ha ridefinito Angela Merkel la "Cancelliera d'Europa".[2] Nel giugno 2013 il capo del dipartimento per la pianificazione del ministero degli esteri tedesco, Thomas Bagger, presso il Think-Tank di Washington "Center for European Policy Analysis", è intervenuto per parlare della leadership tedesca in Europa. Bagger ha dichiarato: "a Berlino si è consapevoli delle voci che chiedono un ruolo di leadership della Repubblica Federale in Europa, ma a causa della nostra storia carica di violenza, sul tema dell'egemonia tedesca resta una certa sensibilità". Il giornalista britannico Timothy Garton Ash racconta che dietro le quinte i vertici dello stato tedesco si sarebbero messi d'accordo: "Dobbiamo far finta di trattare con la Francia sullo stesso piano". [3] Nel confronto fra i due paesi, la supremazia economica tedesca sarebbe ineguagliabile.

Le elite sono divise

Una parte delle elite europee approva la nuova egemonia tedesca in Europa - e contribuisce alla sua implementazione. Il ruolo di ispiratore di questa politica l'ha avuto Radosław Sikorski, il ministro degli esteri polacco. Sikorski nel novembre 2011 in un discorso presso la Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) ha detto: "oggi temo molto di piu' l'inattività tedesca, che non il suo ruolo di guida".[4] Da allora la chiamata ad una "leadership tedesca" nell'UE ha riscontrato una certa accettazione. In agosto Timothy Garton Ash, su di una importante rivista americana, è tornato ad interrogarsi sulla "nuova questione tedesca". Riferendosi ad incontri personali con la Cancelliera ed altri membri del governo, Ash ha scritto che la "Germania non ha cercato un ruolo di leadership in Europa", ma questa condizione è divenuta nei fatti realizzabile grazie alla grande forza economica. Dopo le elezioni presidenziali la Repubblica Federale dovrà affrontare con piu' decisione le problematiche interne all'UE. [5] Il presidente Gauck nel suo intervento del 3 ottobre ha fatto riferimento alle parole di Ash e Sikorski: a coloro che "chiedono un maggiore impegno della Germania nella politica internazionale", appartengono anche "un ministro polacco e dei professori di Oxford e di Princeton". Ash è professore ad Oxford.

Oltre l'80% è contrario

In forte contrasto con l'accettazione dell'egemonia tedesca di una parte delle elite europee, è invece l'opinione della grande maggioranza dei cittadini nei paesi colpiti dai diktat di risparmio tedeschi. Secondo un sondaggio fatto a giugno, circa l'82% dei cittadini italiani e l'88% di quelli spagnoli ritiene che l'influenza tedesca nell'UE sia troppo forte. In Francia, dove la popolazione è sempre piu' colpita dalle misure di austerità dettate da Berlino, questa opinione è condivisa dal 56 % dei cittadini.[6] 

La battaglia sulla politica estera dell'UE

Le lotte di potere in Europa proseguiranno. Una influente rivista francese recentemente ha ipotizzato che la Germania cercherà di utilizzare la sua crescente forza economica per ottenere la supremazia anche nella politica estera europea. E' evidente, sin dalla disputa sulla "Unione mediterranea" del 2008 [8], che i tedeschi non appoggiano piu' la politica estera francese, ma che intenderanno metterla sempre piu' in discussione, minando la posizione della Francia nelle sue tradizionali aree di influenza, si scriveva poco prima delle elezioni politiche tedesche. E cio' per Parigi potrebbe essere una minaccia. A questo bisogna aggiungere che la Germania considera l'intera Eurozona, in termini di politica estera, "come una sua zona di influenza", come del resto fa da sempre in campo economico, indebolendo ulteriormente la posizione della Francia. [9] Le battaglie per l'egemonia nella politica estera e militare dell'EU sono state condotte e vengono condotte in Libia, Mali e Siria; in ogni occasione ci sono state forti divergenze fra francesi e tedeschi. [10] Il presidente Gauck la scorsa settimana ha rafforzato la rivendicazione di una leadership tedesca proprio in questa direzione: "uno dei miei predecessori, Richard von Weizsäcker, aveva incoraggiato la Germania a contribuire con piu' convinzione alla politica estera e di sicurezza europea" [11]

Come 100 anni prima

Gli addetti ai lavori mettono in guardia dal sottovalutare il potenziale di escalation di queste lotte di potere. Già in marzo il primo ministro lussemburghese Jean Claude Juncker ha dichiarato pubblicamente di vedere dei forti parallelismi con il periodo precedente la prima guerra mondiale: "mi colpisce la somiglianza fra le condizioni europee del 2013 e quelle di 100 anni prima". Quanto rapidamente le tensioni attuali possano avere un'escalation, lo hanno mostrato le proteste contro i diktat di risparmio tedeschi in Grecia e in Italia: "improvvisamente sono riemersi risentimenti che si pensava fossero definitivamente scomparsi". Juncker ha avvertito con una franchezza insolita: "chi pensa che l'eterna questione della guerra e della pace in Europa non si ponga piu', potrebbe sbagliarsi. I demoni non sono scomparsi, stanno solo dormendo" [12]

[1] "Die Freiheit in der Freiheit gestalten"; www.bundespraesident.de
[3] Timothy Garton Ash: The New German Question; www.nybooks.com 15.08.2013
[4] "Deutsche Macht fürchte ich heute weniger als deutsche Untätigkeit"; dgap.org 28.11.2011
[5] Timothy Garton Ash: The New German Question; www.nybooks.com 15.08.2013
[6] Adults in Five Largest European Countries Have Mixed Feelings on Their Countries' Influence in the European Union; www.harrisinteractive.com 27.06.2013
[9] Le nouveau défi allemand de la diplomatie; www.lexpress.fr 21.09.2013
[11] "Die Freiheit in der Freiheit gestalten"; www.bundespraesident.de
[12] Euro-Krise: Juncker spricht von Kriegsgefahr in Europa; www.spiegel.de 10.03.2013

9 commenti:

  1. E così, i signori (sognatori) degli Stati Uniti d'€pa sono serviti.
    Tra questi dobbiamo recentemente annoverare Dalema (senza apostrofo, come si firmava il padre), con un recente articolo sul Sole24ore.
    A (s)proposito. Forse in vista degli SUD€, hanno deciso di cambiare l'Inno europeo.
    Mi spiace per Gauck, ma non avremo più Beethoven.
    http://leprechaun.altervista.org/index.php#Eu_anthem

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  2. L'€uro è una nuova Monaco, e tutti stanno lasciando che accada.
    Oggi è la moneta unica, domani sarà la Wermacht......

    LARS.

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  3. Germania pronta per un nuovo Piano Funk, insomma?

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  4. "Parti importanti delle elite di altri paesi sono pronte ad accettare con benevolenza una nuova egemonia tedesca" Ma l'unione europea non doveva essere appunto un'unione? Perché mai si dovrebbe cedere sovranità per favorire l'egemonia di un paese straniero che, oltretutto, è un nostro diretto concorrente per cui, per definizione, non può fare i nostri interessi per il semplice fatto che sono in contrasto con i suoi?
    E si meravigliano pure che: "la maggioranza della popolazione dei paesi del sud-Europa è molto critica nei confronti della condotta di Berlino" come dire: non capiamo proprio come mai non siano contenti di farsi colonizzare. Forse è solo perché, nel caso dell'Italia, a qualcuno comincia a essere evidente che ormai gli interessi del PUD€ di governo e di opposizione non sono più gli interessi di una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
    Più passa il tempo e più diventa chiaro che andrà a finire molto male per tutti, nessuno escluso.
    Gli alamanni gettano la maschera sulle loro vere finalità dell'unione €uropea ma ovviamente sperare che gli €urofognatrori si diano una svegliata è inutile: loro sono l'elite che spera che con l'annessione gli sia concesso di gestire il governo collaborazionista fino a quando, non più funzionali alla creazione dell'€urogernania continentale, si ritroveranno anche loro sui treni per i campi di lavoro.

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  5. ce lo chiede l?europa!

    intanto oggi scopro 900€ di tares, quest'anno ho emesso solo tre fatture (perchè sono evasoreeeee!... ed anche troll & ridicolo mi hanno detto!)

    mi viene da piangere

    non ce la faccio più... non so cosa fare...
    ringrazio solo il fato che non ho figli...

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  6. Tutto come aveva previsto Martin Feldstein

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  7. @Celso
    se provi esprimere la tua riflessione a qualsiasi politico che opera in Parlamento ti risponderà "Chi ?" e se proverai a parlare di mercantilismo tedesco ti risponderà "Cosa ?" e potrai continuare all'infinito. il problema è sapere se i "vertici" del ns Paese sanno e non dicono oppure non sanno.

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  9. Martin Feldstein: «L'euro riporterà la guerra in Europa»
    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-12-04/martin-feldstein-euro-riportera-130541.shtml?uuid=AbYZG28G

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